29 Marzo, 2024
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Elaborato di Giordano Gesmundo classe 1M – Concorso Ladispoli la mia città

Ladispoli la mia città

Sono passati ormai trent’anni da quel giorno in cui la mia professoressa di italiano, Stefania Pascucci, chiese a noi alunni della I M di scrivere un tema “Ladispoli la mia città”, in occasione della sagra del carciofo 2019.

Se ci penso sorrido ancora perché quel tema mi mandò in crisi, non avevo idee, ma a pensarci bene fu proprio quel giorno che decisi cosa avrei fatto da grande:il sindaco della mia città.

Ormai  il tempo è volato velocemente, io sono un quarantenne che fortunatamente è riuscito a realizzare il proprio sogno cioè quello di diventare il sindaco di Ladispoli.

Credo di essere un buon sindaco per la mia città visto che questo è il mio secondo mandato e in questi anni sono riuscito, grazie anche all’aiuto dei miei collaboratori, a realizzare tantissimi cambiamenti che hanno reso Ladispoli una città riconosciuta a livello nazionale per la cura e il benessere della persona.

Sicuramente per arrivare a questo grande risultato è servita la collaborazione di tutti i cittadini che pagando le tasse e rispettando semplici regole hanno reso possibile questo piccolo miracolo.

Credo anche che la mia generazione sia stata fortunata ad avere degli insegnanti in grado di far germogliare in noi il seme della legalità e ricordo ancora, come fosse ieri, le tante iniziative attuate nella mia scuola “Corrado Melone”, dove noi alunni ci trasformavamo in cittadini giorno per giorno grazie ai gemellaggi, agli incontri con gli esperti, alle iniziative con le associazioni locali, grazie alle letture e alle riflessioni in classe.

E ora eccomi qui, seduto su una panchina letteraria, sulle quali sono state incisi i versi delle più belle poesie mai scritte, in viale dei ciliegi, ex via Odescalchi, abbiamo deciso di trasformare questa via, ispirandoci al Giappone e devo dire che la sera le lucine tra gli alberi, rendono questo posto magico.

Abbiamo realizzato l’ospedale San Giuseppe in onore del nostro santo patrono ed è stato costruito tra il bosco di Palo e il lungomare perché è uno dei posti più belli della nostra città dove il malato si lascia cullare dal suono del mare e dal profumo dei pini marini. Abbiamo deciso di costruirlo basso, con grandi vetrate e luminoso, come un ospedale che vidi da piccolo a Merano.

Viale Italia è diventata il salotto della città, è completamente pedonale, con aiuole sempre piene di fiori e alberi di magnolie a profumare l’aria e i bar si sono ispirati ai colori del mare per rendere ancora più accogliente il soggiorno dei turisti e dei cittadini.

Inizialmente ho potenziato i controlli affinché nessuno sporcasse o maltrattasse la nostra città, ma successivamente, quando i cittadini hanno incominciato ad apprezzare questi miglioramenti, i controlli sono diminuiti perché ogni cittadino ha cominciato a prendersi cura della città.

Sicuramente tanto denaro è giunto grazie al moderno porto turistico frequentato ogni anno da tantissimi visitatori che attraccano a Ladispoli per recarsi in visita ai numerosi siti storici presenti sul territorio.

La sagra del carciofo è cambiata tanto da quel lontano 2019 e si svolge interamente tra il lungomare e il porto turistico, sono scomparse ormai le bancarelle che ricreavano una specie di mercato, ma il carciofo è diventato il vero protagonista: ci sono solo casette in legno dove si può gustare il nostro prodotto locale, venduto  solo dai produttori, la popolazione viene coinvolta con attività di laboratorio per cucinare, coltivare e per realizzare piccole sculture di carciofi con i più piccoli.

E’ rimasta la Sagra come festa del cibo buono che viene da tutta l’Italia anche per far conoscere le bellezze della nostra nazione, ma abbiamo aperto le porte anche ai numerosi cittadini provenienti da tutto il mondo che da tanti anni vivono a Ladispoli e che ora finalmente hanno la possibilità di far conoscere i loro prodotti tipici.

Sicuramente tante cose mi restano da fare come sindaco, sono solo all’inizio, ma quello che ho realizzato fino a questo momento l’ho fatto con gli occhi di un adulto, ma con il cuore di un bambino e così continuerò.

Giordano Gesmundo

I M

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