5 Dicembre, 2025
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Cineturismo e territorio

Spesso i luoghi intorno a noi ricordano le innumerevoli scene cinematografiche che importanti registi hanno scelto di girare nei nostri territori. Probabilmente l’abitudine ad ammirare le bellezze naturali che ci circondano, il nostro viverci dentro, sposta i pensieri verso gli operatori del settore che hanno mostrato il loro talento tra gli ambienti a noi cari. Moltissimi film sono stati girati tra le mura del Castello Odescalchi, ma anche tra di noi, tra i boschi e le nostre campagne, attraverso le vie dei nostri centri storici, lungo le rive dei nostri laghi, i nostri due laghi, perché oltre a Carlo Verdone, che porta a pranzo la giovane attrice Natasha Hovey in un ristorante del lungolago di Bracciano nel film “Acqua e sapone” oppure a Margherita Buy con Barbara Ronchi in un bar sul lungolago di Trevignano Romano nel film “Dieci Minuti” di Maria Sole Tognazzi, c’è la famosa scena di Gina Lollobrigida nel film di Luigi Comencini “Le avventure di Pinocchio” tra le acque del lago di Martignano ad Anguillara Sabazia. Basterebbero questi pochi esempi, uniti al ricordo dei numerosi film girati tra Canale Monterano,il Bosco Macchia Grande e la Caldara di Manziana, tra cui molti western, per capire che ci troviamo in un grande set all’aperto, un’enorme Cinecittà naturale cui non devi aggiungere nulla, basta un minimo di creatività e la capacità di saper recitare ed ecco che si realizza una nuova magia. Ci potremmo anche fermare, ma quando la frequentazione dei nostri antichi centri storici e degli spazi circostanti prosegue, allora il nostro sguardo attento continua a stimolare il ricordo di “Arrivano i dollari” con Alberto Sordi e Nino Taranto oppure del“Don Chisciotte” di Orson Welles o di Sophia Loren in “C’era una volta” di Francesco Rosi, addirittura del Kolossal, del 1959, “Ben-Hur”. Ti rendi conto, anche con un pizzico di vanità, che stai attraversando lo stesso “palcoscenico” calcato da Renato Pozzetto, Gloria Guida e Diego Abatantuono in “Fico d’India” di Steno, da Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman in “La marcia su Roma” di Dino Risi, da Alberto Sordi e Vittorio De Sica in“Gastone” di Mario Bonnard, da Massimo Troisi e Roberto Benigni in “Non ci resta che piangere”, da Totò e Aldo Fabrizi in “Guardie e ladri” di Mario Monicelli. Ricordo con affetto, perché è un luogo che ho frequentato per quasi cinquant’anni, i film girati presso il Museo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle, in particolare “Edda”, del regista Giorgio Capitani con Massimo Ghini e Alessandra Martines. La cosa positiva è che il prodotto di questa fabbrica che genera emozioni, si può provare sul bianco schermo del Cinema Palma a Trevignano Romano, grazie a una famiglia che ha ereditato la passione per la “settima arte” e che ha saputo mantenere e “proiettare” nel futuro. La cosa negativa è che nel resto di questo nostro territorio, nei paesi circostanti, che molti artisti hanno scelto per raccontare le loro storie, siano svaniti, uno per volta, i grandi schermi bianchi che, nel buio di una sala, s’illuminavano magicamente proprio di quelle storie. Quando a un’intera comunità le è rubata la possibilità di passare qualche ora in balia delle più varie emozioni, non è mai una bella cosa, occorrerebbe reagire ma, come davanti a un grande schermo circondato dal buio, non so mai in quale modo, forse soltanto scrivendolo perché raccontare provoca sempre una reazione.

Lorenzo Avincola

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