5 Dicembre, 2025
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9 Silenzio nel traffico, ordine nel caos: la Cina che sorprende (il mio viaggio in Cina)

Guidare in Cina, o anche solo osservare il traffico, è un’esperienza che ribalta ogni aspettativa. Abituato al frastuono delle nostre città, dove clacson e smog sono compagni di viaggio, mi sono ritrovato immerso in un flusso urbano incredibilmente intenso, spesso lentissimo, ma… silenzioso. A confronto, Roma all’ora di punta sembrerebbe quasi una città addormentata.

Eppure, nonostante le migliaia di auto incolonnate a passo d’uomo, non c’è rumore assordante, né aria irrespirabile. Lo smog, un tempo simbolo delle metropoli cinesi, è quasi scomparso. Merito di una politica lungimirante: grazie a incentivi governativi che hanno trasformato il panorama urbano, oggi circa la metà delle auto sono a motore elettrico. La Cina è il primo mercato mondiale per veicoli elettrici, con oltre 6 milioni di veicoli elettrici venduti nel 2022. Le esenzioni fiscali e le quote di produzione obbligatorie hanno spinto le case automobilistiche a investire massicciamente e le stazioni di ricarica sono ovunque: oltre 2,6 milioni installate nel Paese.

Anche i motorini, che si accalcano ai semafori all’inizio della giornata lavorativa, sono a motore elettrico. Nessun rombo, nessun fumo. Solo un sussurro di ruote. Pochi indossano il casco, nonostante l’obbligo, e alcuni si avventurano persino sui marciapiedi. Ma il silenzio resta, come una cortesia urbana.

Ciò che mi ha davvero stupito nelle città è la cura maniacale del decoro urbano. Addetti alla pulizia ovunque, armati di scope e raccoglitori, operano anche tra la folla. Mi è stato detto che sono monitorati via GPS dai loro superiori, per garantire efficienza e copertura.

I giardinieri sono una presenza costante: innaffiano, potano, rifilano siepi con precisione chirurgica. Le strade sono bordate da aiuole fiorite, prati curatissimi, vasi di rose persino sui viadotti chilometrici che si estendono oltre le periferie. Un’armonia visiva che trasforma anche le infrastrutture in paesaggi.

La Cina moderna è anche grattacieli. Tanti, altissimi, uniformi. Anche nelle città “piccole”, dove “piccolo” significa 10 milioni di abitanti, si trovano complessi residenziali prefabbricati, costruiti in serie per rispondere alla domanda abitativa esplosa negli ultimi decenni.

Questi edifici, immersi nel verde, collegati da ampie strade, appaiono desolatamente identici, come alveari futuristici. Una scelta funzionale, ma che sacrifica l’identità architettonica. Un contrasto evidente con la leggerezza delle costruzioni imperiali, come la Città Proibita o il Palazzo d’Estate.

Eppure, la Cina sa anche stupire con l’innovazione. A Shanghai, il quartiere finanziario di Pudong è un caleidoscopio di luci e forme. Dal Bund, il viale lungo la riva sinistra del fiume Huangpu, si ammira uno skyline che sembra uscito da un film di fantascienza.

In Cina, anche il caos è ordinato. Anche il rumore è silenzioso. E anche l’uniformità, a volte, riesce a raccontare una storia. Basta saperla ascoltare.

Riccardo Agresti

 

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Il prossimo appuntamento: 10 La Cina che si gusta

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