24 Aprile, 2024
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LETTERATURA E BUON VINO: UNA DOMENICA INTERESSANTE E RILASSANTE A MANZIANA

 

La prossima domenica 26 agosto si terrà a Manziana la presentazione del libro “Il giallo di Palazzo Corsetti” edito da Newton & Compton.

Abbiamo avuto modo di chiacchierare con l’autrice, Alessandra Carnevali, riguardo i suoi studi ed i suoi lavoro letterari.

MG: Inizio con il dire che ho letto velocemente e con interesse il suo libro e non avuto grandi problemi pur non avendo ancora letto i precedenti capitoli.

AC: Sì, questa è la terza avventura del commissario Adalgisa Calligaris, ma ogni libro costituisce una storia a sé.

MG: La storia è ambientata nel 2006; è una scelta oppure ai tempi aveva già in mente le avventure della Calligaris?

AC: I fatti si svolgono nel 2006 perché il personaggio è effettivamente nato in quel periodo. All’epoca mi ero infatti messa in testa di scrivere un giallo, un genere che non frequento molto come lettrice, però volevo tentare. Quindi ho iniziato a pensare ad un personaggio che potesse essere giusto per questo genere e mi è venuta in mente Adalgisa, con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti. Solo che dopo averlo scritto non sapevo cosa farci esattamente. Così è rimasto nel cassetto.

MG: Ho letto che ha potuto pubblicare questi gialli grazie al concorso indetto da Il Mio Libro e alla Newton & Compton.

AC:  Già. Il romanzo è rimasto nel cassetto fin quando ho deciso di metterlo su un sito di self publishing che mi sembrava serio ed affidabile in quanto vantava partner come la scuola Holden (quella di Alessandro Baricco, per capirci), il gruppo L’Espresso  e Repubblica. Così, come tanti altri aspiranti scrittori ho pubblicato sul portale “Il Mio Libro” e la sorte ha voluto che nel 2015 io vincessi il premio che consisteva nella pubblicazione con Newton & Compton editori. È stata una bellissima sorpresa e ringrazio Newton & Compton per aver avuto fiducia nelle mie doti di scrittrice e di avermi confermato questa fiducia pubblicando anche i successivi due capitoli; “Il giallo di Palazzo Corsetti è infatti il terzo capitolo di una trilogia che ha per protagonista Adalgisa Calligaris.

MG: Ci parli del suo percorso di studi.

AC: Io ho frequentato il liceo classico e ho poi conseguito una laurea in Lingue e Letterature Straniere studiando il tedesco come prima lingua.

MG: Da quando si dedica alla scrittura?

AC: Si può dire che io scriva da sempre. Ho iniziato da giovanissima. A scuola scrivevo poesie che prendevano in giro insegnanti e compagni di scuola. Poi durante l’adolescenza ho iniziato a tenere diari e scrivere altre poesia, ma stavolta più serie e tristi. Più avanti ho frequentato la scuola di Mogol in Umbria e mi sono dedicata alla scrittura di testi per canzoni e devo dire con molta soddisfazione poiché ho anche partecipato come autrice ad un festival di Sanremo. Nel frattempo scrivevo racconti, ma soltanto più tardi mi sono dedicata alla forma romanzo. Ho un romanzo scritto prima della trilogia della Calligaris che attende ancora nel cassetto.

MG: Ci narri della nascita di Adalgisa, una donna decisamente fuori dagli schemi.

AC: Adalgisa nasce in parte dall’osservazione di me stessa, dal momento che le sue caratteristiche sono anche le mie, compresi i miei complessi e le mie esperienze di vita. Adalgisa è sicuramente una donna molto più caparbia e molto più intelligente di me e rappresenta un po’ la rivincita delle bruttine, se vogliamo.

MG: Personalmente ho molto apprezzato l’uso del dialetto; detesto sentir parlare i personaggi come libri stampati anche quando questo è improbabile. I personaggi descritti, come il barista Celestino, la Banda della Maglina, Don Pulpito ecc, sono ritratti di persone reali?

AC: Io sono nata ad Orvieto, che è una cittadina umbra molto bella ed estremamente caratteristica. Anche il dialetto che vi si parla è particolare poiché è un mix di toscano, marchigiano e romano. Attinge quindi da molti vocabolari dialettali però è il dialetto che parlava mia nonna e che parlavano tutte le persone che conoscevo e così, anche per un fattore affettivo, ho cercato di riportarlo nella cittadina di Rivorosso Umbro, che è sì immaginaria, ma che rispecchia tantissimo le caratteristiche di Orvieto. I personaggi sono chiaramente tutti inventati, ma molti di loro sicuramente prendono spunto da persone reali. A volte sono un mix di varie persone che conosco. Le mie non vogliono essere caricature, assolutamente, perché li osservo tutti e li tratto con molto affetto. Però è inevitabile che dall’esperienza della vita quotidiana vengano fuori delle ispirazioni.

MG: Inutile negare l’impatto del personaggio di Tamara “Paris” Picchio, la blogger che minaccia il giornalismo classico, la tamarra che vuole emergere dalla provincia. È decisamente un simbolo, più che un personaggio. Si ama e si detesta al tempo stesso.

AC: Paris Picchio è un personaggio decisamente divertente. Un giorno ero al mercato e ho visto passare una ragazza che più o meno corrispondeva a quella che poi è diventata Paris. Mi divertiva anche creare questo contrasto con la sorella che è tutta casa e chiesa e fa la perpetua al parroco! Tornando a Paris; il fatto di farla diventare una blogger prima improvvisata e poi man mano sempre più capace nel suo lavoro fino a diventare un aiuto importante nel corso delle indagini, trae ispirazione dal fatto che anche io sono stata una blogger. Un lavoro che ho svolto per 10 anni. Inizialmente anche io mi sono gettata allo sbaraglio in un mestiere nuovo e sconosciuto, che però mi ha donato enormi soddisfazioni. Possiamo anche dire che se Adalgisa rappresenta la rivincita delle bruttine, Paris rappresenta il riscatto delle tamarre.

Alessandra Carnevali vi aspetta domenica 26 agosto l’aula consiliare del Comune di Manziana. A moderare l’incontro sarà presente il giornalista di Rai Radio 1 Vito Cioce e a presentare l’evento saranno il sindaco Bruno Bruni e l’assessore alla cultura Eleonora Brini.

Al termine della presentazione, organizzata dal Comitato San Giovanni Battista di Manziana, potrete brindare con un bicchiere di buon vino offerto dall’associazione FISAR Manziana Monti Sabatini.

Monia Guredda

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