25 Aprile, 2024
spot_imgspot_img

Lasciar andare per accogliere. Vita e Morte: due facce della stessa medaglia.

Uno spazio per te a cura della d.ṣsa Rosaria Giagu psicologa psiconcologa

 

Lasciar andare per accogliere qualcosa di nuovo che può nascere proprio da qualcosa che muore. Ma siamo sicuri che la morte sia sinonimo di fine? E se fosse una sorta di trasformazione che ci permette di accedere attraverso questo processo a qualcosa di più elevato e prezioso che non definisce solo la nostra esistenza terrena, ma che va oltre a qualcosa di impalpabile, impensabile ma contattabile solo con la gentilezza del cuore e dell’animo?

Robin Williams, in una memorabile interpretazione nel film Pach Adams,( U.S.A. 1998) dove ricopriva il ruolo del protagonista, peraltro tratto dalla storia vera del dottor Hunter Doherty, fondatore della clown terapia, nel suo famoso discorso, poneva un importante quesito con una semplicità e verità disarmante davanti alla commissione dei medici chiedendo in maniera chiara e diretta quale fosse il problema che aveva l’uomo con la morte, che cosa aveva che non andava la morte. Di cosa si aveva dunque così mortalmente paura? Perché non trattare la morte con rispetto, dignità e – Dio non Ce ne voglia – con un pizzico d’ironia?

Concludeva (nella sequenza del discorso alla commissione medica) facendo una riflessione profonda sulla modalità con cui spesso diversi medici si muovono dentro questa delicata professione: “vogliamo combattere le malattie, combattiamo la più pericolosa di tutte l’indifferenza; se si cura una malattia si vince o si perde, se si cura una persona, vi posso assicurare che si vince sempre, al di là dell’esito di una terapia”.

Impariamo dunque in questo difficile e complicato momento a vedere oltre a quello che può essere solo un mero ruolo che la vita ci attribuisce, impariamo a riconoscere che dietro pazienti o medici esistono esseri umani che piangono, ridono, soffrono e gioiscono per le stesse cose, che condividono le stesse paure e che possono  condividere anche la forza della vita e la possibilità di scegliere sempre di usare una gentilezza in più,  una carezza o una parola che avvolge morbidamente l’anima e cura ferite profonde invisibili a occhi umani.

Se riusciamo a vedere oltre, riusciremo a stare anche là dove il confine tra la vita e la morte non è così chiaramente netto, dove la paura si mescola all’emozione di qualcosa di più grande di noi, là dove nello stesso punto tramonta e sorge allo stesso tempo un sole che scalda una memoria che solo la forza e l’unione dei nostri cuori può non solo sopravvivere alla morte ma anche alla vita, entrandovi dentro con l’accettazione e la serenità che dobbiamo riscoprire dentro di noi. Ce lo dobbiamo, lo dobbiamo a tutte le persone che in questo momento stanno affrontando momenti faticosi e difficili. E io in particolar modo lo devo a un grande amico che sono certa, comunque vada, vincerà, perché si trova nel mio cuore e in quello di tante altre persone che come me hanno la fortuna di conoscerlo.

Dedicato a tutte le persone che in questo momento sperimentano questo confine e che ci  insegnano  tutti i giorni che l’unica cosa per cui vale la pena combattere non è l’amore per il potere ma il potere dell’Amore.

Ultimi articoli