19 Aprile, 2024
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Road to Venezia 76 – 7 ELLA E JOHN Paolo Virzì

di Marco Feole

Helen Mirren e Donald Sutherland on the road e diretti da Paolo Virzì, nel film in concorso alla 74ima edizione del Festival del Cinema di Venezia.

The Leisure Seeker, presente come sottotitolo al film, è il soprannome del camper con cui Ella e John Spencer negli anni Settanta andavano in vacanza con i figli. Un giorno per scappare da una serie di cure mediche che li avrebbe visti distanti, Ella e John sorprendono i figli, e salgono a bordo del camper, lanciandosi in un’avventura on the road lungo la Old Route 1, verso Key West. Inizia un viaggio pieno di sorprese.

Paolo Virzì non è ovviamente nuovo al racconto on the road, ma stavolta abbandona i suoi cari panorami toscani per strizzare l’occhio l’America, sulla East Coast verso Key West, sede della casa di Hemingway. Il tema delicato dell’invecchiamento e demenza senile, è un racconto anche forse abusato nel mondo del Cinema, raggiungendo spesso momenti di retorica banale. Virzì invece mantiene intatto il suo stile di fare Cinema, ma dimostra sempre di più negli ultimi anni una certa bravura nell’equilibrio tra ironia e commozione, come visto anche nel suo più recente film “Notti magiche”. Qui però, in questo caso, affida tutto a due immensi attori. Capaci di calarsi entrambi nei loro personaggi a tal punto da dimenticarti il loro curriculum, e farteli sembrare quasi due alle prime armi. Un’impresa non facile quella del regista italiano che aggiunge anche e non scorda di raccontare quanto sia difficile per un figlio nel corso della vita diventare genitore dei propri genitori.

I film di Paolo Virzì sono ben caratterizzati e riconosciuti dalla sua firma, e questo non fa eccezione. Il viaggio dei due coniugi diventa un viaggio nella memoria, una fuga dal quotidiano, il grido forte verso una libertà contrastata dalla malattia. Il tutto ben raccontato in un film che non lascerà un segno indelebile forse nel sottoscritto e nella storia più recente, ma gestito bene da regia e attori, che crea empatica con lo spettatore, senza mai far sentire troppo il peso drammatico che esiste alla base del racconto.

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