18 Aprile, 2024
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Cinque anni fa rapirono, torturarono e uccisero Giulio Regeni. E l’Egitto continua a non collaborare

Oggi il caso sarà discusso nel Consiglio degli Esteri Ue. I ministri europei potrebbero decidere di muovere altri passi.

E’ il 25 gennaio 2016 alle 19.41 quando Giulio Regeni inviò dall’Egitto il suo ultimo sms. Di lui non si seppe più nulla fino al ‪3 febbraio, quando il suo cadavere, torturato, fu trovato su una strada tra Il Cairo e Alessandria.

A cinque anni da quel messaggio la verità sull’assassinio del ricercatore friulano è ancora lontana, nonostante il lavoro della magistratura italiana e l’impegno del governo.
In occasione dell’anniversario il caso sarà discusso nel prossimo Consiglio Esteri Ue oggi (25 Gennaio). A parlare della vicenda in videoconferenza sarà il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che farà il punto sulla situazione processuale. Non sono previste conclusioni sul tema, ma i ministri potrebbero decidere di muovere altri passi per approfondire la questione.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella  sottolinea che “l’azione della Procura della Repubblica di Roma, tra molte difficoltà, ha portato a conclusione indagini che hanno individuato un quadro di gravi responsabilità, che, presto, saranno sottoposte al vaglio di un processo, per le conseguenti sanzioni ai colpevoli. Ci attendiamo piena e adeguata risposta da parte delle autorità egiziane, sollecitate a questo fine, senza sosta, dalla nostra diplomazia”.

“La vicenda di Giulio Regeni riguarda tutti, non solo l’Italia”, ha scritto Piero Fassino, presidente della Commissione Affari esteri della Camera dei deputati, ai suoi omologhi Ue chiedendo “di assumere ogni iniziativa parlamentare, sul piano politico e diplomatico, a livello sia bilaterale sia multilaterale, per ottenere verità sul caso di Giulio”. “È un impegno – ha sottolineato – per la legalità internazionale e per il rispetto dei diritti umani, valori su cui si fondano l’identità dell’Unione Europea e le sue relazioni con ogni nazione”.
Intanto la comunità di Fiumicello, il paese dov’è cresciuto il ricercatore, si prepara a ricordare Giulio. Quest’anno, a causa dell’emergenza Covid, tutti gli eventi si svolgeranno in streaming sul sito di ‘La Repubblica’ e sulle pagine Facebook ‘Il comune informa – Fiumicello Villa Vicentina’, ‘Giulio siamo noi’ e Verità per Giulio Regeni’. Il comune invita tutti i cittadini a partecipare da casa e “a colorare di giallo il paese e i propri profili social”.

Sul fronte delle indagini, tre giorni fa la Procura di Roma ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio per il generale Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. L’obiettivo dei magistrati capitolini è portare a processo i quattro 007 che prelevarono Giulio nel gennaio del 2016, lo trasferirono in una villetta al Cairo dove per giorni venne torturato brutalmente e poi ucciso. Un processo che l’Egitto ritiene immotivato e basato su “conclusioni illogiche”.
L’udienza preliminare, comunque, potrebbe essere fissata entro la fine della primavera. Lo stesso giorno la commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Regeni ha sentito Davide Bonvicini, primo segretario presso l’ambasciata d’Italia al Cairo all’epoca dei fatti. Bonvicini ha spiegato che nonostante il “fortissimo impegno profuso” in quei giorni c’è sempre stato un muro di “reticenza ed evasività ” delle autorità egiziane.

(Globalist)

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