È fondamentale tenere conto dei dati relativi ai potenziali rischi delle vaccinazioni contro Covid-19, ma dobbiamo tenere a mente che attualmente il rischio di complicazioni dovute alla malattia è nettamente superiore alla possibilità che si verifichino eventi avversi a seguito della somministrazione dei vaccini”.

Lo ribadisce all’AGI Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igm), commentando i risultati ottenuti da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, e condotto dagli scienziati dell’Università di Edimburgo. Il team guidato, da Aziz Sheikh, ha riscontrato un lieve aumento del rischio di una rara malattia a seguito della vaccinazione AstraZeneca.

“Il lavoro del gruppo di ricerca – spiega Maga – è stato condotto su una coorte molto ampia di popolazione residente in Scozia, sottoposta a vaccinazione AstraZeneca o Pfizer. I risultati sembrano suggerire che a seguito dell’inoculazione della prima dose del vaccino AstraZeneca possa verificarsi un aumento nel rischio di una particolare patologia, la porpora trombocitopenica immune, una malattia a base autoimmunitaria che fondamentalmente provoca una riduzione delle piastrine”.

Il ricercatore aggiunge che la porpora trombocitopenica immune (PTI) è una condizione molto rara, la cui incidenza nella popolazione adulta è di circa un caso ogni 60-30 mila soggetti, variazione che dipende anche dall’età e dal genere del campione considerato. “Lo studio rileva invece che nella popolazione vaccinata – aggiunge Maga – si osserva un aumentato rischio di questa rara forma di malattia autoimmune, nell’ordine di un caso ogni 100 mila dosi. Si tratta di numeri di fatto comparabili, o comunque molto vicini, all’incidenza considerata normale all’interno della popolazione”.

“Ci sono dei limiti rispetto allo studio – osserva il direttore dell’Igm – soprattutto legati al fatto che la diagnosi differenziale, quindi l’identificazione delle persone che hanno sofferto di questa patologia autoimmune a seguito della vaccinazione, si basa su una serie di criteri clinici. Non esiste infatti un test specifico per la PTI. Come gli stessi autori riconoscono, pertanto, l’incertezza nella classificazione di queste complicazioni potrebbe aver portato a una sovrastima di questa percentuale”.

Il ricercatore ribadisce poi che i benefici derivanti dalla vaccinazione in generale restano nettamente superiori ai potenziali pericoli associati all’immunizzazione. “Dobbiamo ricordare che il rischio di eventi trombotici nelle persone affette da Covid-19 puo’ raggiungere un tasso del 10 per cento, una probabilità’ enormemente superiore rispetto a quello riscontrato in associazione alla vaccinazione AstraZeneca”.

“Per quanto riguarda la porpora trombocitopenica immune – sostiene Maga – l’aumento del rischio risulta comparabile a quello osservato anche con altri vaccini, come quelli contro il morbillo o la rosolia. In conclusione, queste informazioni devono sicuramente essere considerate nella campagna vaccinale, specialmente per le persone che abbiano manifestato sintomi compatibili con questa rara patologia, ma l’immunizzazione puo’ proteggere da una serie di conseguenze anche gravi di Covid-19 in maniera estremamente più vantaggiosa rispetto al possibile rischio di un aumento di queste rare forme di trombocitopenia”.

(AGI)

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