2 Dicembre, 2024
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Covid, vaccino italiano: via alla sperimentazione allo Spallanzani, una donna la prima volontaria. Zingaretti: «Sarà pubblico»

(IL MESSAGGERO)

È partita, all’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, la sperimentazione sull’uomo di ‘Grad-Cov2’, il candidato vaccino italiano contro Covid-19, inoculato questa mattina alla prima volontaria. In totale saranno 90 i volontari che progressivamente si sottoporranno ai test di fase clinica I, condotti, oltre che all’Istituto Spallanzani, presso il Policlinico G.B. Rossi di Verona e gli ospedali di Piacenza e Cremona.

“Spero che questo mio gesto serva e soprattutto che le persone siano più responsabili». Ha commentato così la donna prima volontaria per la sperimentazione sull’uomo del vaccino anti-Covid ‘made in Italy’ allo Spallanzani di Roma. Inoculata stamattina la dose. Presenti all’avvio dei test il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato e i vertici dell’Istituto per le malattie infettive della Capitale, eccellenza nella lotta al nuovo coronavirus.

Nella fase I sarà valutata la tollerabilità del vaccino ai differenti dosaggi di somministrazione, nonché la frequenza e la gravità di eventuali effetti collaterali. Lo studio rivelerà soprattutto la capacità del vaccino di indurre risposte immunitarie nei volontari contro il coronavirus Sars-CoV-2. Il vaccino è finanziato per 8 milioni di euro, 5 erogati dalla Regione Lazio e 3 dal Mur tramite il Cnr.

I 90 volontari saranno suddivisi in due gruppi per età: 45 tra i 18 e i 55 anni, altrettanti di età superiore ai 65 anni. Ciascun gruppo sarà suddiviso in tre sottogruppi da 15 persone, a ciascuno dei quali verrà somministrato un diverso dosaggio del preparato vaccinale. A ognuno dei 90 volontari verrà iniettata una dose del vaccino e successivamente ogni paziente sarà sottoposto a sette controlli, il primo dopo 2 giorni dalla vaccinazione, l’ultimo dopo 24 settimane. Se i risultati di questa fase saranno positivi, la fase II potrebbe iniziare già in autunno su un più elevato numero di volontari, sia in Italia che in altri Paesi con elevata circolazione del virus; alla fine del ciclo di test, qualora si ottenga la prova definitiva dell’efficacia del vaccino su larga scala, la sua immissione in commercio potrà essere autorizzata dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).

Zingaretti: vaccino sarà pubblico

«Noi crediamo molto nel vaccino bene comune. Il vaccino italiano sarà pubblico e a disposizione di tutti coloro che ne avranno necessità». Lo ha detto il presidente della Regione Nicola Zingaretti allo Spallanzani per l’avvio della sperimentazione del vaccino anti-Covid.«La Regione seguirà passo dopo passo il processo di sperimentazione per arrivare il prima possibile alla distribuzione del vaccino» ha aggiunto Zingaretti.

«A noi interessa che il vaccino sia efficace. Se tutto avviene nei tempi programmati il nostro auspicio è che sia prodotto in primavera». Lo ha detto il direttore sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia in occasione dell’avvio della sperimentazione nell’istituto del vaccino sull’uomo. «Il primo volontario a cui stamattina è stata inoculata la dose di vaccino verrà tenuto in osservazione per 4 ore da una equipe poi tornerà a casa e verrà monitorato per 12 settimane – ha spiegato Vaia -. Mercoledì proseguiremo con altri due volontari e così a seguire tutti gli altri fino a 24 settimane. Poi se tutto andrà bene ci saranno la seconda e la terza fase di sperimentazione che probabilmente faremo in un paese dell’America Latina dove il virus è in crescita». Vaia ha spiegato che molti volontari hanno detto che intendono «devolvere il rimborso spese previsto alla ricerca».

«L’Italia con questo vaccino entra da protagonista nella guerra dei vaccini, non per arrivare prima ma per arrivare meglio e mettere il Paese in un sistema di parità. Perché avere un vaccino italiano significa non essere schiavi e servi di altri Paesi che diranno “io prima”». Lo ha detto il direttore scientifico dello Spallanzani di Roma Giuseppe Ippolito. «Il nostro è un protocollo complesso è scrupolo – ha aggiunto – che garantirà la massima sicurezza». Ippolito ha inoltre spiegato: «Ci vorranno almeno 24 settimane per completare fase I sperimentazione sull’uomo vaccino. Poi passeremo alla fase II per la qual ci stiamo già preparando. Giocare sui tempi e ridurre la sperimentazione non è utile».

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