ORIOLO ROMANO COME CINECITTÀ
Quattro film girati in paese negli ultimi due mesi
Oriolo Romano come Cinecittà. Un paragone indubbiamente davvero molto azzeccato, almeno in questi ultimi due mesi. Un ritorno ai fasti degli anni ’70 e ’80, quando numerose troupe sceglievano varie zone del paese per girare sequenze di film e sceneggiati per il cinema e la televisione.
A fine maggio è stata la volta di Antonio Albanese che, per la regia di Giulio Manfredonia, ha scelto la canonica del convento di S. Antonio di Padova per il suo nuovo lungometraggio, terzo capitolo dedicato alle scorrettezze politiche di Cetto La Qualunque dal titolo “Cetto c’è, senzadubbiamente”. Un mese più tardi, spazio alle atmosfere cupe e misteriose della serie “Luna Nera”, targata Netflix, un prodotto tutto italiano con protagonista Antonia Fotaras, la ragazza occitana del recente “Il nome della rosa”, diretta da un trio di donne: Francesca Comencini, Susanna Nicchiarelli e Paola Randi. Location d’eccezione, il parco della Mola, con la cascata sul fiume Mignone in primissimo piano.
Ancora il complesso francescano, a fine luglio, ha ospitato i comici Ficarra e Picone, interpreti, registi e sceneggiatori di una pellicola che vedrà la luce prima delle festività di Natale e che, con il titolo provvisorio di “Fic & Pic 7”, non mancherà di sbancare il box office.
Qualche giorno fa, infine, Gabriele Muccino ha utilizzato gli splendidi saloni di “Casa Persi” e un breve tratto di via Altieri per ambientare la sua nuova opera cinematografica: “I migliori anni”. Una storia corale, un affresco degli ultimi quarant’anni di vita italiana che racconta le vicende di un gruppo di amici interpretati da Pierfrancesco Favino, Kim Rossi Stuart, Micaela Ramazzotti e Claudio Santamaria, con la partecipazione di Nicoletta Romanoff, la cantante Emma Marrone e la giovanissima Alma Noce, già vista nella fiction di Canale 5 “L’isola di Pietro”.
Ricordiamo, poi, che il 22 agosto prossimo uscirà in tutte le sale italiane il film di Pupi Avati “Il signor diavolo”, girato in buona parte, lo scorso anno, all’interno della chiesa del convento di S. Antonio con una massiccia presenza di comparse oriolesi.
Dario Calvaresi