Pochi giorni fa ho avuto l’occasione di visitare il canile Vallegrande e conoscere la fondazione Cave Canem onlus. All’inizio, ad essere sinceri, pensavo che mi sarei imbattuto nel classico stereotipo di canile che un po’ tutti noi abbiamo in mente. Quello di un luogo rumoroso e grigio, con file di gabbie metalliche, cani che abbaiano disperati e poca luce naturale. Odore di disinfettante e animali tristi che cercano attenzioni e una famiglia che li scelga.
Al canile Vallegrande, posto in un lembo di terra non lontano dalla Via Braccianese fra Osteria Nuova e La Storta, ho visto proprio il contrario di quello che mi ero immaginato. Ho trovato un luogo in campagna, all’interno di una vasta area agricola, ricco di persone solari e serene, fra lavoratori e volontari che portavano al guinzaglio i cani in una passeggiata domenicale nel grande prato che lo circonda. All’interno ho avuto il piacere di conoscere Luca, Aldo e Martina, alcuni membri della fondazione Cave Canem impegnati nella cura e nel recupero di cani che hanno incontrato delle difficoltà nel loro percorso. Ad esempio, c’è chi è stato salvato dai combattimenti clandestini organizzati dalla criminalità organizzata, chi sta lavorando alla gestione dell’aggressività o ancora all’istinto di fuga e alla paura dell’uomo.
A tale riguardo la fondazione è impegnata a 360 gradi per il benessere e la gestione ottimale degli animali, partendo proprio dalle peculiarità della razza e dei singoli esemplari. In particolare è attiva con varie iniziative fra cui webinar, incontri, attività di sensibilizzazione e corsi di formazione annuali per educatori cinofili.
Inoltre, sono consultabili online i numerosi progetti che la fondazione segue e porta avanti grazie alle donazioni. Fra cui l’adozione a distanza di un cane, la prevenzione alla leishmaniosi canina, i corsi nelle scuole per insegnare ai bambini a rispettare gli animali e a contrastare il fenomeno del randagismo ancora molto diffuso. Infine di notevole rilievo è la collaborazione con le forze dell’ordine e la magistratura attraverso il progetto “io merito giustizia”, che consente alla fondazione di offrire supporto e snellire le pratiche della giustizia italiana. In questo modo più di 160 cani sono stati svincolati dal sequestro giudiziario e gli è stata offerta una seconda possibilità, stavolta lontano dai maltrattamenti.
Cristian Pelliccioni



