25 Aprile, 2024
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Rientro a scuola, società di trasporto pubblico: “Così servono 20mila bus in più nelle ore di punta”

E suggeriscono di coinvolgere i privati

Il trasporto pubblico in vista della riapertura delle scuole continua a essere un rompicapo. Mentre governo e Regioni vanno a caccia di un compromesso che tenga insieme le esigenze di sicurezza e prevenzione con il ritorno in aula di 8,4 milioni di alunni, le società che gestiscono i mezzi pubblici avvisano che con le regole attuali di distanziamento “il rischio di recare pesanti disservizi a studenti e lavoratori è più che mai concreto”, confermando la preoccupazione di alcuni presidenti di Regione come Stefano Bonaccini. Per evitare il caos sarebbero necessari circa 20mila autobus in più e 31mila conducenti. Numeri insostenibili, avvisa Asstra, l’associazione trasporti guidata dal presidente dei Ferrovie Nord Milano Andrea Gibelli che raggruppa oltre 70 compagnie attive nel settore, suggerendo come via più veloce e incisiva, in caso di conferma delle misure di precauzione, quella dei subaffidamenti e del coinvolgimento dei privati.

Le attuali regole “non consentono” di “poter soddisfare il previsto incremento” di passeggeri,

che passerà, stando alle simulazioni, al 70% dell’era pre-Covid con un incremento fino all’85% negli orari di punta, mette nero su bianco Asstra in un documento dove non mancano osservazioni e proposte in vista dello scenario difficile che si presenterà tra poco più di 15 giorni nelle città ogni mattina tra le 7 e le 8. Un tema, va detto, che le società avevano fatto presente già da aprile. Asstra ritiene “inevitabili” i disagi legati alla riduzione dell’offerta di trasporto che è “totalmente inadeguata a soddisfare il livello atteso di spostamento”. Attualmente negli orari di maggiore affollamento il trasporto su gomma, viste le prescrizioni del governo che il Comitato tecnico scientifico pare intenzionato ad alleggerire portando la capienza al 75 per cento, “è in grado di rispondere ad una ripresa della domanda pari al 60% rispetto al pre-Covid”.

Oltre queste percentuali è necessario aumentare la frequenza del servizio, avvisa Asstra. Nel documento – diffuso a tre giorni dall’incontro decisivo tra governo e Regioni – i calcoli dell’associazione sul servizio aggiuntivo necessario per soddisfare la domanda negli orari critici mostrano come “sarebbe necessario un incremento del 70% in urbano e del 42% in extraurbano delle percorrenze chilometriche”. Tradotto: “Nelle ore di punta servono 20mila autobus aggiuntivi e 31mila conducenti per un costo complessivo di 1,6 miliardi di euro”. Un fabbisogno “insostenibile” , sostiene Asstra, sia sotto il profilo economico che tecnico.

Un parziale sollievo, si legge nel documento, arriverebbe dall’aumento della capienza, almeno parziale:

stando alle stime, per ogni punto percentuale in più di capienza autorizzata sugli autobus si risparmierebbero 40 milioni di euro. Un obiettivo ritenuto raggiungibile per il trasporto su gomma data la “flessibilità” dell’esercizio. Mentre per tramferroviemetro e filobus i limiti imposti dalla saturazione della rete e dai tempi di consegna di mezzi nuovi “rende ancora più complessa, se non fisicamente impossibile, la gestione del flusso di domanda”. Da qui le proposte per individuare soluzioni “che possano essere attuate nell’immediato” visti i “tempi stretti”. Idee che Asstra precisa di aver già avanzato nei mesi scorsi per “contribuire a dare una soluzione concreta alle notevoli difficoltà” e che avrebbero un impatto solo se messe in atto nel loro complesso.

Si va dalla “capienza totale” o comunque un suo aumento oltre il 60% se le condizioni di sicurezza non consentono il riempimento come nel pre-Covid. Bisognerebbe poi, sostiene Asstra, “agire sugli orari delle città” per “mitigare i picchi dei flussi nelle ore di punta”. In particolare per quanto riguarda il trasporto scolastico viene chiesta in “tempi rapidissimi” una decisione sugli orari di ingresso e uscita, tenendo conto che per quanto riguarda il trasporto extraurbano, fa notare Asstra, “lo scaglionamento di una sola ora di entrata a scuola potrebbe non essere adeguato al raggiungimento dell’obbiettivo”. E suggerisce un “approccio e scelte differenziate tra dimensioni delle città, modalità di trasporto e ambito di esercizio”.

Da un punto di vista operativo, sono tre gli scenari suggeriti con impatti e tempi diversi.

separatori in plexiglass vengono ritenuti “efficaci” ma una soluzione con “forti limitazioni” perché applicabili solo su treni e autobus extraurbani. E anche in questo caso c’è il problema dei tempi perché bisognerebbe sperimentare i rischi connessi alla sicurezza, considerare quanto ci vorrà per una fornitura massiccia e l’installazione. Tre criticità che non consentirebbero “di essere pronti per metà settembre”. Per quanto riguarda l’incremento del parco circolante, Asstra suggerisce come soluzione più rapida i “subaffidamenti”, soprattutto fossero semplificate le procedure amministrative. Il piano B è l’utilizzo di mezzi immatricolati in noleggio con conducente, il cui impatto sarebbe però limitato in contesti metropolitani perché “non vi sarà ampia e immediata disponibilità di mezzi privati, pur in presenza di semplificazione delle procedure di affidamento”.

(Il Fatto Quotidiano)

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