20 Aprile, 2024
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Pronta la lista delle 50 opere prioritarie

Riunione notturna del Consiglio dei ministri per varare il nuovo decreto Semplificazioni e il Piano Riforme. Prevista una corsia preferenziale anche per gli interventi legati al Covid su ospedali, scuole e carceri

Parto sofferto per il decreto semplificazione che ieri sera tardi è approdato sul tavolo del Consiglio dei ministri assieme al Rendiconto dello Stato ed al Piano nazionale delle riforme che fungerà da guida per la stesura del piano di rilancio dell’economia del Paese (il Recovery plan nazionale) che il governo varerà poi a settembre. Dopo tre vertici di maggioranza ed un fitto lavoro dei tecnici in sede di preconsiglio, al governo e alla maggioranza è servita un’altra giornata di tempo per trovare una quadra. O, se vogliamo, per siglare una tregua. Su abuso d’ufficio e danno erariale, limitato al solo dolo, già nei giorni scorsi le posizioni si erano avvicinate. Scontato il via libera alle norme sulla digitalizzazione della Pa proposte dalla ministra Fabiana Dadone, restava da affrontare ancora il nodo particolarmente delicato dei cantieri da sbloccare e delle gare d’appalto.

Maratona nella notte

Superando innanzitutto le resistenze di una parte del Pd su entrambi questi punti, a poche ore dalla riunione notturna del governo, convocata per le 21.30, iniziata oltre un’ora dopo e protrattasi oltre la chiusura di questa edizione del giornale, si era già consolidata una soluzione, anche se molto probabilmente l’approvazione del decreto sarà solo «salvo intese». Come ha chiesto a più riprese Italia Viva, col capogruppo al Senato Davide Faraone che da giorni insiste per il varo di «un piano choc, capace di liberare subito 120 miliardi di euro di lavori», nel decreto Semplificazioni sarà inserita una lista delle 50 opere prioritarie che il governo intende sbloccare adottando una procedura semplificata. E quindi in una seconda fase si procederà ad individuare i nomi dei 50 commissari. È stato poi messo un punto fermo anche sulla questione della soglia oltre la quale i lavori verranno assegnati con gara ordinaria: l’asticella è stata fissata a quota 5,2 milioni. Sotto questo importo si procederà con gare a chiamata. Anche Conte in questi giorni ha insistito molto sulla necessità di adottare il «modello Genova» – o «modello Expo» come l’ha chiamato ieri Matteo Renzi – per sbloccare i cantieri. E per quanto riguarda le cosiddette gare «sotto soglia» il premier ha proposto di andare all’affidamento diretto per i lavori fino a 150 mila euro, prevedendo poi gare con 5 operatori invitati sino a 350 mila euro, con 10 imprese da 350 mila fino ad un milione e con 15 da 1 a 5,2 milioni.

È poi prevista una procedura straordinaria negoziata per interventi nei settori della sanità, dell’edilizia scolastica e delle carceri giustificati da esigenze legate alla Covid, come pure per i contratti di Anas ed Fs a fronte di progetti esecutivi con risorse già stanziate.

Il cantiere del nuovo decreto è rimasto aperto sino all’ultimo, anche perché sino all’ultimo si è lavorato alla lista delle 50 opere prioritarie, alla possibilità di semplificare le procedure delle conferenze dei servizi come di ridurre i tempi di rilascio della Valutazione di impatto ambientale. Nel pacchetto sono poi previsti lo snellimento delle procedure di riaffidamento dei lavori in caso di fallimento del contractor, l’obbligo di affidare i lavori al massimo entro sei mesi e l’estensione del danno erariale ai dirigenti che rallentano le opere.

Una Pa «amica»

L’obiettivo del governo, come è noto, è quello di rimuovere gli ostacoli allo sviluppo, sbloccare gli investimenti e liberare risorse. E per questo il decreto Semplificazioni interviene in tutti i settori chiave per la ripresa: edilizia, appalti, infrastrutture, banda larga, procedure ambientali e green economy.

Nello stesso tempo, il decreto contiene importanti misure, trasversali a tutte le procedure, per assicurare tempi certi, trasparenza e digitalizzazione e avvicinare la Pa al Paese reale.

(La Stampa)

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