7 Maggio, 2024
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Usa, in 50 mila a Washington per la “Marcia dell’impegno”. Bloccato chi viene da Stati a rischio Covid

«Quando lo scorso giugno abbiamo indetto questa marcia, subito dopo la morte di George Floyd, non immaginavano certo che sarebbe avvenuta in un momento così drammatico.

Nel pieno di una nuova rivolta dopo il ferimento dell’afroamericano Jacob Blake a Kenosha. E l’orrore di un ragazzino bianco che per difendere una pompa di benzina ha stroncato due vite». Il reverendo Al Sharpton, 65 anni, icona black di New York, non fa che ripeterlo a tutti i giornalisti, a tutte le televisioni. «Né immaginavamo di onorare Martin Luther King nel 57esimo anniversario del suo discorso  “I have a dream”, nello stesso luogo dove poche ore prima fuochi d’artificio celebravano il discorso di Trump. Spostato da Charlotte a Washington per  colpa del Covid».

Non poteva, in effetti, esserci incrocio più fatale. E infatti, Muriel Bowser, la sindaca democratica di DC, la stessa che ha fatto scrivere “Black Lives Matter” a lettere giganti davanti alla Casa Bianca, ha imposto una quarantena a chi arriva dagli Stati a rischio: dimezzando di fatto la partecipazione alla marcia. Erano infatti attese 100mila persone. Ma con i pullman da Texas, Ohio, Carolina del Nord bloccati, alla manifestazione appena iniziata ce ne saranno 50mila.

Comunque tantissimi intorno a quella Reflectin Pool, la vasca lunga 618 metri situata tra il monumento a Washington e il Lincoln Memorial,

che 57 anni fa fece da sfondo all’iconico discorso del leader dei diritti civili. «Ecco a cosa somiglia la democrazia» gridano quando a mezzogiorno la manifestazione non è ancora iniziata ma la piazza è già piena. La manifestazione di quest’anno s’intitola “Marcia dell’impegno: metti giù il ginocchio dal mio collo”, in memoria della terribile morte di George Floyd, l’afroamericano soffocato da un poliziotto. Il nome di George risuona ovunque: in ogni canto, in ogni slogan. E in piazza ci sono pure i familiari di Jacob Blake, il cui ferimento a Kenosha ha scatenato altre proteste violente.

Ad alternarsi sul palco ci sono Martin Luther King III, figlio maggiore del celebre attivista, Kenithia Alston, mamma della 22enne Marqueese uccisa nel 2018 dalla polizia proprio a Dc, la deputata afroamericana Sheila Jackson Lee, il presidente del comitato nazionale democratico Tom Perez, , in piazza i protocolli di sicurezza sono rigidissimi. Prima di accedere viene presa la  temperatura corporea, le mascherine sono obbligatorie e pure la distanza sociale.

(La Repubblica)

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