23 Aprile, 2024
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Si chiude il primo ciclo di seminari dell’associazione l’Agone Nuovo presso l’I.C. Corrado Melone

Con l’incontro di questa mattina si è concluso il secondo ciclo di seminari sul bullismo e cyber bullismo realizzati, su promozione dell’Associazione L’Agone Nuovo, presso l’Istituto Comprensivo “Corrado Melone” di Ladispoli per i ragazzi di secondaria di primo grado.
A seguito del riscontro favorevole dimostrato dai ragazzi lo scorso anno, infatti, la dirigenza scolastica e la prof.ssa Stefania Pascucci in particolare, hanno richiesto la riproposizione dei seminari che nell’attuale corso scolastico, per esigenza di ciclicità, sono stati presentati a tutte le classi seconde suddivise in tre giornate: il 4 febbraio le classi 2E, 2H, 2I e 2L, il giorno 13 febbraio le classi 2F, 2G e 2M e il giorno 18 febbraio con le classi 2A, 2B, 2C, e 2D.
Inoltre, su richiesta della scuola, al pari dello scorso anno, si è tenuto un incontro preparatorio con un “team antibullismo”, iniziativa rinnovata dall’Istituto per formare ragazzi che sappiano individuare segnali o tracce di comportamenti fuori dagli schemi del fisiologico rapportarsi tra i giovani o che ne sappiano riconoscere e segnalare le conseguenze in termini di sofferenza emotiva.
Le ragioni che mi hanno portato a reiterare la disponibilità ad assumermi l’onere di ricavare tre mattinate tra i miei non pochi impegni per portare un surrogato della mia esperienza professionale ed accademica, vanno essenzialmente ricondotte a due ragioni:
la prima, di carattere generale, è che lo considero il mio piccolo contributo con cui spero di poter aiutare i ragazzi nel complesso e disorientato periodo dell’adolescenza, partecipando alla diffusione di una cultura antiviolenza ed ispirata a modelli educativi più adeguati, capaci di formare donne e uomini migliori. In fondo, sapere e non condividere non credo che abbia molta utilità; le nostre esperienze professionali e il nostro sapere troppo spesso rimangono intrappolati tra le mura individuali dei servizi; dare loro voce è la possibilità che abbiamo per far sì che ciò che facciamo e sappiamo possa diventare cultura e permetta a tutti di crescere.
La seconda ragione è di natura affettiva: il lavoro del prof. Agresti e della prof.ssa Pascucci, ritengo che vada molto oltre l’ordinario dovere dei loro singoli ruoli; senza retorica, che non avrebbe ragione d’essere, considero che il supplementare e serio impegno in cui si profondono, offra agli alunni della Corrado Melone un patrimonio di conoscenze che, insieme alla didattica tradizionale, è in grado di prepararli ad affrontare, oltre che i singoli cammini di formazione superiore, un percorso di crescita consapevole, indispensabile per la proiezione nel complicato mondo dei rapporti lavorativi e interpersonali.
Quindi, ben volentieri ho accettato lo stimolo della scuola e del presidente de L’Agone, Giovanni Furgiule, e sono tornato a Ladispoli.
Ritengo utile e doveroso, a conclusione di ogni cosa in cui mi cimento, fare un rendiconto di come l’ho fatta, di cosa ha immediatamente prodotto e del consenso in termini di attenzione e approvazione che si è riscosso; in altre parole è imperativo, prima che utile, riflettere su quello che si è dato e su quello che invece si è portato via, esaminando le oggettività e le soggettività, le eventuali carenze perché possano essere colmate, le forme perché possano trovare maggior pertinenza, il riscontro dei contenuti in termini di comprensione e interesse perché semmai debbano essere rivisti e muovendo critiche severe a me stesso prima ancora che, eventualmente, agli altri o a qualcos’altro.
Il tutto affinché i contenuti che vengono portati nelle scuole siano sempre, e sempre più, qualitativamente pregevoli, pertinenti, coerenti, utili e, perché no, anche gradevoli e coinvolgenti.
Ebbene, non appaia superficiale e presuntuoso, ma devo ai ragazzi che ho incontrato, l’imbarazzante sensazione che quanto si è realizzato sia stato, oltre che pertinente e soddisfacente, in relazione all’aspettativa riposta dai committenti, semplicemente perfetto.
Nelle due ore dell’intervento in una sala incredibilmente e innaturalmente silenziosa, si è realizzato il connubio tra conoscenza e coscienza, le nozioni si sono fuse con le emozioni, ai sorrisi endemici di quell’età si è alternato il luccichio di decine di occhi lucidi che hanno empatizzato con le argomentazioni presentate.
I contenuti sono stati quelli che abitualmente utilizzo in consessi simili: la declinazione del fenomeno del bullismo nei suoi aspetti biologico, psicologico, storico, culturale e normativo, utilizzando il supporto visivo e la documentazione di fatti reali.
Identica anche la formula con cui li propongo: linguaggio semplice e diretto, modulazione e ritmo appropriati a conservare l’attenzione e stimolare le reazioni viscerali.
Il risultato, superiore alle aspettative: ragazzi attenti, partecipativi, critici, educati, così teneramente fragili, talvolta evidentemente ingenui, talaltra acuti, perspicaci, con tratti di una maturità straordinaria per l’età. Piccoli progetti di donne e uomini che saranno gli abitanti di un domani in evoluzione incognita, che hanno, io credo, diritto ad essere felici prima ancora che capaci.
La citazione di Seneca con cui concludo e ringrazio l’uditorio nell’ultima slide dei seminari,“ Anche se il timore avrà più argomenti, scegli la speranza”, racchiude lo scopo e il senso dell’esperienza: tornare al lavoro con il fardello del loro disorientamento alleviato dalla sensazione della loro considerazione, gratitudine, accoglimento, mi ha rafforzato, ogni volta, la fiducia che qualcosa di migliore sia possibile per loro, che il male sia arginabile, riducibile, ridicolizzabile.
Una speranza, appunto.
Il loro migliore e più prezioso ringraziamento, è condensato nell’abbraccio spontaneo di una ragazza che, al termine dell’ultimo incontro, ha inteso equilibrare i conti delle emozioni, lucidando anche i miei occhi.

Gianluca Di Pietrantonio

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