7 Maggio, 2024
spot_imgspot_img

Autismo, l’impegno dei Lions per una maggiore consapevolezza

L’autismo, o meglio, i “disturbi dello spettro autistico“ sono un disturbo del neuro-sviluppo che coinvolge principalmente il linguaggio e la comunicazione, l’interazione sociale, gli interessi per lo più ristretti, stereotipati e i comportamenti ripetitivi .
Donald Triplett è stata la prima persona a cui è stato diagnosticato “autismo”. Nato nel 1933 a Forest, Mississippi, come accadeva allora in caso di disturbi mentali, fu ricoverato in un istituto. Qui il bambino s’isolò sempre di più, tanto che i suoi genitori decisero di riportarlo a casa, per trovare risposte piu’ adeguate.
Fu il primo caso in cui il dottore che lo prese in carico, il prof. Leo Kanner, usò il termine autismo per diagnosticare questo disturbo sociale ed emotivo, a differenza di precedenti osservazioni di pazienti associati, invece, a una diagnosi di schizofrenia.
Kanner, professore alla John Hopkins University, per la sua valutazione iniziale utilizzò gli appunti che aveva scritto il padre del bambino, con una meticolosa osservazione delle caratteristiche comportamentali del figlio. Queste note molto accurate si sarebbero rivelate essenziali per aiutare il medico a determinare terminologia e modelli comportamentali coerenti con la diagnosi di autismo.
Le descrizioni includevano, ad esempio :“più felice quando è lasciato solo”, “disegnare in un guscio e vivere dentro di sé” e “ignorare le cose che lo circondano”. Donald aveva un uso particolare del linguaggio, si riferiva a se stesso in terza persona, ripeteva parole e frasi e comunicava i propri desideri attribuendoli ad altri.
L’autismo (o ASD, acronimo di Autism Spectrum Disorder) presenta un ampio spettro di sintomi, con livelli di abilità/disabilità che possono influire o meno sull’autonomia quotidiana: una diagnosi precoce sarebbe fondamentale per intervenire in maniera efficace proprio sulle “diversità di funzionamento” che si manifestano nella comunicazione e interazione sociale, nella comprensione del pensiero altrui, nell’espressione verbale o con la mimica facciale, nell’ipersensibilizzazione a rumori e suoni, nei movimenti del corpo ripetitivi e stereotipati, come dondolio, auto stimolazione o battito di mani. Un dato comune e’ l’attaccamento agli oggetti, la resistenza al cambiamento nella routine, talvolta un comportamento aggressivo o autolesionista.

Tuttavia, è possibile riscontrare abilità insolitamente sviluppate in altre aree, come disegnare, suonare, risolvere problemi matematici o memorizzare immagini e fatti, tanto che alcuni casi possono risultare sopra la media nei test di intelligenza non verbale.
Alcuni bambini mostrano segni dalla nascita, altri sembrano scivolare improvvisamente nei sintomi quando hanno tra i 18 e i 36 mesi. Quanto alla diffusione, l’autismo non conosce confini razziali, etnici o sociali, ma risulterebbe quattro volte più comune nei ragazzi che nelle ragazze.
Dopo una diagnosi di autismo, la domanda di tutti i genitori è “cosa ha causato l’autismo di mio figlio?“. La risposta è che non esiste una risposta semplice. Le cause, infatti, sono ancora oggi sconosciute anche se la ricerca concorda nel valutare cause neurobiologiche, costituzionali e psicoambientali.
La diagnosi di autismo è generalmente definita all’età di 3 anni, cioè proprio nel momento del primo accesso ai servizi scolastici e, dunque, la scuola ha una grande responsabilità nel facilitare lo sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino: essa dovrebbe garantirne il benessere e l’inclusione.
Il primo periodo di scuola di un bambino con ASD dovrebbe essere un periodo di conoscenza reciproca in cui l’azione a livello didattico è momentaneamente sospesa perchè l’insegnante e/o l’educatore possa investire tutte le sue risorse e le sue abilità per scoprire il bambino e per farsi conoscere ma, soprattutto, far sapere che la propria presenza non è una minaccia per lui.
I bambini con ASD hanno difficoltà a gestire l’ambiente esterno e lo percepiscono come caotico e imprevedibile; ciò ostacola la loro tranquillità e attiva l’ansia con conseguenti risposte comportamentali non adeguate, spesso problematiche.
Il primo passo all’arrivo in una classe di un bambino con ASD è, dunque, quello di compiere un’attenta e sistematica osservazione del bambino stesso, esattamente come quella che abbiamo richiamato all’inizio della storia di Donald.
Il secondo passo e’diminuire la confusione ambientale e favorire la conoscenza del contesto, anche utilizzando indizi visivi a portata del bambino (come un calendario visivo delle attività), favorendo l’ordine nella percezione degli stimoli esterni e la modalità interattiva con l’altro.
Lo spazio e il tempo vanno strutturati in modo leggibile e prevedibile per far si’ che il disordine interno del bambino, a livello di sensazioni, percezioni e moti d’azione gradualmente si sistemi e trovi una regolazione per consentire, superata l’ansia, di provare piacere nello stare con gli altri.
Sarebbe necessario, ad esempio, individuare e delimitare zone stabili di attività, come giochi di finzione, di elaborazione percettivo-sensoriale, di coordinazione grosso-motoria e fino-motoria, zone riconoscibili grazie ad immagini o oggetti che caratterizzeranno quegli spazi. Nella disposizione dei banchi spesso si nota che stare su un lato della classe consente di percepire tutto ciò che l’aula contiene e ciò che in essa accade , favorendo così il controllo degli stimoli esterni e migliorando la sensazione di sicurezza.
Nel bisogno di strutturazione, anticipazione e spiegazione di ciò che accade, rientra anche la necessità di strutturare il tempo nel contesto scolastico ossia fornire una routine molto stabile, fatta di attività e momenti ripetuti, sperimentati possibilmente sempre con le stesse persone ( creando tabelle di attività individuali, in piccolo gruppo e in classe; momenti di riposo anch’essi strutturati, per rendere visivamente la successione temporale della mattinata) riducendo al massimo gli imprevisti.
I migliori e più stabili risultati di apprendimento si ottengono stimolando tutti i canali sensoriali e, dato che in genere quello più deficitario è l’acustico, è particolarmente favorito il canale visivo con l’uso di immagini, foto, video, schemi con disegni e colori differenti, sequenze. Per questo gli interventi didattici trovano utili alleati nelle tecnologie e nei dispositivi mobili (tablet e smartphone) che possiedono il vantaggio di avere su un unico supporto molteplici risorse utilizzabili in vari contesti (familiare, scolastico, riabilitativo …).
Parlando di scuola ho necessariamente utilizzato i verbi al condizionale perche, come noto ai piu’, la realta’ del lavoro scolastico e’ spesso molto diversa e irta di difficolta’, a cominciare dal reperimento del personale specializzato per il quale si registra una carenza cronica. L’Italia appare divisa in due: al Nord gli specializzati mancano e l’Universita’ ne forma troppo pochi, al Sud sono tanti e spesso disoccupati. I genitori lamentano ogni anno un inizio di scuola convulsa, senza insegnanti, con un continuo turn over di figure di sostegno, per lo piu’ non formate: l’agognata “continuita’ didattica” e’ ancora un miraggio. E l’emergenza sanitaria COVID 19 ha purtroppo aggravato il problema e mostrato con evidenza quanto i mezzi a disposizione siano inadeguati ai bisogni delle persone e delle famiglie.
Ogni risorsa va dunque valorizzata.
I Lions a livello internazionale, cosi’ come il Club Bracciano-Anguillara –Monti Sabatini cui mi onoro di appartenere, hanno sviluppato da sempre, fra i loro Service, la ricerca e lo studio sull’autismo, ponendo in essere attivita’ di contrasto alla discriminazione delle persone con ASD, promuovendo la ricerca, la diffusione di una informazione orientata scientificamente, sostenendo materialmente le istituzioni e le scuole attraverso progetti di ricerca-azione, conferenze,convegni.
L’obiettivo e’ quello di contribuire a far cambiare mentalita’ e superare lo stereotipo del soggetto autistico ricordando che «ci vuole un villaggio per crescere un bambino ma ci vuole un bambino con autismo per elevare la coscienza del paese». (Coach Elaine Hall)

Anna Ramella – Socio Lions Club Bracciano-Anguillara-Monti Sabatini

Ultimi articoli