7 Maggio, 2024
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Patto per le poltrone. E Viterbo affonda

La Lega retrocede a Civita Castellana, ritirando il proprio candidato a sindaco, Matteo Massaini, per confluire su quello di Fratelli d’Italia, Luca Giampieri.

Come contropartita, Mauro Rotelli & C. deporranno le armi a Viterbo e, già nelle prossime ore, chiuderanno con un pacca sulla spalla di Giovanni Arena la crisi a Palazzo dei Priori.

E’ tutto vero anche se ha dell’assurdo quanto accaduto in queste settimane al Comune di Viterbo. La crisi, alla faccia delle goffe smentite del capogruppo meloniano Luigi Maria Buzzi, era stata davvero aperta da Fratelli d’Italia come ritorsione per il mancato assenso del Carroccio al teorema spartitorio che vuole un sindaco per ogni partito del centrodestra: a Forza Italia quello del capoluogo, alla Lega quello di Tarquinia e a Fratelli d’Italia quello di Civita Castellana. Una crisi senza senso, insomma. Ma ora è tutto finito (almeno per adesso).

Questo vuol dire che a Viterbo è stato bloccato il Comune solo ed esclusivamente per calcoli politici, che nulla c’entrano con il bene dell’amministrazione e della città. Una vergogna senza pari che getta una luce ancora più inquietante su una coalizione finora incapace di mettere in piedi il benché minimo progetto per Viterbo.

L’ufficializzazione del “grande accordo”, fatto sulla testa dei cittadini, avverrà stamattina in una conferenza stampa dei fratelli tricolori dopo una giornata, oggi, dedicata a trattare. Alla fine, la Lega ha capitolato e Giovanni Arena almeno all’apparenza tira un sospiro di sollievo. Un sospiro di sollievo per lui e non per la città, che per questa situazione rischia di perdere anche la strada di casa.

Abbiamo visto in questi mesi, e soprattutto in questi giorni d’agosto caratterizzati da una lenta ripresa del turismo, una città abbandonata. Sporca e degradata. Lasciata a sé stessa e al suo destino. Abbiamo visto Consigli comunali kafkiani. Abbiamo assistito a paginate di analisi sui giornali per parlare del nulla. E oggi come se nulla fosse ci vengono a dire che hanno scherzato. Che sì la crisi c’è stata e la colpa è tutta della spartizione delle poltrone per la quale si stava combattendo dietro le quinte.

Di fatto, al di là dei guasti prodotti a Viterbo in termini di disservizi e mancate risposte ai cittadini, lo spettacolo messo in scena da Rotelli, Fusco e compagnia cantando segna la morte della politica.

O meglio: della legittima autodeterminazione che ogni comunità deve avere. Collegare il destino di Viterbo a quello di Civita Castellana passerà alla storia come una delle peggiori pagine della politica viterbese. Una vergogna, appunto, che grida vendetta agli occhi di tante persone che vanno a votare non per dare a Rotelli o Fusco una poltrona in Parlamento, ma per veder risolti i propri problemi.

Così comunque è, e rassegniamoci a vederle ancora di tutti i colori fino a quando Arena e i “suoi” assessori continueranno ad occupare inutilmente Palazzo dei Priori, ostaggi gli uni degli altri e in particolare pesantemente condizionati delle faide interne di quella che un tempo fu Alleanza nazionale. Rassegnamoci a vivere ancora per qualche anno, a meno che non interverranno fatto esterni in grado di cambiare il corso degli eventi, in una città a cui stanno rubando il futuro.

(Il Viterbese)

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