8 Maggio, 2024
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Fontana: “No a un lockdown territoriale, servono misure uniformi per tutto il Paese”…

 …Ma Zaia: “No allo stop generalizzato”

 

Il governatore chiarisce che lo “stop solo a Milano e in Lombardia non è utile, perché il virus è in tutta Italia”. Ma il collega del Veneto (anche lui leghista) replica: “Da noi la sanità è assolutamente sotto controllo”

Se bisogna fare un lockdown, che sia nazionale e non territoriale. Sarebbe questa la posizione espressa dal governatore della Lombardia, Attilio Fontana, durante l’incontro con il Governo sulle nuove misure di contenimento del Covid. “Il lockdown è l’unica misura che si è dimostrata efficace, se possiamo andare avanti con altre misure non determinanti procediamo, ma se i tecnici ci dicono che l’unica alternativa è il lockdown facciamolo, ma no a un lockdown territoriale perché se fermiamo Milano si ferma la Lombardia”, ha detto il governatore. Ma il presidente del Veneto, Luca Zaia – anche lui leghista – dice: “Il lockdown generalizzato non serve. In Veneto la maggior parte dei positivi è asintomatica e la sanità è assolutamente sotto controllo. Decidiamo insieme le misure nazionali, poi le regioni possono adottare misure territoriali restrittive”.

Il virus, è invece il ragionamento di Fontana, “oggi è diffuso su tutto il territorio nazionale, non è come a marzo, possiamo forse aspettare ancora qualche giorno magari riducendo capienza dei trasporti, allungando il coprifuoco, tenendo a casa gli over 70 ma sono misure interlocutorie”. E ancora: i cittadini non sono più disposti a seguirci “se non diamo garanzie certe dei ristori”.

E in un post su Facebook il governatore ha scritto per chiarire il senso della discussione stamattina fra Regioni, Anci e Upi con il governo: “La diffusione del virus è uniforme in tutto il Paese. Le differenze riguardano l’ampiezza del tracciamento che varia da regione a regione. È evidente che, una volta verificato l’impatto delle misure già adottate sulle curve del contagio, ulteriori azioni di contrasto al virus dovranno a loro volta essere uniformi”.

“Una serie di interventi territorio per territorio, polverizzati e non omogenei, sarebbero probabilmente inefficaci e anche incomprensibili ai cittadini, che già oggi sono disorientati”, aggiunge spiegando che “le istituzioni, a partire dal governo devono dare segnali coerenti, forti e credibili. Le Regioni sono, come sempre, pronte a collaborare”.

Sul tavolo dell’incontro fra Regioni, Anci e Upi con il governo l’ipotesi di limitare gli spostamenti per gli over 70, potenziando il più possibile l’assistenza domiciliare. Una proposta che sarebbe stata caldeggiata soprattutto da Lombardia, Piemonte e Liguria.

(La Repubblica)

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