5 Maggio, 2024
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Bracciano ricorda la Resistenza

Il 25 aprile di 79 anni fa si aprì un orizzonte di democrazia, all’insegna di ideali e valori condivisi che saranno consacrati poco più di un anno dopo con la scelta della Repubblica e infine garantiti nel ’48 con l’entrata in vigore della Costituzione; una Costituzione i cui principi universali esprimono chiaramente l’antitesi al fascismo e al totalitarismo senza alcuna possibilità di revisione. Come ci ha ben ricordato Calamandrei, uno dei nostri padri costituenti “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”.

Tante le Associazioni presenti sia militari (Carabinieri, Esercito, Aeronautica) che civili e tanti cittadini, che con tanto cuore hanno presenziato e presentato il loro stendardo e reso omaggio al Milite Ignoto e alla deposizione della Corona d’alloro, portata dai militari, seguiti dal Sindaco Marco Crocicchi e dal Col. Marco Cianfanelli per il Comando Artiglieria e benedetta da Don Fernando.

Riportiamo i tre interventi:

Sindaco Marco Crocicchi

Rivolgo un saluto alle autorità civili e militari, ai rappresentanti delle associazioni, alle cittadine e ai cittadini presenti.
Grazie per essere qui oggi.

Festeggiare il 25 aprile significa celebrare il ritorno dell’Italia alla libertà e alla democrazia, dopo vent’anni di dittatura, di privazione delle libertà fondamentali, di oppressione e di persecuzioni. Significa ricordare la fine di una guerra ingiusta, scatenata per affermare tirannide, volontà di dominio, superiorità della razza, sterminio sistematico. Quest’oggi siamo qui perché non possiamo, e non vogliamo, dimenticare il sacrificio di coloro che sono caduti per assicurare la libertà a tutti gli altri.

Come affermato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, abbiamo il dovere, morale e civile, della memoria. Memoria degli eventi decisivi della nostra storia recente, che compongono l’identità della nostra Nazione da cui non si può prescindere per il futuro. Il 25 aprile vede la luce l’Italia che ripudia la guerra e s’impegna attivamente per la pace. L’Italia che riprende il suo posto nelle nazioni democratiche e libere. L’Italia che pone i suoi fondamenti nella dignità umana, nel rispetto dei diritti politici e sociali, nell’eguaglianza tra le persone, nella collaborazione fra i popoli, nel ripudio del razzismo e delle discriminazioni.

Non possiamo non ricordare che questa pagina della nostra storia è stata scritta dai patrioti e partigiani, protagonisti della resistenza, caduti nella guerra di liberazione o torturati e uccisi nei campi di sterminio.

Dai reparti di forze armate, ufficiali e soldati che onorarono il giuramento di fedeltà alla patria battendosi a fianco degli alleati contro l’oppressione fascista e contro l’invasione nazista.

Dal popolo di lavoratori che diedero il loro vitale contributo alla riconquista della libertà.

Non possiamo non ricordare infine, che questa pagina della nostra storia fu scritta, in modo indelebile, dalle donne e voglio farlo usando le parole della novantatreenne partigiana Luciana Romoli detta “Luce”, che abbiamo avuto l’onore di conoscere nei giorni scorsi grazie ad un evento organizzato dall’ANPI presso l’Istituto Superiore Luca Paciolo di Bracciano.

Le guerre, purtroppo, sono sempre degli eventi che accelerano i cambiamenti. Quando tutti gli uomini furono chiamati alle armi, le donne che fino a quel momento erano state solo mogli e madri presero il loro posto nelle fabbriche e negli uffici. Per la prima volta poterono comunicare ed incontrarsi, non solo le donne colte intellettuali, ma anche le operaie e le impiegate. Per la maggioranza delle donne fu evidente che il fascismo ci aveva trascinato in una guerra ingiusta. Dopo l’8 settembre le donne si organizzarono per salvare i soldati dai rastrellamenti tedeschi, li facevano entrare in casa per farli mangiare e cambiare la divisa con abiti borghesi. I comandanti dell’esercito scapparono a Brindisi insieme al Re, lasciando i soldati allo sbando, 650.000 di loro furono deportati in Germania ai lavori forzati, morti di fame e di freddo, pochissimi sono ritornati. Di fronte all’ingiustizia e alla ferocia le donne italiane fecero tutte la loro scelta con coraggio e consapevolezza, con l’inizio della Resistenza entrano da protagoniste nella storia d’Italia, a testa alta. Esse sono state l’anima e il cuore della Resistenza; senza la loro ampia partecipazione, senza la loro solidarietà, il movimento partigiano non avrebbe potuto avere lo slancio e la solidità che ebbe. Accanto all’operaia e alla contadina, troviamo l’intellettuale e la casalinga, l’artigiana e la bottegaia, la maestra e l’impiegata: diversi sono per ciascuna, la mentalità, l’educazione, diverso è il modo in cui sono giunte alla Resistenza. Dopo la liberazione si vide subito il significato ed il peso dell’intervento femminile nella vita democratica: le donne hanno conquistato il diritto al voto, ma è nelle battaglie per la Repubblica e la Costituente, nelle lotte per il lavoro e la casa, che si rilevò pienamente il nuovo spirito delle masse femminili, frutto e continuazione della Resistenza.

Viva la Liberazione, viva la Repubblica, viva l’ Italia

Segretario ANPI Bracciano Giuliano Sdanghi

Oggi 25 Aprile ricordiamo come ogni anno chi si è sacrificato per noi. La data del 25 aprile è simbolo dell’Italia libera e liberata, dopo venti mesi di Resistenza e uno straordinario tributo di sangue e di dolore. Fine dell’occupazione tedesca. Fine del fascismo. fine del conflitto.

Un tributo di sangue che ha coinvolto tutto il paese: Le forze popolari e civili, anche bambini, e le forze militari. Tutte le identità politiche, silenziate durante il ventennio, hanno fatto parte di questo movimento. In questa straordinaria storia c’è chi ha deciso di imbracciare un’arma e chi, con consapevolezza, è diventato staffetta o ha aiutato i ricercati dai nazifascisti a nascondersi.

Questa resistenza agli oppressori viene anche definita come nostro secondo risorgimento proprio per la volontà di un intero paese di porre fine al nazifascismo, alla guerra e ricostruire un nuovo paese dopo oltre 20 anni di buio della ragione e di violenza inaudita. Con questa volontà si avviava la costruzione di un nuovo Stato e di una nuova società.

Il 2 giugno del 1946 il popolo sceglieva la Repubblica e con la Costituzione del 1948 nasceva l’Italia democratica che si fonda sul lavoro e che ripudia la guerra.

Tutto questo oggi è in pericolo: perché c’è la guerra, e se ne parla spesso in modo irresponsabile, come se fosse una necessità o peggio, si  dichiara una nuova possibile e accettabile guerra come normalità. Siamo con il Presidente della Repubblica Mattarella quando sottolinea che il compito del nostro Paese è “costruire ponti di dialogo, di collaborazione con le altre nazioni, nel rispetto di ciascun popolo”. Oggi per noi, è un 25 Aprile di liberazione dalla guerra

Noi tutti siamo portatori di una fiaccola che dal 1945 ci viene passata e dobbiamo proteggerla ricordando, nuovamente per cosa si sono sacrificati:, per un futuro migliore. Viva il 25 Aprile. Viva l’ltalia, Viva la Pace.

“La Preghiera del Soldato” letta da Claudio Caporali Presidente dell’Associazione Artiglieri d’Italia sez. di Bracciano

PREGHIERA DEL SOLDATO

Signore Iddio

Che hai costituito in molti popoli

L’umana famiglia

Da Te creata e redente,

guarda benigno a noi

che abbiamo lasciato le nostre case

per servire in armi l’Italia.

 

Aiutaci affinché

Con la forza della fede,

diventiamo capaci di affrontare

le fatiche e i pericoli

in generosa fraternità di intenti,

offrendo alla Patria la nostra obbedienza

e la nostra serena dedizione.

 

Fa che sentiamo ogni giorno,

nella voce del dovere che ci guida,

l’eco della Tua voce;

fa che possiamo essere di esempio a tutti i cittadini

nella comprensione dei tuoi Comandamenti

e nell’osservanza delle leggi dello stato.

 

Fa che l’Italia sia stimata ed apprezzata nel mondo

Per la concordia operosa del suo popolo.

Dona, o Signore,

l’eterno riposo ai caduti e alle vittime di tutte le guerre.

L’intercessione di Maria,

Madre di Dio e dell’umanità

E la protezione di San Giovanni XXIIIPapa,

accompagnino tutti i popoli della terra

alla libertà, alla giustizio ed alla pace.

BENEDICI

AMEN

L’agone nuovo, presente alla celebrazione, rinnova i valori fondanti della nostra Costituzione, la salvaguardia della Democrazia nel rispetto etico e morale.

Giovanni Furgiuele Presidente L’agone nuovo

      

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