19 Aprile, 2024
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Coronavirus, dalla Bce altri 600 miliardi per il fondo anti-pandemia: acquisti prolungati a giugno 2021

Altri seicento miliardi di euro, persino oltre le attese dei mercati.

I momenti più difficili sono quelli in cui si consumano i cambiamenti più impensabili. Nonostante un primo intervento massiccio, nonostante la sentenza della Corte costituzionale tedesca e le perplessità di alcuni Paesi nordici, i diciannove governatori della zona euro hanno dato il via libera a nuova liquidità in funzione anticrisi. Di qui a giugno del 2021 la Banca centrale di Francoforte è autorizzata ad acquistare nuovi titoli pubblici e privati per un ammontare di poco inferiore a quanto già deliberato all’inizio dell’emergenza Covid. Non solo: reinvestirà quelli già acquistati per tutto il 2022, abbastanza per accompagnare il Continente fuori della recessione.

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Per l’Italia – il Paese con il più alto debito e la bassa crescita insieme alla Grecia – è un assist non scontato alla vigilia.

Se il deficit non fosse già oltre il dieci per cento, si potrebbe ipotizzare che è abbastanza per allontanare lo spettro del fondo salva-Stati, il terrore del premier Giuseppe Conte e del Pd, alle prese con il niet del Movimento Cinque Stelle.

Il fronte interventista ha avuto gioco facile. Le stime degli economisti Bce parlano di un crollo del Pil quest’anno di quasi il nove per cento, e di un’inflazione in stato comatoso: il mandato della Bce è pienamente rispettato. Il via libera non era scontato soprattutto dopo la sentenza della Corte costituzionale tedesca che nei fatti aveva tentato di richiamare la Bundesbank ai suoi doveri nazionali. “La Bce risponde alla giurisdizione della Corte di giustizia europea”, dice Lagarde. Ormai la questione è solo marginalmente legale e semmai puramente politica. La strategia di Francoforte è quella dell’indifferenza.

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Come anticipato oggi sul giornale cartaceo non è stato invece discusso l’allargamento del piano di acquisti ai titoli con rating “spazzatura”. Eloquente la risposta di Lagarde in proposito: “Vorremmo evitare profezie che si autoavverano”. Ogni riferimento all’Italia è puramente voluto.

(La Stampa)

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