20 Aprile, 2024
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Città metropolitana di Roma. La sindaca Raggi «Rivedere competenze e assetto dell’Ente»

La Città metropolitana di Roma resta un’istituzioni incompiuta dopo la riforma della legge Delrio

“La Città metropolitana è un Ente ancora in cerca d’autore: l’impianto della riforma Delrio non funziona. Il ruolo principale che dovrebbero avere i sindaci che compongono il territorio metropolitano hanno uno strumento finora depotenziato, quello della Conferenza dei Sindaci.

Il territorio della ex provincia di Roma ha al suo interno realtà eterogenee, città più o meno grandi e più o meno vicine o lontane dal centro. I bisogni sono differenti ed è la sede dell’ente metropolitano a dover essere il luogo di ascolto ed elaborazione di risposte condivise, per dare maggiore organicità e forza alle scelte che si compiono.

Ma il fatto che i rappresentanti istituzionali, sindaci o consiglieri, svolgano prima di tutto un altro ruolo nei propri enti di appartenenza, non consente di svolgere adeguatamente il proprio compito nella Città metropolitana. La Conferenza dei Sindaci a norma dello Statuto ha una funzione consultiva, ma non è facile garantire la presenza alle sedute, ed è forse conseguenza anche del fatto che gli stessi Sindaci non si sentano ascoltati. Tutti, a partire da me, dobbiamo usare al meglio questo strumento.

È necessario ripensare il nostro assetto istituzionale, le competenze , le funzioni e le risorse. È per questo che nella Conferenza Stato Città, come delegata Anci per la Città metropolitana di Roma, sto portando avanti questo tema all’interno di una proposta più ampia, fondata sul ripensamento di tre aspetti fondamentali. In primo luogo le competenze e la loro chiara redistribuzione tra Regione e Ente metropolitano: un percorso da portare a termine e di cui definire chiaramente anche le risorse umane e strumentali che devono accompagnare l’attribuzione delle funzioni. Poi c’è il tema delle risorse: nonostante si sia passati dal 75 al 60% di trasferimenti al Governo centrale, è sempre altissima la quota di risorse non disponibili rispetto a quelle da destinare agli investimenti nelle nostre competenze fondamentali. Infine, il superamento del secondo livello negli organismi deliberativi del Consiglio, per consentire a tutti noi una maggiore partecipazione alla costruzione di questo nuovo Ente, a partire dalle esigenze di tutti i Comuni coinvolti, che svolgono un lavoro di prossimità e sussidiarietà”.

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