29 Marzo, 2024
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Bracciano. L’ex assessore alla cultura Elena Felluca replica al Sindaco Tondinelli sulla “Collezione Panunzi”

Riceviamo e pubblichiamo.

 

“L’articolo a firma del sindaco Tondinelli “Bracciano. Collezione archeologica Panunzi: la replica del sindaco Tondinelli” merita alcune osservazioni.

L’attuale Amministrazione Comunale, sebbene composta diversamente, con  D.G.C. n. 142 del 2-12-2016 rifiutò l’acquisto della collezione archeologica Panunzi, all’epoca io ero Assessore alle Politiche Culturali e avevo la delega al Museo Civico. A distanza di circa due anni, con  D.G.C. n. 228 del 11-10-2018 decide di acquistarla. Cosa è cambiato, in due anni, oltre al delegato al Museo Civico, per ribaltare completamente la decisione iniziale di non acquistare la suddetta?

Ricordo al sindaco Tondinelli che, due anni fa, l’unica persona ad essere stata presa di mira, pubblicamente e privatamente, con provocazioni e maleparole, fui io, e soltanto io, per aver approvato la delibera in cui rifiutavamo l’acquisto della collezione archeologica Panunzi, e non furono i consiglieri o i simpatizzanti del Movimento 5 stelle di Bracciano, oggi promotori di un’interrogazione, ma furono esponenti e simpatizzanti dell’altra parte della minoranza favorevoli soltanto, stranamente, all’acquisto e non all’arricchimento del patrimonio culturale locale, in generale, a tal punto da chiedere la revoca del mio incarico di assessore, ottenendola (chissà, poi, per quale motivo). Invito il sindaco a meditare sugli squallidi dettagli che ne seguirono.

I motivi del rifiuto (D.G.C. n. 142 del 2-12-2016) non erano solo economici, ma anche di natura culturale, così dichiarai quando avevo la delega al Museo Civico, due anni fa: “Al momento però l’operazione è sospesa sia per l’impossibilità di disporre di questo importo, sia perché andrebbe rivalutato attentamente il dichiarato “grande valore storico e documentario” della collezione. La maggior parte di questi pezzi, infatti, non hanno un grande valore culturale per Bracciano, essendo di “provenienza incerta” (http://www.etrurianews.it/2016/10/14/bracciano-museo-civico-chiude-o-riapre-intervista-allassessore-alla-cultura-elena-felluca/).

Mi permetto di ribadire quanto già espresso in passato, in più occasioni, in merito al presunto valore culturale della collezione archeologica Panunzi e sull’opportunità di acquisto per il Comune di Bracciano.

In riferimento alla volontà espressa dalla giunta della precedente amministrazione del Comune di Bracciano, come anche dall’attuale, di acquistare l’intera collezione archeologica degli eredi Panunzi al prezzo di 80.000,00 € (D.G.C. n. 575 del 13/12/2011 e D.G.C. n. 228 del 11-10-2018), esprimo perplessità riguardante la spesa in proporzione al valore culturale vero, presunto o, comunque, dichiarato, in relazione alla sua provenienza incerta (tale notizia è espressa nelle targhette esplicative dei reperti di questa collezione esposti attualmente nel Museo Civico): non si conosce il luogo di ritrovamento e ciò mi induce a supporre la provenienza da scavi non controllati dalle competenti autorità che, normalmente, annotano e registrano tutti i particolari di ogni attività archeologica. Forse i ritrovamenti sono avvenuti in un periodo remoto in cui non esistevano ancora le leggi attualmente vigenti in materia di recupero e di scavo di un contesto antico? Oppure, la documentazione originale di schedatura è andata perduta? Resta il fatto che non si conosce l’esatta provenienza dei reperti in questione.

In generale, dal punto di vista archeologico, una volta decontestualizzati senza alcuna registrazione del luogo e del contesto di provenienza, i reperti non hanno un grande valore storico e documentario, bensì acquisiscono meramente il valore di un oggetto e si può solo stabilire, sulla base delle forme e degli stili, un arco cronologico di produzione possibile e, in assenza di analisi sulla ceramica, la loro originalità si può solo supporre. Risulta altrettanto difficile datare le lapidi e gli oggetti in pietra, o in metallo.

Ad ogni modo, è necessario essere certi che non si tratti di copie moderne o di imitazioni successive alla loro presunta antichità. Visto che il Comune vorrebbe spendere 80.000 €, ha provveduto a richiedere un certificato sull’autenticità, ovvero dell’antichità, di ogni singolo reperto? Si tratta di una documentazione differente da una perizia ad occhio: sarebbe necessaria un’analisi chimica dei manufatti archeologici applicando tecniche innovative, non distruttive, accanto alla caratterizzazione mineralogica e microstrutturale, le analisi termiche, bagnabilità, misure di densità. La conoscenza della composizione degli elementi, includendo quelli principali e gli elementi in traccia, può fornire importanti informazioni riguardo alla provenienza, al processo di manifattura, ai materiali di base, alla cronologia ed altro.

Riguardo la provenienza dei reperti in questione, si hanno grosse incertezze per il medesimo motivo: lo stile, le forme e le decorazioni (se ci sono) possono solo suggerire una zona, talvolta molto ampia, non un sito o un luogo ben preciso, ne consegue che la collezione Panunzi non può essere definita con certezza di provenienza braccianese e da qui sorgono le perplessità sull’opportunità, per il Comune di Bracciano, di acquistarla per il prezzo di 80.000,00 € proposto dalla famiglia proprietaria.

Il Museo Civico di Bracciano potrebbe essere comunque arricchito di reperti, tra l’altro già richiesti lo scorso anno dal sindaco Tondinelli alle autorità competenti, provenienti da scavi archeologici regolari, o comunque di certa provenienza dal territorio del Comune di Bracciano: tra questi vi sono quelli provenienti dal sito La Sposetta e in altri siti sommersi nelle acque del lago, come anche quelli rinvenuti nella villa romana in località Vigna Orsini. Questi sono solo alcuni esempi di reperti antichi di vero grande valore storico e documentario del territorio di Bracciano acquisibili a “costo zero” per l’ente (http://www.terzobinario.it/bracciano-lamministrazione-chiede-alle-soprintendenze-arricchire-le-collezioni-museali/108222).

La chiusura del Museo Civico di Bracciano è solo momentanea e, qualsiasi ampliamento, comporterebbe ulteriori costi per l’allestimento e per la cura, e conservazione, dei Beni e dei reperti esposti. Al di là di questo, è giusto investire per arricchire l’esposizione del patrimonio culturale locale, ma, a mio parere, andrebbe valutato con una maggiore attenzione verso ciò che narra veramente la storia del nostro Comune.

In aggiunta a questo, va ricordato che con deliberazione della Giunta Comunale n. 169 del 2/04/2004 viene premesso “che il Signor Ennio Panunzi con lettera prot. n. 16684 dell’11/09/1995 ha espresso la volontà di donare al Comune di Bracciano una serie di reperti archeologici di sua proprietà, descritti nell’elenco allegato al presente atto, da destinarsi al costituendo Museo Civico” e “che il dottor Bruno Panunzi, figlio ed erede del sopracitato E. Panunzi, ha manifestato nei nuerosi contatti intercorsi la volontà di portare a compimento l’iter della donazione”. La legge attualmente vigente in materia di Beni culturali non consente lo smembramento delle collezioni, quindi, gli eredi cercano di vendere tutto insieme, contrastando, in parte, la volontà di donarne una parte alla comunità di Bracciano.

Già l’attuale sindaco (Tondinelli), con una giunta comunale composta diversamente, approvò la delibera n. 142 del 02-12-2016 per rifiutarla, riportando che “atto delle difficoltà finanziarie in cui versa l’Ente si ritiene opportuno non procedere all’acquisto della collezione archeologica di proprietà delle eredi Panunzi” e demandare “alla famiglia Panunzi la facoltà di decidere se devolvere o meno al comune di Bracciano la collezione archeologica”. All’epoca, io ero Assessore alle Politiche Culturali, avevo anche la delega al Museo Civico. Il Comune di Bracciano, ad oggi, non è più in difficoltà finanziarie?

Nella D.G.C. n. 228 del 11-10-2018 l’attuale Assessore alle Politiche Culturali, Claudia Marini, risulta assente, dopo, o prima, aver votato la delibera n. 227 del 11-10-2018 che ha per oggetto “Revoca Deliberazione di Giunta Comunale n. 495 dell’11/09/2008 avente ad oggetto -Donazione antica macchina per la torrefazione del caffè da parte degli Eredi Mondini-. Provvedimenti”. Con questa delibera la Giunta rifiuta la donazione del manufatto sostenendo che “allo stato attuale, non essendo disponibili risorse economiche che consentano il restauro del prezioso oggetto, testimonianza delle antiche professioni artigianali del territorio braccianese, il macchinario può rientrare in possesso degli Eredi Mondini che dovranno farsi carico dell’onere economico derivante dal ritiro dello stesso” e “Sentito il parere dell’Assessore alle Politiche Culturali Dott.ssa Claudia Marini”. Quale genere di parere può aver dato in materia di restauro e conservazione di un Bene antico simile? Con quale criterio si dichiara l’indisponibilità economica per una testimonianza certa e sicura di un aspetto della cultura braccianese, mentre, invece, si ha la possibilità di spendere 80.000,00 € per una serie di reperti antichi di “provenienza incerta” di proprietà della famiglia Panunzi? Mi chiedo, inotre, per quale motivo il sopraindicato Assessore compare assente solo nella delibera di acquisto della collezione Panunzi, tra quelle votate lo stesso giorno.

Cosa è cambiato, oltre all’Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Bracciano, nelle idee dell’attuale Amministrazione Comunale per spingere ad una scelta opposta a due anni fa? Come fa l’azione restrittiva sull’apertura al pubblico del museo ad essere collegata all’acquisto della collezione, visto che l’importo di 80.000 € proviene da un mutuo della CDP?

La valorizzazione del nostro patrimonio culturale ha un senso quando viene provata la provenienza e l’originalità dei Beni che ne costituiscono veicolo ed espressione, quindi significativi degli aspetti peculiari delle culture avvicendate nel territorio di Bracciano. Il Museo Civico dovrebbe custodire oggetti che narrano la storia di un territorio, o anche uno degli aspetti caratteristici distintivi.

Per i suddetti motivi, e per lo stato finanziario in cui si trova attualmente il Comune di Bracciano, ritengo inopportuno l’acquisto della collezione archeologica Panunzi.

Concludo invitando a riflettere sulla possibilità di revocare la D.G.C. n. 228 del 11-10-2018, al fine di investire diversamente la cifra di 80.000,00 €, ad esempio, per l’acquisto o la sistemazione di beni di pubblica utilità, visto lo stato in cui versano gli impianti sportivi, i luoghi di aggregazione, le scuole e tutto il resto di proprietà comunale.

 

Dottore di Ricerca in Archeologia, Dott.ssa Elena Felluca”

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