25 Aprile, 2024
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Ladispoli. Presidente del consiglio comunale Caredda: contro gestione del consiglio comunale attacco strumentale

Riceviamo e pubblichiamo

COMUNICATO STAMPA

Consiglio comunale, ecco la verità dei fatti

“Se è vero che la stampa deve essere il cane da guardia della democrazia, è altrettanto necessario che non debba diventare una talpa cieca e mossa solo da oscuri rancori”.

In merito alle polemiche sulla recente seduta di Consiglio comunale è intervenuto il presidente avv. Maria Antonia Caredda, messa sul banco degli imputati da una testata on line per presunto comportamento scorretto nella gestione dei lavori.

“Quando un organo di stampa intende fare le pulci agli amministratori – prosegue il presidente Caredda – come minimo deve sapere leggere i regolamenti comunali e conoscere l’argomento di cui parla. Questa vicenda conferma come da tempo sia in atto un attacco sistematico contro l’amministrazione del sindaco Grando per motivi strumentali e privi di fondamento. Le fandonie raccontate sulle modalità di svolgimento dell’ultima seduta di Consiglio comunale sono l’esempio più recente di come una vicenda possa essere raccontata in modo distorto, attraverso una volutamente erronea interpretazione delle normative che regolano i lavori della massima assise civica di Ladispoli. Per non parlare della teoria del complotto secondo cui un burattinaio ordinerebbe perfino la manipolazione delle registrazioni audio delle sedute all’emittente Centro Mare Radio che le trasmette in diretta. Emittente che, peraltro, con una nota ufficiale ha spiegato cosa sia accaduto dal punto di vista tecnico. Entrando nel dettaglio, ora spiego in modo inconfutabile come sia stato falsamente interpretato il Regolamento.

In particolare sottolineo che è stato correttamente applicato,  l’art. 67 del regolamento del consiglio comunale, applicazione tra l’altro avallata e confutata dal segretario generale del Comune, organo terzo che vigila, tra le altre cose, sulla correttezza formale e sostanziale nello svolgimento delle sedute della massima assise civica, una sorta di Notaio del Consiglio comunale, per intenderci.

Non è quindi applicabile il comma 4° dell’articolo 68 come vorrebbe far credere una testata giornalistica on line che cerca spasmodicamente di screditare la sottoscritta e l’amministrazione comunale, in quanto lo stesso comma 4° è applicabile solo alla fattispecie prevista e disciplinata dal comma 3 dello stesso articolo 68 che testualmente riporto:  (art. 68 comma 3. Ogni Consigliere Comunale può richiedere al Presidente di verificare l’esistenza del numero legale, in qualsiasi momento della seduta, ma non durante le dichiarazioni di voto e non interrompendo un intervento in corso. Il Presidente del Consiglio Comunale procede immediatamente alla verifica, disponendo che il Segretario generale effettui un appello nominale dei Consiglieri comunali ovvero, se l’aula è dotata di impianto automatico di votazione, può disporre l’accertamento delle presenze sulla scorta delle risultanze dell’impianto e con l’ausilio degli scrutatori. Lo stesso Consigliere comunale non può richiedere due volte la verifica del numero legale, durante la discussione dello stesso argomento iscritto all’ordine del giorno.

Nessun consigliere ha chiesto la verifica del numero legale, ragion per la quale il comma 4 dell’art. 68 come decantato dallo scaltro, ma non troppo compilatore dell’articolo on line, non è applicabile al caso richiamato.

La procedura è, e rimane corretta.

Ci auguriamo – conclude il presidente Caredda – che finisca rapidamente questo assalto continuo all’amministrazione comunale che deve essere giudicata sui fatti e non in maniera pretestuosa per ragioni che ci sfuggono. Qualcuno è evidente che spesso finisca fuori binario”.

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