20 Aprile, 2024
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Congresso PD: corsa a 6 per la segreteria

Boccia, Corallo, Giachetti, Martina, Saladino e Zingaretti si contenderanno la leadership il 3 marzo

 

Sarà una corsa a sei, alla fine, quella per la segreteria nazionale del Partito Democratico. Il termine per la presentazione delle candidature è scaduto alle ore 18 del 12 dicembre. In sei le hanno depositate al Nazareno, con le relative linee politico-programmatiche sottoscritte da 1.500 – 2.000 iscritti. La commissione di Garanzia nazionale ne ha certificato l’ammissione controllandone le firme.

Durante la Direzione del PD, riunitasi il 28 novembre, è stato approvato il Regolamento per le elezioni del Segretario e dell’Assemblea nazionale e le tappe da seguire prima delle elezioni Primarie che si svolgeranno domenica 3 marzo 2019, aperte a tutti i cittadini.

Le Riunioni di circolo si svolgono dal 7 al 23 gennaio 2019 , al termine delle quali ogni Circolo eleggerà i propri delegati alla Convenzione provinciale. Si terranno successivamente le Convenzioni regionali e verranno eletti i membri della Convenzione nazionale che determinerà, sulla base dei voti degli iscrittiti, i candidati che concorreranno alle Primarie.

Parte così ufficialmente la sfida congressuale che si concluderà con le Primarie (salvo ballottaggio in Assemblea se nessun candidato supererà il 50%). Francesco Boccia, Dario Corallo, Roberto Giachetti, Maurizio Martina, Maria Saladino e Nicola Zingaretti, si contenderanno la leadership del PD.

Il presidente del Lazio è in pista con il suo documento “Una proposta per l’Italia” e con la promessa di “cambiare tutto” e di “rinnovare il gruppo dirigente.

Nei mesi precedenti, vari esponenti del partito avevano paventato l’ipotesi di candidarsi.

In particolare Matteo Richetti e Cesare Damiano hanno scelto nelle ultime settimane di ritirarsi per appoggiare rispettivamente, il primo il segretario uscente e Damiano il presidente del Lazio. “Ho scelto di ritirarmi – ha dichiarato l’ex ministro del Lavoro – perché in questo momento è necessaria unità. Mi convince la proposta di Zingaretti che contiene l’idea di discontinuità, la necessità di ricostruire un partito dalla fondamenta, inclusivo e aperto all’esterno”.

Anche Marco Minniti, ex ministro dell’Interno ha ritirato la propria candidatura “per salvare il partito e consegnargli una leadership forte “, ha detto, mentre rumors interni parlano invece di una non convergenza con Matteo Renzi che nelle ultime settimane ha dichiarato che si terrà alla larga, non farà campagna per nessuno e non sosterrà pubblicamente nessun candidato, anche se, ha assicurato, voterà alle Primarie.

Singolare infine la candidatura in extremis di Giachetti, in ticket con la deputata PD Anna Ascani, che ha raccolto le firme in 24 ore. Boccia ha immediatamente tacciato di “irregolarità” l’operazione. “Io sono andato a raccogliere le firme fisicamente in ogni angolo d’Italia, loro hanno dato una mail, non è regolare”, anche se poi le firme sono state accettate.

Maria Antonella Procopio

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