26 Aprile, 2024
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Paolo Benevelli medaglia d’argento nel lancio del Martello

Manziana. Classe 1944: ha partecipato ai ultimi Campionati italiani Master Indoor categoria M70

Paolo Benevelli, classe ’44, medaglia d’argento nel lancio del Martello ai campionati italiani Master Indoor, categoria M70.

Come è cominciato tutto?
«Ho studiato ragioneria a Viterbo. Un giorno il vicepreside dell’istituto, che era Presidente di una società sportiva, mi ha coinvolto nell’atletica, facendomi provare il lancio del disco e così tutto è cominciato. Lì ho vinto i campionati studenteschi a Viterbo, dopodiché sono andato sempre con la scuola a fare gli interregionali a Grosseto, dove oltre al Lazio c’erano la Toscana, l’Umbria e le Marche e arrivai sesto. Poi smisi, perché appena terminata la scuola ho iniziato a lavorare».

E quando ha ripreso?
«Lavoravo per una ditta di trasporti. Quando nel ’74 siamo passati alla STEFER il pomeriggio ero libero. Un giorno un amico mi fa: “Ma perché non ti vieni ad allenare a Ostia?” Io lavoravo all’Eur ed arrivare allo stadio “Stella Polare” ci mettevo poco. Poi lì ho incontrato un mio amico martellista e giavellottista delle Fiamme gialle, che mi ha insegnato a lanciare anche altri strumenti. Ma a livello di competizione era particolarmente dura».
Cioè?
«Diciamo che nel Lazio siamo sempre stati sfortunati noi dilettanti, dato che a Roma ci sono le sedi di quasi tutte le società sportive militari; a parte le Fiamme oro a Padova e i Carabinieri a Bologna. Ogni società portava tre atleti, se ti diceva bene che non veniva qualcuno di veramente forte magari riuscivi ad arrivare in finale».

Lei però non si è mai dato per vinto. E qualche soddisfazione se l’è presa.
«Certamente! Di piazzamenti buoni ne ho ottenuti molti e le dirò sono stato anche fortunato nella carriera».
Ci racconti.
«Negli anni Ottanta la società sportiva Alco di Rieti aveva una grande attività sportiva; tutti i più grandi dell’epoca, tipo De Vincentis nel disco o lo stesso Mennea ne hanno fatto parte, e partecipava a quelli che si chiamano “Campionati Italiani di Società”. Nell’ ‘87 la società era in fallimento perché aveva avuto problemi con gli sponsor e praticamente era rimasta senza atleti veri e mi venne chiesto di partecipare. Non mi sembrava vero, per me era come partecipare a un mondiale! Arrivai ottavo, ma sapevo che non potevo fare di meglio visto il livello. Fui molto soddisfatto».

Come si allena uno sportivo alla sua età?
«Io ho “allestito” la mia vigna: c’erano due ulivi li ho spostati con la ruspa, un filare di viti l’ho tolto, e mi sono fatto il mio bel settore di 35 metri per lanciare, ho la pedana in porfido per i lanci, e poi ho la casetta con panca, manubri e tutto il resto. Voglio farmi trovare pronto ora che passerò agli M75!».

In bocca al lupo allora

«Crepi!»

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