5 Dicembre, 2025
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Anguillara si mobilita per la pace: “Stop genocidio a Gaza”

Due serate di testimonianze, informazione e sensibilizzazione per chiedere la fine delle violenze nella Striscia di Gaza e, più in generale, nei tanti scenari di guerra del mondo. È questo il messaggio forte e chiaro lanciato dal Presidio Cittadini di Anguillara, che l’11 e 12 giugno ha animato Piazza del Molo con l’iniziativa “Stop genocidio a Gaza”.

Nel suggestivo scenario del lago al tramonto, cittadini, attivisti e semplici curiosi si sono ritrovati per ascoltare, riflettere e porre domande. Un evento che non si è limitato alla denuncia, ma ha voluto offrire anche strumenti di comprensione, attraverso interventi diretti e racconti da chi ha vissuto il dramma della guerra sul campo.

L’iniziativa si è aperta l’11 giugno con l’intervento di Alfio Nicotra, esponente dell’associazione Un Ponte Per/AOI, da poco rientrato da una missione umanitaria verso Rafah. Il giorno successivo si è svolto un nuovo incontro, promosso e coordinato da don Paolo della parrocchia di Regina Pacis, con la partecipazione del gruppo Sanitari per Gaza, rappresentato da Paola Prestigiacomo e Stefania, infermiere e coordinatrici da anni impegnate in progetti umanitari nei territori occupati.

Le due operatrici sanitarie hanno illustrato la condizione drammatica e ormai insostenibile della popolazione di Gaza e della Cisgiordania, descrivendo una situazione di emergenza sanitaria, civile, sociale e psicologica. È stato raccontato con grande forza come la distruzione del sistema sanitario, delle scuole, dei luoghi di culto, delle squadre di soccorso e il blocco degli aiuti alimentari siano utilizzati come strumenti di pressione contro la popolazione civile. Durante l’incontro è stato inoltre approfondito il tema delle campagne di boicottaggio attive a livello internazionale, in particolare contro aziende legate allo Stato occupante. Tra queste, è stata citata la casa farmaceutica Teva, più volte condannata nel mondo per pratiche commerciali scorrette.

Nel corso della serata, don Paolo ha sottolineato come l’obiettivo dell’iniziativa non fosse quello di prendere una posizione politica, ma piuttosto di offrire un’occasione di riflessione collettiva. “Volevamo parlare di questi temi a partire dalla vicenda umana, senza bandiere, ma con l’urgenza di capire – ha spiegato –. Gaza è solo la punta dell’iceberg, un’emergenza che mette in luce altre crisi dimenticate, che si allargano e ci riguardano da vicino. Anche i nostri figli, le nuove generazioni, potrebbero trovarsi coinvolti in questi scenari futuri”.

Quello che è emerso – ha aggiunto – è che dietro a questi drammi si celano meccanismi ricorrenti. Conoscerli è il primo passo per restare vigili e non restare indifferenti, anche per proteggere il nostro stesso futuro”.

Colorata da una grande bandiera arcobaleno con la scritta “Pace in Ucraina, Palestina, Israele, Nigeria, Afghanistan”, la piazza si è trasformata in uno spazio di confronto, dove la parola ha preso il posto dell’indifferenza. Numerosi i passanti si sono fermati ad ascoltare, leggere i materiali informativi e partecipare al dialogo.

Nel corso degli interventi è emersa anche una riflessione critica sulla politica internazionale, ritenuta – da più voci presenti – spesso incapace di arginare le violazioni dei diritti umani, quando non addirittura complice di tragedie ormai sotto gli occhi di tutti.

Paola Forte

(foto a cura di Paola Forte)

 

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