29 Maggio, 2024
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Coronavirus Lazio, al mercato dei tamponi: prezzi gonfiati a 60 euro. Faro dei Nas sui privati

I test rapidi ora li fanno anche società e associazioni che, nelle vesti di laboratori autorizzati, esercitano abusivamente l’attività di diagnosi e controllo clinici sul Covid 19. E a che prezzi

 

Al dramma (ma è più appropriato scrivere tragedia) del coronavirus si aggiunge la beffa di un vero e proprio mercato nero dei tamponi. Complici gli affanni burocratici, il panico e lo stress da fila, i test rapidi ora li fanno anche società e associazioni che, nelle vesti di laboratori autorizzati, esercitano abusivamente l’attività di diagnosi e controllo clinici sul Covid 19. E a che prezzi.

Di quali macchinari si servano, che personale impieghino e, in definitiva, con quale qualità operino, nessuno può dirlo. Tant’è, novelli corsari, coltello tra i denti, non solo aggirano l’obbligo dell’autorizzazione della Regione ma per la loro attività illecita pretendono esborsi fino a tre volte superiori alla tariffa concordata: oltre sessanta euro invece che ventidue. Società sportive, scuole di calcio, associazioni di ogni genere si improvvisano laboratori autorizzati e praticano test a gogò lucrando sulla salute e sulle preoccupazioni dei più. Perché non sono pochi i dubbi sulla validità di quei test. C’è chi paventa il rischio di una replica a Roma e nel resto del Lazio, della truffa dei tamponi veloci consumata in Campania.

La stessa Regione, martedì scorso, aveva lanciato l’allarme. Additando, però, solo l’operato di qualche decina di laboratori privati autorizzati. ” Giungono alcune segnalazioni di cittadini in merito a comportamenti opportunistici sulle tariffe dei test antigenici applicate al pubblico da alcuni centri privati che, in alcuni casi, raddoppiano o triplicano la tariffa concordata di 22 euro o inseriscono sovraprezzi immotivati”. Quindi, giovedì, a una ventina di questi centri è stata revocata l’autorizzazione a praticare i test. E del loro operato sono stati informati “l’autorità garante della Concorrenza e del Mercato e i comandi dei carabinieri dei Nas del Lazio ai quali sono stati inviati l’elenco dei centri autorizzati all’esecuzione dei test antigenici e gli accordi sottoscritti con le associazioni di categoria Aiop, Anisap, Unindustria, Federlazio al fine di ogni determinazione di sorveglianza su eventuali irregolarità”.

I carabinieri del Nas erano già all’opera: “Stiamo controllando laboratori e farmacie; lo faremo anche nei giorni prossimi per evitare che qualcuno approfitti della pandemia e dell’ansia dei cittadini”.

Intanto, la Regione continua a correre ai ripari: “Lunedì – annuncia l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato – partirà la distribuzione dei tamponi rapidi antigenici ai medici di famiglia e saranno gratuiti per gli assistiti”. “Valuteremo con attenzione ogni segnalazione dei cittadini e avvieremo altre procedure di revoca delle autorizzazioni ai laboratori che operino in maniera difforme dall’accordo sottoscritto”.

La prima revoca dell’autorizzazione a sottoporre gli assistiti al tampone era scattata una quindicina di giorni fa nei confronti di un laboratorio che triplicava il prezzo di riferimento. “In un momento in cui i drive in sono intasati – commentano dalla stessa Unità di crisi Covid 19 della Regione – molte persone hanno dovuto pagare anche più di 60 euro per sottoporsi al tampone in tempi ragionevoli”.

(La Repubblica)

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