di Marco Feole
Quando sento odore di Western mi fiondo senza pensarci due volte, come farebbe un avvoltoio su una carcassa per cibarsi.
Ok. Ero entrato troppo nell’ambientazione scusate, lasciate stare il paragone. A Venezia 75 un Western in concorso firmato Audiard, arrivato in sala una decina di giorni fa. Fossi in voi, correrei a vederlo.
Siamo nel 1851, in Oregon. Charlie ed Eli sono due fratelli pistoleri sulle tracce di Herman Warm, un cercatore d’oro scappato in California. Quest’ultimo ha sperimentato un sistema chimico che permette di separare l’oro dagli altri residui minerali, e i due fratelli per conto del Commodore interpretato da un certo Rutger Hauer (che ne ha viste di cose…), vogliono metterci le mani sopra. In questa caccia all’uomo, e nel precedere i Sisters c’è John Morris, un investigatore con il compito di trovare Warm e trattenerlo fino all’arrivo dei fratelli. Il resto lo vedrete.
Primo film americano per Jacques Audiard che riadatta il romanzo di Patrick DeWitt, ma che non si limita solo all’omaggio del genere Western e alle sue regole, ma fa molto di più. Il tono commediale e parodico sin dalla scelta del titolo non sovrasta però tutta l’essenza del genere, che si mantiene nel suo stile più crudo, in un Western atipico forse, ma realista.
John C. Reilly, Joaquin Phoenix, Jake Gyllenhaal e Riz Ahmed, basterebbero da soli come garanzia per sperare in un film dalla riuscita vincente, ed in parte è così. Perché è proprio sul gioco dei contrasti che rappresentano i due fratelli, il carattere di ognuno di loro, a fare da colonna portante in un film, quello di Audiard, che mette alla prova il senso di fraternità o “sorellanza” (Sisters) in un mix di contraddizioni.