Arriva nelle sale italiane, in questo periodo di feste, una costellazione eterogenea di titoli che attraversano culture, generi e umori del cinema di casa nostra e internazionale. Da vedere “La mia famiglia a Taipei” (“Left Handed Girl”), opera taiwanese vincitrice della Festa del Cinema di Roma: un film delicato, costruito in levare, dove sono le donne a tenere le redini del quotidiano, spesso costrette a misurarsi con un maschile dai comportamenti arretrati e sessisti che, a volte, regala eccezioni. La regista intreccia con cura narrativa e osservazione sociale, trasformando il ritratto di un nucleo familiare in un affresco urbano vibrante. L’eleganza della messa in scena, fatta di ellissi, silenzi e improvvisi slanci emotivi, restituisce una Taipei intima e mai convenzionale e un punto di vista ad altezza (nei piano-sequenze è così che viene posizionata la macchina da presa) della protagonista, una dolce e simpatica bambina di 6 anni.
Accanto a questo incantevole film asiatico, il calendario delle uscite in sala propone il cammino intimo di “Buen Camino” scritto da Checco Zalone – anche protagonista – e Gennaro Nunziante che ne firma la regia. Un road movie spirituale su sentieri più personali che religiosi che porteranno Zalone a fare i conti con sé stesso.
Arriva poi “Primavera”, delicato film storico-biografico, liberamente tratto dal romanzo Stabat Mater di T. Scarpa, opera prima di Damiano Michieletto, tra fragili risvegli sentimentali e la musica (vivaldiana) che tutto può, indaga l’ingiustizia della condizione femminile, con Michele Riondino (Antonio Vivaldi), Tecla Insolia, Andrea Pennacchi e Stefano Accorsi. Nonostante l’ambientazione veneziana, in costume, di inizio Settecento, “Primavera”, resta contemporaneo; ed è la volta di “Filmlovers!”, film meta-cinematografico e giocoso di Arnaud Desplechin, che celebra la comunità degli spettatori prima ancora che l’atto di filmare e riflette sulla cinefilia e sull’atto di andare al cinema.
Dalla Francia giunge il film di animazione “La piccola Amélie” di Maïlys Vallade e Liane-Cho Han, racconto ambientato in Giappone negli anni Sessanta, sospeso tra infanzia e immaginazione e tra colori pastello e colori brillanti, mentre “Lo sconosciuto del grande arco”, un biopic dedicato alla figura di Otto von Spreckelsen, l’architetto che progettò l’arco de La Défense, inserisce una vicenda noir nel paesaggio politico della Parigi del 1983 e percorre le tensioni tra arte, individuo e istituzioni. L’azione più tesa è quella del film “No Other Choice – Non c’è altra scelta”, con Lee Byung Hun (“Squid Game”), un thriller con risvolti da commedia, sudcoreano, che fonde denuncia e ritmo serrato.
Per i più giovani, e non solo, torna l’energia della spugna gialla con “SpongeBob – Un’avventura da pirati”, epica e colorata avventura negli abissi inesplorati, tra mostri marini, navi pirata e situazioni esilaranti, che non dimentica l’umorismo surreale della serie.
Esce in sala anche un thriller psicologico americano, ispirato all’omonimo romanzo, “Una di famiglia” di Paul Feig, con Amanda Seyfried.
Una fine e inizio di anno ricca di storie fantastiche, reali, interpretate o animate pronte per essere vissute, non resta che immergersi nella magia del grande schermo.
Marzia Onorato


