19 Aprile, 2024
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“Uno Spazio per te” A cura del dr.re Alberto Tagliapietra medico chirurgo

Uno Spazio per te: A cura del dr.re Alberto Tagliapietra medico chirurgo, formato in psiconcologia, Referente e ideatore del progetto oncologico Atleti al tuo fianco, collabora in rete con la dr.ssa Isabella Sturlese presidente dell’Associazione il mondo di Isa e la dr.ssa Rosaria Giagu, referente del progetto di sostegno psicologico e psiconcologico Uno spazio per te. 

Fase 2: chi ha ragione?

Quando si vive direttamente in quale modo una malattia possa rivoluzionare la propria esistenza, per affrontare le difficoltà del presente spesso la nostra mente cerca riparo in un momento futuro in cui quella malattia stessa non ci sarà più, senza la certezza che in questa proiezione si abbia effettivamente ragione.

Il desiderio di guarire, pur nella sua dignitosa completezza, non è in realtà sufficiente per spiegare quello che si prova: si vorrebbe anche riavere indietro quanto è stato tolto, ripartire da dove si era arrivati il giorno della diagnosi e riottenere il presunto diritto di vivere senza pensarci più.

Seppur ci sia ancora molto da fare sotto il profilo clinico per portare con certezza ogni famiglia che riceve una diagnosi di cancro alla fase della guarigione, molte persone che la raggiungono raccontano di sentirsi improvvisamente spiazzate e in torto, scoprendo che non è ciò che avevano sempre immaginato e desiderato.

Quello che si era prima non si è più, poiché una persona guarita ha affrontato un percorso attraverso la malattia, conoscendo grandi difficoltà e nuove risorse che l’hanno costretta ad evolvere: è necessario risintonizzare se stessi con il presente, senza chiedergli di essere un ripristino di una vita pre-malattia, che non è più possibile avere, altrimenti il disagio nella relazione con la realtà sarà costante.

Da medico, operatore e osservatore esterno, mi accorgo di come la risoluzione di questo stato d’animo avvenga nel preciso momento in cui il concetto di “ragione” riesce a mutare: si smette di volerla avere e si inizia a volerla usare. Il disagio di sentirsi in torto rispetto a quanto idealizzato svanisce lasciando spazio ad una determinazione orientata verso una nuova fase di vita, senza dubbio con molte incognite ma tutta da vivere e affrontare.

In questa Fase 2 dell’emergenza #coronavirus non possiamo ancora dirci guariti, né clinicamente né socialmente: possa comunque ognuno di noi trovare il modo di fare la propria parte da evoluto, proteggendo se stesso e gli altri, consolando chi è stato toccato da dolori eterni e rialzando un’Italia che ha bisogno di ripartire, scoprendo insieme che la ragione che spesso nelle discussioni abbiamo cercato di avere può trasformarsi nell’irrinunciabile strumento che ci deve guidare.

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