28 Marzo, 2024
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Già arrestato per pedofilia, molestava bambine. Nuova denuncia per un milanese che lavorava in un hotel ligure

Milano – Nel suo curriculum criminale sono elencati 41 casi di abusi sessuali nei confronti di ragazzine di età compresa tra i sei e i 14 anni.

 

Violenze commesse in diverse province d’Italia (Milano, Gorizia, Viareggio, Firenze, Pistoia, Carrara e La Spezia) mentre il pedofilo milanese, 57 anni, lavorava come bagnino nella piscina di un albergo in Liguria o come insegnante di educazione fisica in alcune scuole elementari della Toscana.

Nel tempo il 57enne aveva affinato la sua tecnica passando ad adescare le bambine sui social network come Facebook e TikTok. Per questo, a seguito degli accertamenti dei poliziotti della divisione Anticrimine della Questura di Milano e su proposta del questore, il Tribunale di prevenzione ha disposto  la sorveglianza speciale dell’uomo, accusato anche di detenzione di materiale pedopornografico.

Il 57enne, attualmente detenuto, per anni è entrato e uscito di prigione sempre con le stesse accuse. La prima denuncia contro di lui risale al 1997 quando lavorava come bagnino: approfittando di un momento di distrazione dei genitori, ha abusato sessualmente di una bambina straniera. Negli anni successivi, mentre faceva il maestro di educazione fisica, ha avvicinato e circuito alcune alunne: mostrava loro video porno, tra cui riprese in cui si masturbava. In altri casi, con la scusa degli esercizi di ginnastica, ne approfittava per toccare alcune ragazzine.
Dopo essere stato condannato a 8 anni e all’interdizione dall’insegnamento e dall’impiego in qualsiasi tipo di struttura sportiva, è rimasto in prigione fino al 2005. Quando però è tornato in libertà, con l’avvento dei social network, ha affinato le sue tecniche di adescamento scovando le giovani vittime attraverso Facebook, Instagram e più recentemente con TikTok. Il modus operandi sempre uguale: profilo falso in cui si fingeva un adolescente usando foto di giovani cantanti, attori o famosi youtuber e un linguaggio tipico adolescenziale.

Con le vittime stabiliva un rapporto di confidenza, che sfociava ben presto in richieste di foto e video in atteggiamenti hard, e conversazioni telefoniche a sfondo sessuale, durante le quali si masturbava. Si contano almeno 24 ragazzine adescate in questo modo. Inoltre, avendo creato una fitta rete di giovani vittime, il 57enne ha condiviso i loro dati personali con altri pedofili conosciuti in rete, inviando contatti, dati anagrafici, numeri di telefono e fotografie delle ragazze.

Di nuovo detenuto fino al 2009, uscito dal carcere si è ristabilito a Milano. Qui è riuscito a trovare lavoro come istruttore di pallavolo in alcuni centri sportivi dell’hinterland sud-ovest, rendendosi ancora una volta autore di condotte simili e tornando nuovamente in carcere.

Proprio per via della «sua radicata propensione a ledere l’integrità psico-fisica dei minorenni», il Tribunale di prevenzione ha deciso la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per tre anni e di mantenersi ad almeno 500 metri di distanza dai luoghi abitualmente frequentati da minorenni come asili, scuole, parchi giochi e impianti sportivi.

Gli è stato vietato anche di comunicare con minorenni con qualsiasi mezzo, inclusi i social network.  L’uomo ora  sarà attentamente monitorato e se dovesse anche solo avvicinarsi a una scuola, un parco pubblico o usare i social network per adescare ragazzine, finirà direttamente e nuovamente in prigione. Infine, nel tentativo di rieducarlo, è stata applicata al 57enne l’«ingiunzione trattamentale», che consiste nell’offrirgli la possibilità – da lui accettata – di sottoporsi ad un programma di recupero necessario per  acquisire consapevolezza del disvalore sociale dei suoi comportamenti ed evitare di tornare a fare del male ad altre giovanissime vittime.

(Il Secolo XIX)

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