6 Maggio, 2024
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Milano, addio a Ernesto Nobili: il partigiano che raccontò gli orrori del medico-aguzzino Mengele

Dopo la guerra per anni testimoniò nelle scuole la tragica storia di un piccolo ebreo usato come cavia dal medico nazista per i suoi esperimenti sulla razza

Per tutta la vita è andato nelle scuole a raccontare ai ragazzi come un loro coetaneo, Sergio De Simone, ebreo italiano venne catturato dal criminale nazista Josef Mengele e usato come cavia umana per esperimenti medici nel campo di sterminio. Il partigiano Ernesto Nobili (classe 1927) non era ebreo, ma aveva trovato in quella storia la ragione della sua vita. E’ morto ieri a 93 anni a Milano e viene ricordato dall’Anpi di Milano e dalla Fondazione Memoriale della Shoah di cui fu a lungo consigliere d’amministrazione.

“Ernesto dopo l’8 settembre 1943 svolse un importante ruolo come staffetta partigiana in Piemonte, partecipando anche a diverse azioni di sabotaggio contro i nazifascisti.

Corse gravissimi pericoli e raccontava di essere stato condannato a morte dai nazifascisti, riuscendo miracolosamente a salvarsi. Ernesto, iscritto alla Sezione Anpi Curiel e membro del Comitato Direttivo, ha ricevuto nella ricorrenza del 70° anniversario della Liberazione, la medaglia del Ministero della Difesa”, raccontano Roberto Cenati, presidente di Anpi provinciale di Milano e Roberto Jarach, presidente del Memoriale della Shoah. Nobili è il settimo partigiano mancato a Milano dall’inizio della pandemia.
Avendo fatto la Resistenza, Ernesto aveva scelto di dedicare il suo costante impegno alla memoria della Shoah coinvolgendo soprattutto gli studenti per i quali aveva realizzato anche un bel documento pieghevole con tutte le informazioni sugli orrori accaduti in Europa durante il nazifascismo.

Nelle scuole raccontava soprattutto la tragica vicenda del piccolo Sergio De Simone, nato a Napoli da madre ebrea e padre cattolico, assassinato dai nazisti all’età di soli 7 anni “per la sola colpa di essere nato”, come dice Liliana Segre.

La famiglia di Sergio si era trasferita a Fiume durante la guerra, lì rimasero fino all’8 settembre 1943, quando i tedeschi arrestano tutti gli otto componenti della famiglia, inclusi la mamma Gisella, il piccolo Sergio (6 anni), e le cuginette Andra e Tatiana Bucci di 6 e 4 anni. Queste ultime sarebbero state le più piccole superstiti italiane del campo di sterminio di Auschwitz Birkenau.

Sulla tragica vicenda Ruggero Gabbai ha realizzato un documentario “Kinderblock” con le toccanti testimonianze delle sorelle Bucci e del fratello del piccolo Sergio De Simone, Mario, nato dopo la fine della guerra, quando la mamma, sopravvissuta ad Auschwitz, tornò a casa, a Napoli. Il piccolo Sergio venne deportato ad Auschwitz con la mamma e la famiglia della nonna materna il 29 marzo 1944. All’arrivo del treno blindato, fu selezionato dall’ufficiale medico Josef Mengele, assieme alle cugine, scambiandoli per gemelli. Sergio fu l’unico italiano tra altri venti bambini selezionati come cavie umana per esperimenti condotti nel campo di concentramento di Neuengamme, presso Amburgo, dove i piccoli venivano portati ingannati dalla falsa promessa di ritrovare le loro mamme. Nessuno di loro sopravvisse. Furono tutti trucidati, il 20 aprile 1945, con gli alleati alle porte, nella sede distaccata di BullenhuseDamm. “Ho avuto modo di conoscere Ernesto e di apprezzare la sua passione civile e il suo instancabile impegno per aver tenuta sempre viva la Memoria della tragica vicenda del piccolo Sergio, della Shoah e delle nefandezze compiute dal nazifascismo”, lo saluta Cenati a nome di tutto l’Anpi di Milano.

(La Repubblica)

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