di Marco Feole
Era il 16 settembre di questo anno quando sulle pagine del L’Agone partivamo con un progetto a tema sul Cinema, come primo domenicale di cultura, tra il mio stupore, incredulità e orgoglio. Era ed è, un progetto coraggioso, non semplice, sicuramente meno popolare, un genere non per tutti o per lo meno non da tutti conosciuto. Il “Cinema da Camera” o meglio conosciuto come il Kammerspiel.
Lo abbiamo intrapreso sperando di poter appassionare proprio quelli che magari non lo conoscevano, raccontando quelle che secondo noi erano le opere migliori. E credetemi quando vi dico che abbiamo davvero citato e toccato perle uniche nel suo genere. Materiale ad oggi anche introvabile. Se abbiamo anche solo accesso in voi la curiosità, se abbiamo in maniera piccola arricchito la vostra cultura cinematografica, ma anche solo se abbiamo creato un’alternativa a quella sera che non sapevate che film guardare, per noi è già un successo!
Da Nodo alla gola (pezzo di apertura) ad oggi, personalmente ho provato a mettere nero su bianco la mia conoscenza sul campo, accompagnandola con la passione che mi contraddistingue per il Cinema in generale. Non so se ci sono riuscito, ma ho una notizia per voi. Buona per quelli che non ne potevano più, cattiva per quelli che non potevano farne a meno. Siamo arrivati a conclusione, e oggi salutiamo il “Cinema da Camera” con quello che forse è considerato dai più, IL Kammerspiel.
PS: sshh…. mi rivolgo a voi tristi, non ditelo a gli altri, ma col nuovo anno parte un’altra rubrica sul Cinema! Tranquilli, non vi lasciamo soli!
Dicevamo, chiudiamo in bellezza signori miei. Abbiamo il miglior regalo di Natale per voi.
Per quella “vera” ancora c’è qualche giorno, ma intanto abbiamo La notte di San Silvestro di Lupu Pick.
15. LA NOTTE DI SAN SILVESTRO del 1924
Lupu Pick
Lo so, alla maggior parte di voi Lupu Pick magari non dirà nulla, ma se parliamo di Kammerspiel, vi comunico che è uno dei suoi massimi esponenti. Lupu Pick è stato un attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico rumeno che lavorò in Germania all’epoca del muto. Nel 1924 con la sceneggiatura firmata Carl Meyer, gira Sylvester (titolo originale), che resta tutt’ora annoverato nella storia del Cinema.
Sylvester è un film muto del 1924, di produzione tedesca, con sceneggiatura appunto di Carl Meyer, che aveva già lavorato con Pick nel suo “La rotaia”.
Una coppia, marito e moglie, gestori di un bar-ristorante, sono nel proprio locale durante la serata di San Silvestro. Fuori la finestra della cucina del ristorante, dove la moglie è intenta a lavorare, appare il volto della madre di lui, e la moglie si mostra subito contrariata, ma il marito invita la propria madre a cena nel locale. L’iniziale avversione della moglie per la suocera si muta improvvisamente in totale accettazione e quando la moglie, dopo la cena privata, si abbandona a dormire su una poltrona, la suocera la veglia, mentre prosegue il suo lavoro a maglia. Tra le due non scorre buon sangue e, tra conflitti e gelosie, sale la tensione e il finale non potrà che essere tragico. Nonostante ciò, i festeggiamenti di San Silvestro continuano nella città. Una delle ultime inquadrature è dedicata al figlioletto nella sua carrozzina. In una scena ancora indimenticata.
Una storia che si svolge in una sola notte, in una struttura simile al precedentemente citato “La rotaia” del 1921, anche La notte di San Silvestro è uno dei principali Kammerspiel della storia del Cinema.
Dramma da camera, film muto ma senza didascalie. Gli eventi narrati solo attraverso la recitazione e ai simbolismi. In un crescendo angoscioso, la pellicola riesce a scuotere ancora oggi, e colpisce per il realismo della messinscena e per gli azzardati parallelismi tra, da una parte i festeggiamenti allegri nelle strade, e dall’altra, la tensione drammatica che si sviluppa tra le mura domestiche.
Una pellicola con ben 94 anni di età. Ma che si muove e si esprime ancora oggi con un’energia da giovanotto!