30 Aprile, 2024
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Road to Venezia 76 – uscita 6 IL CONTAGIO Matteo Botrugno e Daniele Coluccini

di Marco Feole

Presentato alla 74ima edizione del Festival del Cinema di Venezia nella sezione “Giornate degli autori”, dopo “Et in terra pax” (guardatelo! per chi non l’ha visto…) Matteo Botrugno e Daniele Coluccini firmano il loro secondo film, e lo fanno secondo me con un’estrema e non comune maturità.

Il Contagio, ispirato all’omonimo romanzo di Walter Siti probabilmente non piacerà subito a tutti, ma forse è proprio questo uno dei suoi grandi meriti. Perchè ciò che racconta è tanto, troppo. I due registi in questo film si distinguono per molteplici situazioni, e molte non comuni al Cinema italiano degli ultimi anni. Da alcuni movimenti di macchina come quello iniziale del palazzo (che anche se in maniera diversa, porta alla mente “Una giornata particolare” di Ettore Scola), che racchiude già in partenza il senso completo del film, all’interminabile e clamoroso piano sequenza nella parte finale, fino ad arrivare ad un qualcosa che nel Cinema italiano davvero non siamo abituati a vedere, l’incredibile lavoro sugli attori. In questo caso lavoro “fisico” su un Vinicio Marchioni eccellente nella sua prova, soprattutto nella prima metà del film. Un altro enorme merito sta secondo me nel mostrarci la vera natura di Vincenzo Salemme, drammatico come non siamo abituati a vedere ma come lui sa perfettamente essere. Parlando di prove attoriali, non si può non citare un grande Maurizio Tesei o Anna Foglietta soprattutto in una scena magistrale, con un monologo proprio in compagnia di Salemme.

Personalmente credo che i due registi volessero mostrarci un qualcosa non da subito definito, ma lasciare a chi guarda la propria interpretazione, e questo è esattamente quello che io chiedo al Cinema. Nella mia personale visione del film, in mezzo a tanti temi trattati, c’è la difficoltà dell’uomo a relazionarsi con la donna. Quasi un distacco, il non voler più, come giusto che sia, il ruolo di dominante. Per citare un’altra opera che forse descrive meglio la mia personale visione: “Uomini che odiano le donne”.

Come detto è probabilmente un film difficile da digerire subito, ma come in tutte le cose fatte bene in questo ambito, bisogna anche saperle leggere alcune situazioni e averne la voglia. E’ un film da vedere e rivedere possibilmente, perchè Italiano e coraggioso. Perchè mostra anche a livello registico cose assolutamente distanti dalle produzioni italiane degli ultimi anni, e anche se magari a tutti non piacerà, o ci metterà un pò ad arrivare, sappiate che tutto questo non è per nulla negativo!

Uno dei miei film preferiti di quella edizione. Un film che ti resta in qualche modo dentro, ti rimane in testa. E se non è Cinema questo…

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