23 Maggio, 2024
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Roma, a Porta Portese effetto virus: meno clienti ma distanziamento sempre scarso

Se su via Portuense il metro di distanza si riesce anche a mantenere in via Ettore Rolli, in via Ippolito Nievo, in via Napoleone Parboni e in via Angelo Bargoni mantenere il metro tra una persona e l’altra risulta impossibile.

E, camminando, si prende e si dà anche qualche spallata

 

L’effetto virus colpisce il famoso mercato dell’usato di Porta Portese, che nella prima domenica del mese di novembre appare visibilmente meno affollato rispetto a due o più settimane fa, quando gli assembramenti avevano provocato l’indignazione di cittadini, comitati, dei presidi e addirittura di Confesercenti, che aveva polemizzato contro la decisione di far rimanere aperti i banchi mentre ristoranti e bar erano (e sono) oggetto di importanti restrizioni. Se su via Portuense, complice la larghezza della strada, il metro di distanza si riesce anche a mantenere. Ma Porta Portese non è tutto così: in via Ettore Rolli, in via Ippolito Nievo, in via Napoleone Parboni e in via Angelo Bargoni mantenere il distanziamento di un metro risulta impossibile. E, camminando, si prende e si dà anche qualche spallata.

Molto, poi, si deve anche all’attenzione dei singoli banchisti e alla loro osservanza delle regole: a piazza Ippolito Nievo non tutti indossano bene la mascherina. Alcuni si concedono una sigaretta. Altri coprono solo la bocca e altri ancora non richiamano i clienti quando non mantengono il distanziamento.
(franceschi)

Nei banchi dove i prodotti di maglieria a pochi euro sono esposti ammassati, tutti toccano tutto per vedere meglio taglie, fantasie, eventuali difetti. Ci sono, però, anche i commercianti che, invece, chiedono agli avventori di igienizzarsi le mani per toccare qualsiasi cosa sia esposta sul bancone e che li richiamano se si assembrano. Succede, per esempio, al banco delle stampe di piazza Ippolito Nievo o a quello con le affascinanti maschere tradizionali africane di via Ippolito Nievo.

I controlli? I vigili urbani rimangono all’esterno del mercato e all’interno non si vedono. E nemmeno un uomo mascherato da scheletro, che gira per il mercato cantando e suonando, ovviamente senza mascherina, viene fermato e interrotto. I presidi ancora sono critici contro la decisione di mantenere aperto il mercato: “Si ipotizza seriamente di chiudere le scuole – dice Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio – si parla di didattica a distanza per evitare assembramenti sui bus e calca all’uscita e agli ingressi delle scuole e poi si autorizzano mercati come questo, con migliaia di persone, quasi senza alcun controllo. Come si possono giustificare queste contraddizioni? Come spiegarle agli studenti e alle loro famiglie? Cosa dicono le autorità sanitarie?”, si chiede.

Per Fabio Rossi, assessore al Commercio del municipio XII, competente per l’area in cui si trova il mercato di Porta Portese, “si deve evitare di fare la guerra tra poveri”. Secondo lui, “è sbagliato penalizzare i commercianti a causa dei clienti che non rispettano le regole”. Anche se, come detto, basta fare un giro per rendersi conto che non tutti i banchisti rispettano per primi le disposizioni anti-contagio. “Nel corso di una riunione con l’assessorato comunale al Commercio – aggiunge Rossi – è stato più volte ricordato ai portavoce del mercato presenti di tenere alta la guardia, di aumentare i controlli. L’impegno da parte nostra è massimo. La nostra volontà è quella di far rimanere il mercato aperto il più possibile, perché Porta Portese è un gioiello di tutta la città e l’intenzione è quella di preservarlo e di preservare il lavoro dei commercianti”. Anche se in alcuni punti l’assembramento è inevitabile.

(La Repubblica)

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