Si è svolta lo scorso 5 aprile la conferenza tenuta dal dott. Giulio Lucarini “Un ponte tra Africa ed Europa. La società neolitica di OuedBeht, Marocco” nel suggestivo castello Odescalchi di Bracciano. La conferenza si è aperta con i saluti istituzionali del presidente della “Forum Clodii”, Massimo Mondini, del presidente dell’ISMEO, Adriano Rossi, della dott.ssa Lorenza Manfredi del CNR-ISPC, del sindaco di Bracciano, Marco Crocicchi e del consigliere culturale dell’ambasciata del Marocco in Italia, Abdellatif Jihaoui.
A OuedBeht, nel Marocco settentrionale, il gruppo di ricerca co-diretto da Lucarini, CyprianBroodbank e Youssef Bokbot, ha riportato alla luce il più antico complesso agricolo finora conosciuto in Africa al di fuori della Valle del Nilo. Le ricerche sono condotte nell’ambito di una collaborazione tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISPC), l’ISMEO – Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente, l’Institut National des Sciences de l’Archéologie et du Patrimoine e l’Università di Cambridge.
I lavori sul campo, avviati nel 2021 e tuttora in corso, si fondano su un approccio archeologico multidisciplinare. Ogni anno vengono organizzate campagne di scavo e di studio dei materiali. Chiediamo a Lucarini se ci sono stati momenti di difficoltà. «Non direi – risponde – ma l’avvio delle indagini ha rappresentato senz’altro una fase cruciale, soprattutto per via dell’estensione dell’areada esplorare, circa 15 ettari. Una sfida importante è stata anche il coordinamento di un gruppo internazionale, formato da ricercatori di diversi Paesi e ambiti disciplinari». Il momento più emozionante? «Il ritrovamento delle numerose fosse destinate allo stoccaggio delle granaglie, che confermano la presenza di una comunità agricola complessa che si sviluppò tra il 3400 e il 2900 a.C., un dato senza precedenti per queste regioni del Nord Africa».
La conferenza è stata seguita da un foltissimo pubblico attento e partecipe, che ha rivolto a Lucarini numerose domande, ricevendo risposte articolate e approfondite. L’archeologo ha sottolineato come l’obiettivo principale delle prossime campagne sarà quello di comprendere meglio l’organizzazione sociale della comunità di OuedBeht e il suo ruolo nelle interazioni con altre regioni del Mediterraneo. Tutti i dati finora disponibili confermano, infatti, il ruolo del Maghreb come nodo centrale all’interno delle reti culturali e commerciali del Mediterraneo preistorico.
Claudia Reale
Redattrice Lagone