Giuseppe Curatolo, Commissario straordinario per il Parco di Bracciano e Martignano, traccia un bilancio del suo mandato alla guida dell’Ente.
«Il 14 novembre scorso si è concluso il mio mandato di Commissario straordinario per il Parco di Bracciano e Martignano iniziato nel settembre 2013. Ad oggi posso tracciare un primo bilancio in attesa che le diverse attività consolidate o solo impostate consentano una ulteriore valutazione più meditata. Mi sembra di poter dire che il bilancio finale è positivo e, soprattutto, è positiva la prospettiva di attività del Parco. All’inizio del mandato il territorio era piuttosto diffidente verso l’area protetta, nonostante le ottime attività già svolte specialmente nel campo dell’educazione ambientale e degli eventi culturali; con il passare dei mesi, approfittando delle molte occasioni di incontro con i Sindaci, le aziende, i cittadini e le associazioni di volontariato, posso dire che lavorando insieme, ascoltandosi e chiarendo nodi critici piuttosto difficili, un po’ di diffidenza è venuta meno. Il Parco è stato attivo e presente e, ci tengo a dirlo, dialogante, su temi importanti quali il Piano d’Assetto, la liquidazione dei danni da fauna selvatica, l’apertura della sede di Porta del Parco ad Anguillara, i vari eventi dedicati all’arte, alla cultura materiale ed all’ ambiente tra cui mi fa piacere ricordare il riuscito convegno sulla Laudato sì della scorsa Primavera. A queste attività devo aggiungere il lavoro che i cittadini non vedono e che si è incentrato sulla revisione della situazione finanziaria finalizzata ad onorare progressivamente i debiti, alla acquisizione di procedure di lavoro più organizzate, al recupero al servizio dei mezzi ed altro. Tutto questo anche con due traslochi di sede nel mezzo. Lavorando in sintonia con gli Uffici del Parco, state tracciate anche linee di prospettiva molto importanti per il territorio per stringere sempre di più i legami con i nostri cittadini e metterci davvero a “fare Parco”. Nel prendere commiato devo sottolineare che, se qualcosa è strato fatto, il merito deve andare in gran parte alla grandissima qualità umana e professionale di tutto il personale del Parco e dello staff dirigenziale che si è consolidato dalla fine del 2014. Sono certo che ogni dipendente del Parco è legato non solo al posto di lavoro ma alle motivazioni del proprio agire e questa è una ricchezza enorme. Senza dimenticare una parte significativa della Dirigenza regionale che, opportunamente sollecitata, ci ha aiutato a risolvere questioni economiche notevoli».
Quali sono le potenzialità del Parco di Bracciano e Martignano?
«Nessun risultato arriva improvvisamente, in questi tre anni è stato fatto un primo tratto di strada e molto resta da fare, penso di poter dire che abbiamo iniziato a rimuovere la marcata diffidenza anche umana che ho riscontrato all’ inizio impostando un modo di lavorare amichevole e rispettoso, tenuto conto anche della presenza di interessi in campo ambientale non coincidenti (quando non proprio contrapposti) tra forze sociali. I risultati acquisiti hanno dimostrato che il Parco promette e mantiene le promesse e penso che la credibilità politica, di questi tempi, sia necessaria. Questa base consentirà a chi mi seguirà di acquisire importanti risultati nel far convivere agricoltura, allevamento, pesca e tutela ambientale, nel continuare a far vivere ai ragazzi ed ai giovani esperienze di vita vicina all’ ambiente ed alle nostre tradizioni, nell’ aiutare le Amministrazioni locali a far passare un modo diverso di intendere il rapporto tra Urbanistica e Tutela ambientale superando una mentalità fallimentare solo vincolistica, nel far conoscere nel mondo quello che nel territorio del Parco è un vero giacimento di risorse naturali, culturali, archeologiche ed aiutando gli Imprenditori a rendere più attrattive le proprie offerte di servizi, ed infine nel proteggere amorevolmente i gioielli che ci sono stati affidati e penso specialmente ai SIC (Siti di Importanza Comunitaria)».
Pensa di proseguire questa esperienza?
«La mia esperienza di Commissario è terminata ed il futuro dei vertici dei Parchi sarà affidata a Presidenti coadiuvati da Consigli direttivi. Confesso di non avere ancora ben chiaro quali saranno i ruoli ed il senso dei diversi nuovi incarichi. Il Presidente del Parco dovrà essere una espressione dei territori e delle comunità locali e bisognerà capire se io mi sia guadagnato in questi tre anni qualche punto di gradimento. Sarei contento di continuare il lavoro impostato specialmente sapendo di poter contare sul personale che conosco e tenuto conto del fatto che con tanti Amministratori locali si è creata quasi un’amicizia ma la scelta non dipende da me, come ovvio».
Quali consigli darebbe alla Regione Lazio ed al suo eventuale successore?
«Ai vertici regionali vorrei sommessamente suggerire di lavorare con un maggior contatto diretto con i vertici dei Parchi che nell’insieme rappresentano un’immagine diffusa della Regione tra la gente, immagine potenzialmente positiva tanto quanto lo sono altre realtà, come molta parte della Sanità, della Protezione Civile etc. Se poi si riuscisse a destinare qualche risorsa economica in più ai Parchi, sarebbe molto utile. Al mio eventuale successore non vorrei dare consigli se non quello di prendere atto dell’importanza dell’Istituzione e far lavorare al massimo delle potenzialità la “macchina” amministrativa come oggi esiste. Lascio un lavoro aperto ed una progettazione per l’anno a venire che hanno richiesto molto lavoro e riflessione ma capisco che questi aspetti progettuali entrano in una valutazione di indirizzi politici che potrebbero non appartenermi più».
Federica D’Accolti