Nella comunità di recupero ci sono 40 positivi
Il Covid entra anche a San Patrignano, la comunità di recupero del Riminese passata indenne alla prima ondata. Si registra una quarantina di casi fra i ragazzi in percorso, tutti asintomatici o con pochi sintomi e per evitare il propagarsi del virus all’interno della comunità, un migliaio di persone, San Patrignano ha di fatto attuato una quarantena volontaria di tutti quei settori di cui i ragazzi fanno parte, isolando loro stessi e i compagni con cui hanno avuto contatti.
Ci sono poi altri 37 casi su 50 pazienti nella casa alloggio, struttura sociosanitaria a sé stante per malati terminali di Aids.
Dal 25 ottobre la struttura casa alloggio è stata attrezzata e organizzata per effettuare le cure di primo livello (ossigenoterapia, terapie per Covid), in collaborazione con l’ospedale di Rimini, in particolare con le consulenze di Malattie Infettive e Pneumologia. Tre pazienti già affette da gravi comorbidità sono state trasferite a Rimini per seguire ossigenoterapia a pressione positiva.
“Se eravamo riusciti a passare indenni l’ondata di marzo, questa volta dobbiamo fare anche noi i conti con il Covid-19 – dice Antonio Boschini, responsabile sanitario e terapeutico di San Patrignano – Purtroppo erano comunque tanti i contatti della comunità con l’esterno e il virus ha trovato il modo di entrare. La fortuna è che ad oggi, ad eccezione dei tre casi della casa alloggio in cui il virus ha colpito persone già fortemente debilitate, tutti i ragazzi positivi stanno bene o presentano lievi sintomi. Ci tengo a ringraziare l’Asl di Rimini e l’Ufficio Igiene per l’estrema disponibilità a processare tutti i tamponi che stiamo facendo con il personale interno”.
Per evitare ulteriori contatti con l’esterno, la comunità ha interrotto per almeno tre settimane gli inviti ai ragazzi in percorso da parte dei familiari, così come le verifiche a casa dei ragazzi in percorso. Contestualmente per due settimane sono state sospese all’interno della comunità le attività scolastiche e i corsi di formazione (situazioni di maggior contatto fra ragazze e ragazzi di settori differenti), per i quali la comunità si sta organizzando per ripartire con la didattica a distanza non appena possibile. Tutte le decisioni prese sin qui sono volte a tutelare la salute dei ragazzi e di tutti i collaboratori della struttura, dipendenti e volontari.
(La Repubblica)