L’agone nuovo, ancora una volta, si è fatta promotrice di una iniziativa culturale di rilievo. Presso l’Archivio Storico di Piazza Mazzini, a Bracciano, si è tenuto l’incontro con il giornalista e scrittore Amedeo Lanucara, autore del libro “In via Fani io non c’ero – Lo scrisse: guida per decifrare i suoi scritti”.

L’evento, organizzato in collaborazione con il Comune di Bracciano, ha preso il via con i saluti istituzionali della presidente del Consiglio Comunale Giulia Sala e dell’assessora alla Cultura e vicesindaca Biancamaria Alberi, in rappresentanza del sindaco Marco Crocicchi, assente per impegni lavorativi. La moderazione dell’incontro è stata curata da Giovanni Furgiuele, presidente dell’associazione L’agone nuovo, che ha introdotto il tema della serata e invitato l’autore a condividere il senso profondo del suo lavoro.
A seguire, l’intervento del dirigente scolastico Riccardo Agresti ha inquadrato il contesto storico e culturale entro cui si muove l’opera di Lanucara, presente anche l’assessore alle politiche sociali Massimo Guitarrini, mentre Leonardo De Sanctis, di Fafè Editore, ha sottolineato la coerenza dell’opera con le precedenti pubblicazioni dell’autore, definendole parte di un unico filone di ricerca.
La lettura di alcuni brani scelti, affidata a Monica Sala, bibliotecaria e documentarista, ha fornito un assaggio del linguaggio e della profondità del testo, volto a decodificare il pensiero e le parole di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, durante i 55 giorni della sua prigionia nel 1978.
Il pubblico presente, numeroso e partecipe, ha dimostrato grande interesse e ha accolto con calorosi applausi gli interventi della serata. Non sono mancati momenti di riflessione e dibattito, in particolare dopo le parole dello stesso Amedeo Lanucara, che è stato allievo di Moro e ha raccontato di aver sostenuto con lui il primo esame universitario in “Filosofia del Morale”.
Lanucara si definisce “ermeneuta” del pensiero moroteo: un interprete capace di leggere tra le righe delle lettere scritte da Moro in condizioni di estrema costrizione, utilizzando un linguaggio colto, preciso e volutamente enigmatico. Secondo l’autore, solo chi ha avuto modo di conoscere a fondo il pensiero del professore pugliese può davvero comprenderne i significati nascosti.
Tra le tesi più forti del libro, quella secondo cui le Brigate Rosse sarebbero state solo esecutrici inconsapevoli di un disegno orchestrato da poteri più alti. Secondo Lanucara, Moro avrebbe utilizzato con attenzione parole come “prelevamento” al posto di “rapimento” e avrebbe affermato di trovarsi sotto un “dominio completo ed incontrollato”, con riferimento non alle BR – all’epoca braccate dalle forze dell’ordine – ma a forze ben più influenti, riconducibili ai vincitori della Seconda guerra mondiale.
L’opera si presenta come un’indagine linguistica e storica, che mira a restituire dignità al pensiero di Moro e a restituire alla collettività una verità a lungo occultata. Una lettura che invita a riflettere non solo sulla storia d’Italia, ma anche sul significato profondo della libertà, della partecipazione e della consapevolezza politica.
Come cantava Giorgio Gaber: “La libertà non è star sopra un albero, è partecipazione”. Ma partecipare davvero, ricorda Lanucara, è possibile solo conoscendo a fondo i fatti. E questo libro è un passo coraggioso in quella direzione.
Paola Forte