6 Maggio, 2024
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Giallo di Caronia, Gioele è probabilmente morto nell’incidente

Terminata l’autopsia la svolta arriva dai nuovi controlli sull’auto

Conclusa l’autopsia la svolta delle indagini sulla morte del piccolo Gioele potrebbe essere arrivata dai controlli sull’auto della madre.  Accertamenti irripetibili di tipo biologico sono stati eseguiti dalla polizia scientifica di Palermo proprio sull’Opel Corsa di Viviana Parisi. Li ha disposti il Procuratore di Patti su sei campionature effettuate il 6 agosto scorso sull’auto della donna per verificare l’eventuale presenza di profili genetici ed eventuali future comparazioni. Esami che, aggiunti a particolari emersi dall’autopsia sul bambino, fanno riprendere quota alla tesi che Gioele possa essere rimasto ferito mortalmente nell’incidente stradale sulla A20.

Tutto sembra così prendere una piega più logica. «È stato verosimilmente trascinato» nel luogo in cui è stato trovato. «Non sappiamo la posizione originaria» dove è morto. Diceva l’avvocato Claudio Mondello, cugino di Daniele Mondello, papà di Gioele, e uno dei due legali che lo assiste. Sembra che la deduzione dei medici legali sia legata al ritrovamento di alcune pietruzze nei resti del bambino. Parlando poi dell’ipotesi di suicidio-omicidio, sostiene: «La presunzione di innocenza nel nostro ordinamento deve valere per tutti, non è che un individuo muore e gli affibbiano un omicidio. Se ci sono elementi va bene, altrimenti no e non so se ci saranno mai questi elementi, ne dubito».

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«Abbiamo molta fiducia negli esperti che sono stati convocati per determinare progressivamente la verità – prosegue l’avvocato – però è passato troppo tempo e sono intervenuti elementi esogeni per cui non credo che ci daranno delle risposte certe. Forse si potranno ventilare una pluralità di ipotesi, ma l’elemento che mi interessa, cioè la certezza assoluta senza dubbio escluso, dubito che si possa raggiungere sulla scorta degli elementi di cui disponiamo oggi».

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Sui resti del piccolo Gioele è stata fatta una Tac, per effettuare dei «rilievi antropometrici» e  «per correlare il soggetto all’età anagrafica, sesso, e quanto utile per fare i rilievi antropologici».  In zona, poi, si faranno ulteriori ricerche per individuare altri resti del corpicino di Gioele, «quindi verranno eseguiti ulteriori accertamenti in quella zona». A dirlo l’avvocato Pietro Venuti, legale della famiglia Mondello al Policlinico di Messina, dove si svolge l’autopsia sul bimbo. Ieri il nuovo sopralluogo sulla Caronia da parte degli esperti. «Ieri sera fino a tardi – spiega – abbiamo fatto il percorso per vedere se era possibile effettuare uno spostamento o comunque un cammino che portava da una parte all’altra della collina. L’itinerario però è abbastanza difficile da percorrere».

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Le risposte che si aspettano dall’autopsia sono «una analisi sui resti del bambino o di parti di esso. Vediamo se dall’esame è possibile ricavare la causa della morte, oggi inizierà l’ispezione non so se ci sarà anche qualche risposta».

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Secondo l’avvocato Venuti, l’itinerario fatto da Viviana e il piccolo Gioele dopo l’incidente avvenuto lo scorso 3 agosto sulla Messina-Palermo «era difficile da percorrere». E ancora: «Ieri abbiamo fatto anche il percorso fino a tardi per vedere se era possibile effettuare uno spostamento o comunque un cammino che portava da una parte all’altra della collina- dice -. L’itinerario è abbastanza difficile da percorrere». Ma quali risposte si aspettano i legali? «Una analisi sui resti del bambino o di parti di esso vediamo se dalla visione è possibile ricavare la causa della morte».

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Al Policlinico di Messina è presente anche il papà di Gioele, assieme al padre Letterio e alla sorella Mariella. A eseguire l’autopsia sono i medici legali Elvira Ventura Spagnolo e Daniela Sapienza. All’esame partecipano anche gli esperti del pool di consulenti nominati dalla procura di Patti, tra questi geologi forensi e l’entomologo Stefano Vanin, noto esperto che ha dato il suo contributo anche a casi complessi come quello di Yara Gambirasio. L’autopsia deve fornire alcune risposte a partire dalla presenza di lesioni, ma anche contribuire a determinare l’epoca e le cause della morte del bambino, aiutando così gli inquirenti ad aggiungere nuovi tasselli all’inchiesta sul tragico caso di Viviana Parisi e del figlio Gioele.

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La Tac è servita a effettuare rilievi «antropometrici», ha spiegato Daniela Sapienza, medico legale, «per correlare il soggetto, età anagrafica, sesso, e quanto è utile per i rilievi antropologici e quindi l’identificazione, poi andiamo a vedere se ci sono segni di lesività macroscopica su questi resti e infine vediamo di determinare l’epoca della morte». «Sono qui per occuparmi della geologia forense quindi dell’analisi dei terricci e del territorio», ha invece detto Roberta Somma, geologa forense: «Dobbiamo vedere quale sarà la compatibilità dei terricci con i reparti e con i luoghi. È un lavoro complicato come quello di tutti gli altri consulenti e il fatto che sia passato molto tempo per il mio lavoro non è un ostacolo».

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«Il miasma è ancora presente nell’aria. Mi chiedo come sia possibile che nessuno, non solo di coloro che si sono adoperati per le ricerche, ma anche degli abitanti del luogo, non abbia percepito questo cattivo odore. Eppure è una zona con una certa densità abitativa». Lo ha detto l’avvocato Claudio Mondello, cugino e legale di Daniele Mondello, padre di Gioele. «Anche il cadavere di Viviana era a 15-20 metri da una proprietà recintata – aggiunge – è impossibile che nessuno abbia visto, anzi sentito, alcunché». Sulla tesi dell’omicidio-suicidio il penalista ricorda che «la presunzione di innocenza nel nostro ordinamento deve valere per tutti».

(La Stampa)

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