29 Marzo, 2024
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Settimane Sociali. Eguaglianza, inclusione, giustizia sociale: “Cambiare è possibile”

Verso le Settimane sociali dei cattolici italiani: ecco il documento che guiderà la riflessione di avvicinamento. Nodi da sciogliere e buone pratiche. Emergenza Covid : nessuno si salva da solo

Il “sogno” è una Settimana sociale “capace di tenere uno sguardo unitario sulla questione ambientale e sociale”, in modo che “ambiente e salute non siano in opposizione al lavoro”. Vale per Taranto, sede dell’evento, ma secondo monsignor Filippo Santoro, “vale per tutta l’Italia che è diventata una grande Taranto”. L’arcivescovo della città pugliese, presidente del Comitato scientifico e organizzatore, ha presentato l’Instrumentum laboris, insieme con altri autorevoli rappresentanti del Comitato, dando così il via alla fase più ravvicinata di preparazione per la Settimana che nel suo tema reca anche un significativo hashtag #tuttoèconnesso.

Il documento (65 pagine divise in 7 capitoli, più alcune domande finali, di cui qui si offre una breve sintesi), servirà a riflettere a livello corale sulla 49a Settimana Sociale che si terrà a Taranto dal 21 al 24 ottobre 2021 sul tema: “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro e futuro. #tuttoèconnesso”.

QUI IL DOCUMENTO INTEGRALE

La scelta della città pugliese intende non solo porre l’attenzione sulla questione dell’ex Ilva, ma rappresenta anche una ripartenza per una riflessione più articolata e complessa sulle problematiche ambientali e sociali, rese ancora più evidenti dal diffondersi del virus. Il faro resta l’enciclica sociale di Papa Francesco Laudato Si’ che pone al centro la categoria di ecologia integrale, da intendersi alla luce del nuovo documento pontificio Fratelli Tutti.

La Settimana Sociale punterà i riflettori sul rapporto tra ecologia ed economia, tra ambiente e lavoro, tra crisi ambientale e crisi sociale, nella consapevolezza che «non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale» (LS 139).

L’Instrumentum Laboris – che parte dalle domande sollevate dalla pandemia – si snoda attorno ad alcuni concetti fondamentali:
– Lo sguardo contemplativo di San Francesco d’Assisi: è il punto di partenza originale che nasce dalla lode per il dono della creazione e si traduce nel prendersi cura delle ferite dell’altro e della casa comune secondo lo stile del buon samaritano. È il nuovo umanesimo proposto dal Papa.
– L’ecologia integrale: è la direzione indicata dalla Laudato Si’ che unisce l’ecologia ambientale con quella sociale, con la cultura, con l’ecologia umana della vita quotidiana e denuncia le ferite e gli abusi, per costruire il bene comune globale che abbraccia anche la casa comune. Si tratta di un approccio, anche spirituale, che mira ad un’analisi multidisciplinare volta a cogliere le connessioni tra i vari ambiti e a delineare un’azione politica adeguata.
– I cambiamenti climatici, lo sfruttamento ambientale, la cultura dello scarto sono i nodi da sciogliere se si vuole favorire uno sviluppo integrale. È necessaria una transizione ecologica che porti alla decarbonizzazione e all’adozione di un’economia circolare. Solo così si potrà lavorare per una sanità pubblica e diffusa che sappia integrare l’aspetto sanitario con quello sociale.
– Non c’è bene comune senza inclusione, giustizia sociale e lotta alla disuguaglianza. Occorre creare valore economico e lavoro facendo attenzione a non aumentare, anzi contribuendo a ridurre, i rischi ambientali e di salute. La vicenda di Taranto permette di capire che mettere in alternativa ambiente e lavoro, lavoro e salute crea un’ingiusta contrapposizione con ricadute disastrose dal punto di vista ambientale, sociale e sanitario. Cambiare è possibile e i cristiani sono chiamati ad alimentare la Speranza. Sono numerose le “buone pratiche” – sul fronte imprenditoriale, amministrativo e familiare – già esistenti nel nostro Paese che rappresentano modelli virtuosi ed esempi da imitare. Solo facendo entrare la Laudato Si’ nelle pieghe della quotidianità è possibile infatti favorire davvero la transizione ecologica.
– La Settimana Sociale non vuole essere solo un evento, ma un processo che ha nello stile sinodale la sua cifra caratteristica. Se la pandemia ha messo in evidenza che “siamo tutti sulla stessa barca” e che “nessuno si salva da solo”, le Chiese locali, le associazioni, i movimenti, le aggregazioni ecclesiali sono chiamati a camminare insieme, in dialogo con i giovani, le istituzioni locali, nazionali ed europee.
– Lo stile è partecipativo e solidale coinvolgendo le Chiese locali, le istituzioni educative, accademiche, politiche e le aziende e associazioni particolarmente quelle dedicate ai temi dell’ambiente e del lavoro
– L’emergenza COVID-19 – con le decisioni sul Recovery Plan assunte dall’Unione Europea, ma non ancora definitive – rappresenta un’occasione unica per accelerare in positivo il cambiamento del paradigma economico, ambientale e sociale attuale.

Alcuni temi di approfondimento

Molti i temi specifici trattati nel documento. Sulla finanza ad esempio si legge: “La finanza va riportata al suo ruolo sociale attraverso una cornice regolativa europea che ne combatta le tendenze più speculative. Di recente anche all’interno del mondo finanziario si sono registrati i primi segnali del passaggio verso una finanza sostenibile sotto tutti i profili: ambientale, sociale e economico”.
Centrale naturalmente il tema del lavoro, connesso con quello della “riqualificazione dei lavoratori e delle imprese con un impegno costante per lo sviluppo della formazione continua”. “In questo senso – afferma l’instrumentum Laboris -, rimangono centrali i contratti nazionali collettivi di lavoro che possono essere lo strumento per promuovere nuove forme di produttività durevole e per armonizzazione tra lavoro-formazione-vita privata, compreso il tempo da dedicare alla cura della propria salute e di quella dei familiari”.
Quella auspicata non è “la decrescita felice, ma la sostenibilità integrale – nelle sue dimensioni economica, sociale, ambientale e umana – raggiunta attraverso una virtuosa combinazione di economia di mercato, tecnologie pulite, coscienza ecologica e azione dei governi”.
Sullo smart working il documento sottolinea: “Gli ultimi mesi sono stati una gigantesca esercitazione collettiva, in cui ci siamo ritrovati più ricchi di tempo e potenzialmente capaci di conciliare vita di lavoro e familiare”. Ma mette anche in guardia da alcuni pericoli: “Lo smart working rischia di ridurre la qualità delle relazioni umane, amplificare diseguaglianze se non è accompagnato da investimenti in materia di qualità delle postazioni di lavoro domestiche (connessione alla rete, qualità dei terminali, comfort dell’ambiente di lavoro domestico), di equa divisione del tempo, di cura nell’abitazione”. “I rapporti tra datore di lavoro e lavoratore vanno inoltre profondamente ridefiniti facendo attenzione ad evitare abusi e focalizzando maggiormente l’attenzione sul frutto del lavoro piuttosto che sulla rigidità di orario. Il ‘divario digitale’ rimane un tema da affrontare”.

La presentazione del documento

Nel corso della presentazione, effettuata via web dagli studi di Tv2000 (moderatore il giornalista Gennaro Ferrara),monsignor Santoro ha sottolineato che la Settimana Sociale “vuole essere un momento per fare il pieno di speranza. Una speranza non illusoria, ma anzi uno percorso per svegliarsi dal sonno, perché la situazione del pianeta è grave come la pandemia e tocca soprattutto i poveri. Bisogna dunque ripartire dal volto di chi soffre per il covid e per l’inquinamento”.

Secondo suor Alessandra Smerilli, economista e membro del Comitato, la guida è nell’icona evangelica, indicata dal Papa nella Fratelli tutti, cioè il Buon Samaritano. “Il passare accanto a chi è nel bisogno senza indifferenza è pienamente in linea con il messaggio della Settimana Sociale. La nuova enciclica ci dà lo spunto per fare un lavoro sinergico e produrre tutti insieme proposte concrete”.

Il sociologo Mauro Magatti, docente alla Cattolica e vicepresidente del Comitato scientifico e organizzatore, ha ricordato a tal proposito che “il documento vuole accompagnare la riflessione verso Taranto”. C’è, a suo avviso, “una specifictà che il mondo cattolico può offrire in questo momento”, e cioè coniugare “la dimensione materiale e spirituale. Alla crisi possiamo rispondere se teniamo insieme tutto l’uomo e tutti gli uomini”. In altri termini “non solo fermarsi alle enunciazioni, ma avviare processi di cambiamento che vanno dagli stili di vita personali alle politiche. Abbiamo davanti a noi – ha concluso – un Papa che è una delle persone al mondo con più visione di futuro”.

“Sguardo acuto” sul presente e “impegno serio” per un reale cambiamento sono anche le due piste di lavoro indicate dal direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, che ha anche sottolineato la volontà, espressa chiaramente dagli organizzatori della Settimana Sociale, di rimettere i giovani al centro del dibattito. “La visione di un futuro diverso non può prescindere da loro. Mentre spesso il Paese fa scempio delle loro intelligenze”.

Diversi altri interventi, dall’ex ministro dell’ambiente Edo Ronchi, al presidente del Consiglio Superiore della Sanità, Franco Locatelli, al sindacalista Marco Bentivogli, a Flavia Porreca, animatrice del Progetto Policoro per l’occupazione giovanile hanno sottolineato, ognuno per il proprio ambito di competenza, i diversi nodi del presente che il documento affronta e che la Settimana Sociale dovrà prendere in considerazione. “Visione comune e unire le forze”, ha sintetizzato suor Smerilli.

(Avvenire)

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