24 Aprile, 2024
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Il prossimo Futuro, i Giovani, la Scuola – di Claudio Cappabianca (Ass. L’Agone Nuovo)

 

Brevissima premessa per illustrare brevemente quali azioni L’Agone ha intrapreso da molti anni sul nostro territorio:

  • seminari tecnici/scientifici – energia, ambiente;
  • seminari sulle problematiche sociali – cyberbullismo, violenza sulle donne e sui deboli;
  • incontri con sindaci, esponenti della Sanità, esponenti politici; nel corso del lockdown sono state organizzate delle video conferenze che hanno visto largo interesse anche al difuori del nostro territorio.

Per i primi due punti ci siamo avvalsi dell’ausilio di esperti in materia e componenti dell’associazione con numerosi e ripetuti interventi nelle scuole.

Il perché siamo partiti dalle scuole: da anni abbiamo il convincimento che occorre ripartire dal basso per incrementare la cultura di base sia sulle nuove esigenze tecnologiche, sia sugli elementi su cui dovrebbe basarsi il vivere in modo sociale. L’attuale informazione proveniente dai maggiori mass media è volta a un’informazione spezzettata, fatta di slogan ma non sicuramente inducente uno spirito critico. Vediamo il proliferare di social network ma sarebbe il caso di definirli asocial pieni di vacuità e volgarità senza senso. Questo processo di disinformazione vede anche l’affacciarsi sulle scene mediatiche di pseudo scienziati, dottori e tuttologi, aventi purtroppo anche ampio pubblico, con effetto immediato generante anche sette.

La pandemia da Covid-19 ha scoperchiato il classico vaso di Pandora mettendo in luce, anche a coloro i quali non hanno voluto o fatto finta di non vedere, quanto almeno un triennio di malgoverni e corruzione dilagante hanno prodotto: sistema economico volto a promuovere il privato e distruggendo il pubblico (istruzione, sanità, trasporti ne hanno fatto le spese), guerre economiche e reali, ambiente. Ci siamo cullati nella convinzione che l’Europa non abbia avuto guerre combattute sul proprio territorio per 50 anni, eppure l’avevamo alle porte. E’ stato seminato odio razziale, come primo istinto primordiale dell’uomo per difendere il proprio interesse personale contro i più deboli senza volere capire gli interessi di coloro che soffiavano e soffiano sul fuoco.

Quali soluzioni e quali azioni intraprendere? Sicuramente il processo richiederà delle azioni su tempi brevi ed altre su tempi lunghi.

I tempi brevi dovranno vedere un impegno forte di pungolo e controllo sui partiti politici, enti locali e regionali per ottenere maggiore equità fiscale, controllo sulle attività lavorative anche con l’eliminazione del lavoro nero, controllo sulla sicurezza dei lavoratori.

I tempi lunghi, ma non troppo, necessariamente dovrebbero vedere lo sviluppo delle politiche sulla ricerca, partendo dall’adeguamento della scuola italiana, (strutture, programmi scolastici), riforma fiscale che impedisca la fuga d’imprese dall’Italia, anche con la complicità di leggi create ad hoc che favoriscono le sedi fiscali all’estero ma comunque in Europa. La politica estera, da concordarsi con una vera politica europea, dovrà avere un maggiore peso nel governo a una visione di media durata, visto anche la brevità di vita delle nostre legislature. Solo una Europa veramente unita potrà avere la giusta influenza in un mondo globalizzato e con opposti interessi tra occidente e oriente. L’esercizio della democrazia partecipativa, più volte invocata, non deve essere intesa come un’ennesima fonte di non decisioni che con una serie di scontri finisce solo per inceppare un processo già pieno di ostacoli veri e non. Siamo pieni di organi di controllo, che interferendo con conclusioni troppo spesso in contrasto, bloccano qualunque soluzione. Il problema dei rifiuti è un classico esempio.

Dobbiamo recuperare i giovani, troppo spesso ignorati e spinti a soluzioni individuali anche da un lavoro non stabile e senza prospettive.

Come si legge, il panorama delle richieste e aspettative è oneroso, però se si vuole dare un futuro al nostro paese e ai nostri figli, sarà necessario iniziare velocemente una rivoluzione del nostro pensiero, quindi primo passo la scuola.

 

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