29 Marzo, 2024
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Muore di Covid infermiere del San Filippo Neri: “Il nostro Lucianone non ce l’ha fatta”

Luciano Quaglieri, 48 anni, lavorava al Pronto soccorso. Il neurochirurgo Shahram Shekrat:
“Era un gigante di più di due metri, uno degli angeli del San Filippo. Piango un amico che non avró mai conosciuto abbastanza. Spero nella gratitudine delle migliaia di pazienti che questo uomo ha assistito”

La Asl Rm1 ne dà l’annuncio sulla sua pagina Facebook esprimendo profondo cordoglio per la morte dell’infermiere del San Filippo Neri, Luciano Quaglieri, 48 anni, impegnato al Pronto soccorso. A ucciderlo è stato il Covid, come la stessa Asl conferma. Quello che adesso l’autorità sanitaria deve appurare è se il contragio sia avvenuto all’interno dell’ospedale o in altro modo.

Il neurochirurgo Shahram Shekrat, collega nello stesso ospedale, da voce al dolore di tutti, sempre sul suo profilo Facebook: “Il nostro Lucianone non ce l’ha fatta – scrive – Un gigante di più di due metri, uno degli angeli del San Filippo, intento a curare i pazienti e a proteggere con la sua imponenza i colleghi dai medesimi, è morto dopo aver contratto il Covid. Un dolore scellerato ci ha investito tutti. Non ho più parole. Piango un amico che non avró mai conosciuto abbastanza. Spero nella gratitudine delle migliaia di pazienti che questo uomo ha assistito”.

Giuseppe Ducci, direttore del dipartimento di Salute mentale della Asl Rm1, lo ricorda come una persona di grandissima umanità e professionalità. “Era un colosso – racconta – mi sono trovato tante vole a lavorare con lui in pronto soccorso con pazienti violenti, resi aggressivi dall’assunzione di sostanze stupefacenti. Lui sapeva sempre come prendere le persone, aveva una grande capacità. Era amato da tutti. Lascia un buco. E’ una perdita gravissima”.

E sulla pagina Facebook della Asl Rm1 si susseguono i commenti e gli apprezzamenti per “Lucianone”. “Sei stato  tutto quello che un collega e un amico potesse desiderare d’incontrare nella sua vita. Vivi nei nostri cuori nostro gigante buono”, scrive Rita Pizzale. Mentre Ersilia Marino:
“Gli eroi sono nei pronto soccorso. Vicina alla famiglia di una persona così speciale”.

(La Repubblica)

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