13 Dicembre, 2025
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Dai ristoranti al mondo della scuola, la protesta scuote il Paese

In diverse piazze, da Nord e Sud, i timori e le paure di commercianti e lavoratori. Manifestazioni pacifiche per chiedere la riapertura dei locali.Β Iniziative anche contro la didattica a distanza

Non si fermano leΒ protesteΒ il giorno dopo l’approvazione del decreto Ristori, voluto dal governo per aiutare le attivitΓ  commercialiΒ fermate dal dpcm, che impone la chiusura totale o parziale. In 24 cittΓ  la Fipe ha promosso la mobilitazione dei ristoratori, che portano in piazza la preoccupazione per il futuro e anche la rabbia di veder andare in fumo tutti quei lavori realizzati per rispettare le norme anticontagio: “Nei nostri locali – hanno sottolineato – non sonoΒ stati registrati focolai, e abbiamo fatto sacrifici straordinari per andare avanti. Sacrifici che nessuno ci riconosce”.

Da Milano a Palermo, da Torino a Bari, Roma, Firenze e Bologna, la voce della protesta Γ¨ unica: “Vogliamo lavorare”.

Oltre aiΒ ristoratori, in piazza ci sono anche i titolari di palestre e centri sportivi, i gestori delle piscine, i tassisti, il mondo della scuola, che contesta la didattica a distanza.

Gli studenti del liceo Volta di Milano hanno protestato davanti a Palazzo Lombardia, sede della Regione, contro la didattica a distanza al 100% imposta dall’ordinanza regionale per contrastare la diffusione del Covid. E’ stata una protesta silenziosa quella dei ragazzi che, a distanza di sicurezza, si sono seduti per terra e hanno aperto i libri di testo per studiare. Ognuno di loro aveva le cuffie nelle orecchie per seguire la lezione a distanza.

A Bari corteo pacifico di alcune decine di ristoratori, titolari di bar e pub, di catering e stabilimenti balneari.Β  I manifestanti hanno apparecchiato per terra, in largo Giannella, e si sono seduti sulla piazza, esponendo cartelli e striscioni con la scritta “Il piatto piange”. In apertura della manifestazione, Γ¨ stato suonato 2Il Silenzio”.Β  Le norme anti-Covid hanno consentito la presenza di soli 60 operatori, all’interno dell’area delimitata: gli altri hanno manifestato all’esterno.

A Napoli molti ristoratori in abbigliamento da lavoro, e con i piatti vuoti sui tavoli sistematiΒ sulla strada, hanno chiestoΒ aiuti concreti: “C’Γ¨ il decreto – hanno evidenziato esponenti della Federazione Cuochi – ma bisogna fare presto”.

Tovaglie bianche in terra, perfettamente apparecchiate con tanto di piatti, posate e calici per il vino. È andata in scena cosΓ¬ la protesta dei ristoratori di Torino. Un centinaio gli esercenti di ristoranti e bar che hanno risposto all’appello della Fipe e sono rimasti seduti a terra, in silenzio, in piazza Carignano. “Siamo qui simbolicamente – ha spiegato la presidente dell’Ascom Torino, Maria Luisa Coppa – questa Γ¨ una piazza dove regna il silenzio. È il silenzio della preoccupazione delle nostre imprese. Siamo qui per esprimere il grande disagio che stiamo vivendo. Ristoranti, bar, gelaterie sono in difficoltΓ . Non solo, anche hotel e agenzie di viaggio sono in sofferenza”.

“Ringraziamo il Presidente Conte per i ristori – ha aggiunto Coppa –Β ma non gli crediamo quando dice che non ci sono aziende di serie A e serie B.Β Ci vogliono dati scientifici per decidere di chiudere un settore e non un altro. Le nostre categorie hanno seguito le regole, oggi devono accettare decisioni non comprovate da dati scientifici. Non Γ¨ giusto”. “Faremo le nostre rimostranze – ha concluso Coppa – chiederemo che vengano annullate le tasse per un anno, cosΓ¬ come i tributi. Temiamo che le chiusure imposte dal Governo servano solo a tamponare la situazione, temiamo la chiusura nel periodo di Natale, che vorrebbe dire, per molti, non aprire piΓΉ”. A concludere la manifestazione dei ristoratori, le note del Silenzio, simbolo della protesta pacifica e intonato in quasi tutte le piazze.

Minuto di silenzio a Perugia, e in diverse altre piazze, in segno di solidarietΓ  con tutte quelle persone che rischiano di perdere il posto di lavoro.

A Cagliari centinaia di persone, tra titolari di palestre, piscine e atleti, si sono ritrovate sotto il palazzo del Consiglio regionale e davanti alla Darsena del porto di via Roma, per contestare la chiusura delle loro societΓ , stabilita dall’ultimo Dpcm anti-Covid.Β Tra balli, slogan e striscioni, i manifestanti hanno rimarcato il binomio tra sport e salute psicofisica. Nessun disordine, anche se in alcuni momenti, nonostante l’invito degli organizzatori, si sono creati degli assembramenti.Β Β β€œLe disposizioni di chiusura previste dall’ultimo Dpcm”,Β spiega Fabio Medda, uno degli organizzatori della manifestazione, “hanno seminato uno sconforto totale. Siamo stati lineari e puntigliosi a seguire le linee guida imposte dal governo. Nelle palestre stavamo lavorando con ingressi, ovviamente, contingentati e in sale da 110 metri quadri siamo passati da 25 persone a sette ogni ora e mezza”.

Dai bar ai ristoranti, dalle palestre e piscine ai centri sportivi, dal mondo della scuola a quello dei trasporti, quindi, le proteste non si fermano. E puntano ad un solo ed unico obiettivo:Β riaprire.

(Agi)

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