19 Aprile, 2024
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Onorificenze, Mattarella premia gli eroi del Covid: ecco chi sono. 20 ottobre 2020

Il capo dello Stato consegnerà le onorificenze di Cavaliere a cittadini che si sono distinti durante l’emergenza sanitaria. Tra loro gli inventori della maschera e i medici del paziente 1

Gli eroi della pandemia. Personalità che, nel loro campo, si sono impegnati durante l’emergenza Coronavirus. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto insignire dell’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica un primo gruppo di cittadini, di diversi ruoli, professioni e provenienza geografica, che si sono particolarmente distinti nel servizio alla comunità. Mattarella consegnerà le onorificenze domani alle 11.30 al Quirinale le onorificenze.

«I riconoscimenti, attribuiti ai singoli, vogliono simbolicamente rappresentare – spiega il Quirinale – l’impegno corale di tanti nostri concittadini nel nome della solidarietà e dei valori costituzionali». Il capo dello Stato già il 2 giugno a Codogno aveva annunciato di voler procedere in questa direzione. E il 3 giugno aveva annunciato i nomi. Tra loro l’anestesista di Lodi e medico del reparto medicina di Codogno, che furono le prime ad aver curato il ‘paziente 1’ italiano, il professore di anestesia e cure intensive all’Università Humanitas di Milano, definito da Jama (il giornale dei medici americani) «uno dei tre eroi mondiali della pandemia». Come anche il medico ex primario dell’ospedale di Gardone Valtrompia ha avuto l’intuizione di trasformare la maschera da snorkelling in respiratore e lingegnere con il team di Isinnova ha progettato la valvola che lo ha reso possibile. La ‘Easy Covid 19’ è stata brevettata ma rimane a disposizione di chiunque abbia una stampante 3d. Ma anche il sacerdote e medico della provincia di Varese che è tornato in corsia per aiutare e l’infermiera di Cremona la cui foto esausta su una tastiera di pc ha fatto il giro del mondo.

Ecco l’elenco delle persone e delle strutture d’avanguardia il cui valore è stato riconosciuto dal Quirinale:

Annalisa Malara e Laura Ricevuti, rispettivamente, anestesista di Lodi e medico del reparto medicina di Codogno, sono le prime ad aver curato il paziente 1 italiano.

Maurizio Cecconi, professore di anestesia e cure intensive all’Università Humanitas di Milano, è stato definito da Jama (il giornale dei medici americani) uno dei tre eroi mondiali della pandemia.

Mariateresa Gallea, Paolo Simonato, Luca Sostini sono i tre medici di famiglia di Padova che volontariamente si sono recati in piena zona rossa per sostituire i colleghi di Vo’ Euganeo messi in quarantena.

Don Fabio Stevenazzi del direttivo della Comunità pastorale San Cristoforo di Gallarate (VA) è tornato a fare il medico presso l’Ospedale di Busto Arsizio.

Fabiano Di Marco, primario di pneumologia all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha raccontato la tragica situazione della città e dell’ospedale.

Monica Bettoni, ex senatrice e Sottosegretaria alla Sanità, medico in pensione, ha deciso di tornare in corsia a Parma.

Elena Pagliarini è l’infermiera di Cremona ritratta nella foto diventata simbolo dell’emergenza coronavirus. Positiva, è guarita.

Marina Vanzetta, operatrice del 118 di Verona, ha soccorso una anziana donna e le è stata accanto fino alla morte. Lei stessa, il 17maggios corso, aveva scritto su Avvenire: “Che «si sta come d’autunno sugli alberi le foglie» lo sapevamo già. Ma non eravamo pronti a vedere tante foglie cadere tutte insieme. Abbiamo imparato l’inimmaginabile. Che a volte il tempo non ti dà tempo, e che la lotta può essere impari. Possiamo dire che il prezzo è stato alto, ma forse ce l’abbiamo quasi fatta: e dobbiamo continuare, perché siamo dei professionisti. Abbiamo toccato con mano la nostra resilienza. Lo sapevamo già noi, ora se ne sono accorti anche gli altri. Siamo, adesso, ancora più consapevoli delle nostre competenze, della nostra capacità di stare accanto a chi soffre senza lasciare mai nessuno da solo, anche se in questo tempo sospeso i nemici sono stati due – il virus e la solitudine –, entrambi impalpabili ma devastanti. Abbiamo rinforzato la nostra capacità di fare squadra tra di noi e con tutti gli altri operatori per portare a casa il risultato. Abbiamo imparato ancor di più l’irrinunciabilità della relazione con il paziente, che per noi è tempo di cura.

Giovanni Moresi, autista soccorritore di Piacenza Soccorso 118, ha offerto una testimonianza del ruolo degli autisti soccorritori del 118.

Beniamino Laterza, impiegato presso l’Istituto di vigilanza “Vis Spa”, presta servizio nell’ospedale Moscati di Taranto, presidio Covid. “Oggi guardo i miei figli e sono un uomo felice, realizzato – scrive a Mattarella -. Faccio la guardia giurata particolare, presto servizio negli ospedali della nostra città. Ogni giorno indosso la mia ‘divisa’, e vado a combattere in prima linea, adesso più che mai, un nemico invisibile, che tutti temiamo, ma che tutti con grande coraggio e spirito di abnegazione, stiamo affrontando. Esprimo un grande ringraziamento al personale medico che vive in trincea”.

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Concetta Castilletti, Maria Rosaria Capobianchi e Francesca Colavita, le tre ricercatrici dello Spallanzani che hanno isolato il corona virus – Fotogramma/Luigi Mistrulli

Del team presso l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma – struttura di eccellenza della sanità pubblica fanno parte:

Maria Rosaria Capobianchi, a capo del team che ha contribuito a isolare il virus

Concetta Castilletti, responsabile della Unità dei virus emergenti.

Francesca ColavitaFabrizio Carletti, Antonino Di Caro, Lucia Bordi, Eleonora Lalle, Daniele Lapa, Giulia Matusali, biologi

 

Nel team di ricerca dell’ospedale Sacco e dell’Università degli Studi di Milano, poli di eccellenza nell’ambito del sistema sanitario e di ricerca nazionale:

Claudia Balotta a capo del team, ora in pensione. Nel 2003 aveva isolato il virus della Sars.

Gianguglielmo Zehender, professore associato.

Arianna Gabrieli, Annalisa Bergna, Alessia Lai, Maciej Stanislaw Tarkowski ricercatori. Il riconoscimento, dice Lai, “premia non solo noi più vecchi, ma soprattutto i più giovani che hanno lavorato come pazzi, senza chiedere nulla in cambio, facendo un servizio per tutta la comunità“.

Ettore Cannabona, Comandante della Stazione dei Carabinieri di Altavilla Milicia (Palermo), a marzo ha devoluto l’intero stipendio mensile per “aiutare” le famiglie del paese in difficoltà per il lockdown, facendosele segnalare dal sindaco. “Durante i controlli periodici con i miei militari – spiega – abbiamo riscontrato angoscia e paura. Ho deciso per un fatto concreto che facesse la differenza”.

Bruno Crosato in rappresentanza degli Alpini della Protezione civile del Veneto che hanno ripristinato in tempi record 5 ospedali dismessi della regione.

Mata Maxime Esuite Mbandà, giocatore per il Zebra Rugby Club e per la nazionale italiana, volontario sulle ambulanze per l’Associazione Seirs Croce Gialla di Parma. “Ho pianto la sera, sfogandomi per quello che vedevo durante il giorno – ricorda – e a cui non ero abituato, non riuscivo a prendere sonno la notte nonostante fossi distrutto e mi sono ritrovato anche a svegliarmi alle 3 del mattino tutto bagnato per poi scoprire che mi ero fatto la pipì addosso”. Detto questo, “rifarei tutto dall’inizio. Anzi, ho ammesso più

volte in questo periodo di essermi pentito di non aver iniziato prima”.

Marco Buono e Yvette Batantu Yanzege della Croce Rossa Riccione hanno risposto all’appello della Lombardia che chiedeva aiuto a medici e personale con ambulanze.

Renato Favero e Cristian Fracassi, il medico che ha avuto l’idea di adattare una maschera da snorkeling a scopi sanitari e l’ingegnere che l’ha realizzata.

Concetta D’Isanto, addetta alle pulizie in un ospedale milanese. Fa parte di quella schiera di lavoratori che ha permesso alle strutture sanitarie di andare avanti nel corso dell’emergenza.

Giuseppe Maestri, farmacista a Codogno, ogni giorno ha percorso cento chilometri per recarsi in piena zona rossa. “Non credo di aver fatto nulla di più di quanto hanno fatto tutti i miei colleghi che hanno sempre garantito l’assistenza ai cittadini, restando in prima linea, come del resto tutti i professionisti della salute. Per questo condivido questa onorificenza con tutti i farmacisti italiani“.

Rosa Maria Lucchetti, cassiera all’Ipercoop Mirafiore di Pesaro, ha lasciato una lettera agli operatori del 118 di Pesaro donando loro tre tessere prepagate da 250 euro. Nella lettera, firmata solo Rosa, scriveva: “Dio non può essere ovunque, ecco perché ha creato voi del 118… io non sono altro che una cassiera che lavora all’Ipercoop… anche io servo il pubblico… passo la tessera Coop… inizio con un buongiorno o buonasera.. bip.bip.bip prodotti sul rullo, e non faccio corse perché il rullo trasporta la merce davanti a me. Voi invece del 118 correte alla velocità della luce per cercare di non spegnere quella luce che Dio ci ha donato… voi invece siete Angeli perché la prima cosa che fate è ascoltare il Bip del cuore di ognuno di noi e, siete i primi a soccorrerci… siete la macchina più bella utile al prossimo… Sono cassiera a 20 ore settimanali… non ho granché, ma ho un cuore grande, e il mio cuore mi dice di ringraziare voi per ciò che fate ogni giorno”.

Ambrogio Iacono, docente presso l’istituto professionale alberghiero Talete di Ischia. Positivo, ricoverato al Rizzoli di Lacco Ameno, ha continuato a insegnare a distanza nei giorni di degenza.

Daniela Lo Verde, preside dell’istituto “Giovanni Falcone” del quartiere Zen di Palermo, ha lanciato una campagna di raccolta fondi per regalare la spesa alimentare ad alcune famiglie in difficoltà. Suo l’appello per recuperare pc e tablet per consentire ai suoi allievi di seguire le lezioni a distanza. “Utilizzerò il riconoscimento per riaccendere i riflettori su questa periferia per la quale spero sempre in un riscatto, non solo economico ma anche sociale. Non è facile. Qui si passa dall’interesse per le condizioni del quartiere all’oblio e così non va bene. I miei ragazzi devono avere la possibilità di sognare come gli altri giovani di Palermo e di ogni altra parte d’Italia”.

Cristina Avancini, l’insegnante di Vicenza che nonostante il contratto scaduto non ha interrotto le video-lezioni con i suoi studenti.

Alessandro Santoianni e Francesca Leschiutta, direttore della casa di riposo della Parrocchia di San Vito al Tagliamento (PD) e coordinatrice infermieristica che, insieme agli altri dipendenti, sono rimasti a vivere nella struttura per proteggere gli anziani ospiti.

Piero Terragni, imprenditore di Bellusco (Monza e Brianza), in seguito alla morte di un dipendente, Erminio Misani, che lasciava la moglie e tre figli, ha assunto la moglie Michela Arlati.

Riccardo Emanuele Tiritiello, studente dell’istituto Paolo Frisi di Milano. Con il padre, il nonno e alcuni amici hanno cucinato gratuitamente per i medici e gli infermieri dell’ospedale Sacco. “Il riconoscimento non lo merito solo io – spiega – ma tutti quelli che hanno lavorato con me. Nessuno comandava sugli altri, non c’erano leader ma un gruppo che ha lavorato insieme, senza tener conto di orari o festività. Eravamo lì a dare una mano o un sorriso agli operatori sanitari che hanno combattuto la battaglia più difficile fino ad oggi”.

Francesco Pepe, quando ha dovuto chiudere il suo ristorante a Caiazzo di Caserta ha preparato pizze e biscotti per i poveri e gli anziani in difficoltà, organizzando una raccolta fondi per l’ospedale di Caserta.

Irene Coppola ha realizzato, a sue spese, migliaia di mascherine. Ha aiutato una associazione per sordi inventando una mascherina trasparente per leggere il labiale.

Alessandro Bellantoni con il proprio taxi ha fatto una corsa gratis di 1.300 km per portare da Vibo Valentia all’ospedale Bambin Gesù di Roma una bambina di tre anni per un controllo oncologico.

Mahmoud Lufti Ghuniem, in Italia dal 2012, fa il rider. Si è presentato alla Croce Rossa di Torino con uno stock di mille mascherine acquistate di tasca sua.

Daniele La Spina in rappresentanza dei giovani di Grugliasco al servizio della città di Torino che hanno portato prodotti di prima necessità a chi ne ha bisogno, in particolare agli anziani soli. La Spina è speaker

dell’Iren Fixi Pallacanestro Torino. “Fare la spesa, comprare medicine, pagare bollette, questi i miei compiti. Lo facevo per anziani che non potevano o non dovevano uscire di casa nel periodo del lockdown. Adesso sto curando la consegna dei pacchi per la Caritas e vediamo situazioni di disagio e di difficoltà, e crescono sempre di più”.

Giacomo Pigni, volontario dell’Auser Ticino-Olona ha coinvolto una ventina di studenti che hanno iniziato a fare chiamate di ascolto per dare compagnia alle persone sole.

Pietro Floreno, malato da oltre dieci anni di Sla, ha comunicato di voler mettere a disposizione della Asl, per i malati di coronavirus, il suo ventilatore polmonare di riserva. “In realtà non era possibile farlo – spiega

la moglie Antonella Faggian – ma abbiamo fatto una raccolta fondi per comprare un macchinario per la ventilazione, che verrà dedicato a Piero e portato in ospedale. Alla fine, ci siamo riusciti comunque”.

Maurizio Magli, in rappresentanza dei 30 operai della Tenaris di Dalmine che, quando è arrivata la commessa per la produzione di 5mila bombole nel minor tempo possibile, hanno volontariamente continuato a lavorare.

Greta Stella, fotografa professionista, volontaria presso la Croce Rossa di Loano (Savona), ha realizzato un racconto fotografico dell’attività quotidiana dei volontari. “Sono arrivata in Cri per una scelta naturale e istintiva, un gesto d’amore per il mio Paese in cui ero tornata da pochi giorni dopo un anno in Canada. Dopo due settimane di servizio ho capito che la fotografia sarebbe stata essenziale per raccontare l’operato dei volontari. Così ho deciso di realizzare un reportage. Era importante raccontare un atto volontario di tanti. Tra i volontari c’è chi ha perso il lavoro per la pandemia e nonostante ciò ha deciso di donare il suo tempo. Se più persone si dedicassero a una comunità capiremmo tutti meglio cosa significa farne parte“.

Giorgia Depaoli, cooperante internazionale e si dedica in particolare alla difesa dei diritti delle donne. Ha subito dato la sua disponibilità alla piattaforma “Trento si aiuta” .

Carlo Olmo,ha contribuito nel rifornire gratuitamente Comuni e strutture sanitarie del Piemonte di mascherine, guanti, camici.

Maria Sara Feliciangeli, fondatrice dell’Associazione Angeli in Moto, insieme ai suoi amici motociclisti si è impegnata per consegnare i farmaci a domicilio alle persone con sclerosi multipla.

(Avvenire)

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