8 Maggio, 2024
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Arcelor Mittal, ovvero dell’insoluto nodo salute ambiente e dell’insussistenza della politica

Mentre scriviamo è in corso a palazzo Chigi un vertice tra il premier ed il governo e le rappresentanze sindacali su quella che si preannuncia la più grande crisi lavorativa della storia del nostro paese.

A seguito della cancellazione dello scudo penale imposto in senato dal gruppo dei senatori 5 Stelle capeggiato dall’on. Lezzi il colosso indiano dell’acciaio ha comunicato che intende tirarsi indietro.

Parliamo di un investimento di qualche miliardo di euro, il più grande nella storia del mezzogiorno, del più grande colosso siderurgico del mondo per il più grande stabilimento industriale d’Europa.

Circa 15.000 lavoratori, di cui già quasi 12.000 corrono un rischio immediato.

La vicenda ex Ilva mette a nudo una incapacità disarmante delle classi dirigenti del paese di trasformare la dialettica salute – sviluppo in un tandem capace di stimolarsi a vicenda e soprattutto l’incapacità di elaborazione (in questo caso di salvaguardia) di un piano industriale per il Sud che tanto gioverebbe a tutto il paese, portando lavoro e crescita laddove la sensazione che lo stato latiti è radicata da decenni e togliendo ossigeno al cancro dello “stato nello stato”.

Mentre scriviamo, col fiato sospeso, speriamo in un colpo d’ala della politica, che sia un segnale forte e di speranza non solo per i lavoratori, ma per tutto il paese.

 

 

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