25 Aprile, 2024
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Ritorna l’educazione civica: occasione e strumento da usare a fondo

L’educazione civica è fondamentale per formare cittadini istruiti e consapevoli perché sono le qualità del popolo che costruiscono la forza del Paese, lo stiamo constatando in questo periodo di pandemia ove il primo antivirus è la responsabilità personale.

La Legge 92 – dopo anni di battaglia ideale ispirata dal pedagogista Luciani Corradini e sostenuta anche da ‘Avvenire’ – ha finalmente reintrodotto l’Educazione civica come materia obbligatoria nelle scuole di ogni ordine e grado, a partire da questo nuovo anno tribolato e importantissimo. Il corso ruoterà su tre cardini: Costituzione italiana e Carte internazionali, sviluppo sostenibile e cittadinanza digitale. Ma ancora non sarà sufficiente se l’insegnamento non mirerà a trasmettere quel ‘di più’ maturato nelle sofferenze che ha ispirato le norme dia libertà e democrazia, i diritti e i doveri così ben articolati nella nostra Costituzione che origina conseguentemente tutti gli altri statuti sociali e le leggi. Occorre, insomma, che questa educazione rifugga dalla sola educazione nozionistica, che pure sarebbe già utile, per fondarsi sulla trasmissione valoriale al fine di trasmettere una coscienza storica dei motivi e sacrifici che hanno consegnato alla contemporaneità questi beni preziosi. Piero Calamandrei indicava: «Se si vuole che la democrazia prima si faccia e poi si mantenga e si perfezioni, si può dire che la scuola, a lungo andare, è più importante del Parlamento, della Magistratura e della Corte costituzionale». Il rischio è che altrimenti la si consideri un bene acquisito per sempre, ovvero scontato. L’umanità che nei secoli ha visto tanti orrori, culminati nel mattatoio del ’900 ove si sono date le più terribili prove dell’abiezione e della ferocia umana, ha certamente appreso dalle dure lezioni e ha fatto notevoli passi avanti per costituire princìpi e prassi onde perseguire pace, sviluppo e affermazione dei diritti umani. Ma pure oggi stiamo constatando pericolose regressioni, tornano conflitti determinati da nazionalismi esasperati. Disuguaglianze e migrazioni generano paure che spregiudicatamente cavalcate, provocano odio sociale e anche razziale e religioso. La globalizzazione condotta solo da criteri economici che concepisce gli uomini come consumatori, privilegia gli interessi individuali a scapito della dimensione umana di fratellanza. Il trionfo del mercato senza regole salde favorisce la legge del più forte a scapito dei più deboli e poveri.

Da qui il monito di papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti a ricordare che «ogni generazione deve far proprie le lotte e conquiste di quelle precedenti e condurle a mete più alte.

Il bene, come anche l’amore, la giustizia e la solidarietà, non si raggiungono una volta per sempre; vanno conquistati ogni giorno. Non è possibile accontentarsi di quello che si è già ottenuto nel passato e fermarsi, e goderlo come se tale situazione ci facesse ignorare che molti nostri fratelli soffrono ancora di situazioni di ingiustizia che ci interpellano’ (11).

L’insegnamento dell’Educazione civica costituisce un’occasione preziosa per evitare la perdita del senso storico che provoca disgregazione, sradicamenti e decostruzione civile. La memoria, i valori e le esperienze sono il tesoro che temprano spiriti e mentalità. La forza della volontà e della speranza. Se questo verrà trasmesso, possiamo meglio sperare nell’edificazione di un società più amica e fraterna.

(Avvenire)

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