25 Aprile, 2024
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Innovazione. L’economia circolare è futuro. Politica e imprese cambino

Caro direttore, innovare è un termine di moda, molte aziende ne parlano ma poche lo applicano davvero. Il concetto di innovazione non è solo introdurre nuove tecnologie nei processi o nei prodotti, ma riuscire a concepire nuovi modelli di business in linea con i tempi.

È da un po’ che in molti profili di grandi aziende è apparso il concetto di ‘economia circolare’ ma non sono certo che questo nuovo principio abbia davvero modificato il modo delle imprese di concepire il proprio modo di fare business.

In Poggipolini creiamo da tre generazioni prodotti fatti per durare, sicuri, affidabili e soprattutto per dare valore aggiunto ai nostri clienti. Il compito di un’impresa davvero interessata ai suoi clienti non è solo quello di proporre continuamente nuovi prodotti ma anche di offrire l’efficienza di quegli stessi prodotti. Un’assistenza ai clienti efficiente è in grado di accompagnare tutti nell’intero ciclo di vita del prodotto e supportarlo nelle eventuali implementazioni e personalizzazioni. L’economia circolare, come ha ricordato Marco Morosini su ‘Avvenire’ di mercoledì 5 agosto 2020, si basa infatti sul principio della sostituzione di energia e materiali con il lavoro umano. Può sembrare un concetto complesso da applicare, in realtà bisogna solo riuscire a concepire l’economia in maniera diversa. Cinquanta anni fa si producevano oggetti fatti per durare, era un vanto per il produttore garantire affidabilità e possibilità di riparazioni e miglioramenti infinite. Questo modo di concepire gli oggetti ha permesso alle aziende di costruire le basi per brand che durano tutt’oggi. La pandemia ci ha portato a riflettere su molti ambiti della nostra vita, tra cui il modo in cui ci rapportiamo agli oggetti prodotti. Inoltre, si sta diffondendo il culto del riciclo infinito, in realtà non è così.

È possibile riciclare gli oggetti fino a un certo punto, ogni oggetto è destinato a finire in discarica. Il miglior modo per aumentare l’efficienza aziendale e ridurre i rifiuti passa anche dall’offrire prodotti durevoli.

Per le imprese è perciò arrivato il momento di concepire il loro business come ‘circolare’ nel senso che l’obiettivo non deve essere solo quello di vendere più prodotti possibili, ma di accompagnare il cliente lungo tutto il ciclo di vita del bene acquistato. L’economia circolare è l’opposto dell’obsolescenza programmata, creare prodotti per durare e non solo per fatturare. Attorno a noi ci sono tantissimi esempi, alcuni dal passato, altri da imprese del presente. E ‘Avvenire’ ha fatto bene a sottolinearlo. Cito anch’io i bellissimi tram di Milano ‘modello 1928’, in servizio da oltre un secolo eppure perfettamente funzionati e con un fascino incredibile. E quell’esempio contemporaneo di impresa che ha fatto dell’economia circolare il perno della propria attività rappresentato da un’azienda olandese che produce cellulari.

La compagnia olandese si chiama ‘Fairphone’ e offre ai suoi clienti uno smartphone durevole, efficiente e continuamente ‘ upgradabile’. In questo momento in cui l’economia sta ripartendo si dovrebbero mettere al centro i nuovi modelli di business che non sono solo eticamente corretti ma anche sostenibili e che guardano con favore all’occupazione. Giusto perciò chiedere ai governi di smettere di offrire bonus, soprattutto quelli che invitano alla rottamazione, per promuove invece un nuovo tipo di impresa basata su una forza lavoro distribuita su tutto il territorio e non più solo in grandi aziende ‘ cattedrali nel deserto’ che sono ormai un modo di fare impresa superato.

Presidente del Gruppo Giovani di Confindustria Emilia e direttore esecutivo di Poggipolini Spa

(Avvenire)

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