26 Aprile, 2024
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Atti del Cts, per il Consiglio di Stato devono restare segreti fino al 10 settembre

Gli atti del Cts, Comitato tecnico scientifico della Protezione civile, che tra l’altro hanno portato al lockdown, resteranno segreti. Almeno fino al 10 di settembre.

Lo ha deciso il Consiglio di Stato, accogliendo la richiesta del governo di sospendere la sentenza del Tar del Lazio che invece aveva imposto di rendere pubblici quei documenti.

Era stata la Fondazione Einaudi di Roma a fare istanza al Tribunale amministrativo regionale chiedendo che fosse tolto il segreto dagli atti e il Tar il 22 di luglio gli ha dato ragione. Adesso invece si ribalta tutto e finché la questione non sarà affrontata dal collegio, tra poco più di un mese, nessuno potrà visionare i documenti.

Franco Frattini, presidente della terza sezione del Consiglio di stato, ha dunque  ritenuto opportuno demandare la decisione cautelare al collegio “per non pregiudicare definitivamente l’interesse dell’amministrazione contraria all’ostensione degli atti in attesa della decisione del collegio (che sarebbe inutile ad ostensione degli atti avvenuta), vista la materia meritevole di approfondimento giuridico”. Il tema è delicato e non è detto che a settembre la decisione resti favorevole alle richieste dell’esecutivo. Nel decreto del Consiglio di Stato si rileva, infatti, che i verbali “hanno costituito il presupposto per l’adozione di misure volte a comprimere fortemente diritti individuali dei cittadini, costituzionalmente tutelati ma non contengono elementi o dati che la stessa appellante abbia motivatamente indicato come segreti;” e che “le valutazioni tecnico-scientifiche si riferiscono a periodi temporali pressocché del tutto superati” e che “la stessa Amministrazione,riservandosi una volontaria ostensione fa comprendere di non ritenere in esse insiti elementi di speciale segretezza da opporre agli stessi cittadini”. Nel decreto monocratico si legge anche che “non si comprende, proprio per la assoluta eccezionalità di tali atti” perché debbano essere inclusi “nel novero di quelli sottratti alla generale regola di trasparenza e conoscibilità da parte dei cittadini, giacché la recente normativa, ribattezzata freedom of information act sul modello americano, prevede come regola l’accesso civico”. La non accessibilità è dunque un’eccezione.

Covid e Decreti del presidente, il Tar Lazio fa cadere il “segreto”

E alla Fondazione Einaudi non hanno l’aria di chi ha perso. Anzi. “Il decreto va letto integralmente, sono molto soddisfatto delle motivazioni. Il Presidente Frattini ha aderito alle nostre ragioni ma, per consentire una compiuta trattazione dell’udienza collegiale, ha accolto la richiesta di sospensione. Una decisione che tecnicamente ci aspettavamo. A questo punto siamo molto fiduciosi sul merito”, dice l’avvocato Andrea Pruti Ciarello, consigliere di amministrazione della fondazione.

“Il Consiglio di Stato sospende l’accesso ai verbali del Comitato tecnico scientifico ritenendo la questione della loro pubblicazione meritevole di un approfondimento giuridico, e riservandosi di decidere definitivamente il 10 settembre – dice Giordano Masini, coordinatore della segreteria di Pià Europa . Un approfondimento è senz’altro doveroso, ma soprattutto sono doverose delle spiegazioni da parte del Governo, dal momento che nemmeno il Consiglio di Stato riesce a comprendere le ragioni della richiesta di non rendere accessibili questi atti al pubblico. Il risultato è che i pareri del comitato tecnico scientifico non sono ancora noti, e questo ci sembra molto grave”

(La Repubblica)

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