19 Aprile, 2024
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Legambiente al fianco di ACCPI nel processo contro chi odia i ciclisti

È iniziato il processo contro l’odiatore di ciclisti che sul web aveva aizzato alla violenza contro chi pedala. Nel corso della prima udienza tenutasi questa mattina al tribunale di Pistoia si è presentata Legambiente, tramite il suo legale Diego Aravini, per chiedere di costituirsi parte civile.

Al fianco dell’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani, che lo scorso 24 marzo aveva ottenuto un primo storico rinvio a giudizio per istigazione a delinquere aggravata dalla diffusione a mezzo informatico di una persona che aveva invitato a “investire un ciclista per educarne 100” sui social network con riferimento all’investimento di un ciclista colombiano in Toscana di 2 anni fa, è scesa quindi in campo la nota associazione composta da cittadine e cittadini che hanno a cuore la tutela dell’ambiente in tutte le sue forme, la qualità della vita, una società più equa, giusta e solidale.

«In attesa di leggere le motivazioni addotte per questa richiesta possiamo dire che, come è giusto che sia, questa causa sta assumendo rilevanza nazionale. Ringraziamo per la sensibilità dimostrata e il sostegno rivoltoci questo grande movimento apartitico fatto di persone che, attraverso il volontariato e la partecipazione diretta, si fanno promotori del cambiamento per un futuro migliore, di cui la bici è sicuramente uno strumento chiave» ha commentato all’uscita dal tribunale Marco Cavorso, delegato alla sicurezza di ACCPI, che perse il figlio 13enne Tommaso nell’agosto del 2010 investito da un 36enne alla guida di un furgone mentre si allenava in bici nei pressi di Rufina, in provincia di Firenze, e che denunciò l’autore della frase incriminata all’autorità giudiziaria assistito dall’avvocato Carlo Iannelli.

Da oltre 40 anni Legambiente si batte per un mondo migliore, combattendo contro l’inquinamento, l’illegalità e l’ingiustizia per la bellezza, la tutela e una migliore qualità della vita. ACCPI da 75 anni difende gli interessi di cicliste e ciclisti professionisti di oggi, ieri e domani. Insieme possono formare un tandem vincente per rendere le strade d’Italia più sicure per tutti. La prossima udienza del processo andrà in scena il 14 febbraio con la testimonianza di due persone richiesta dal pubblico ministero.

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